“SAFARI IN AFRICA”
Far girare il mappamondo: è questa l’azione che accomuna milioni di viaggiatori e aspiranti tali che, progettando o fantasticando su una vacanza da sogno da fare almeno una volta nella vita, ruotano il mini-globo in cerca della meta perfetta. Per chi ama l’avventura, ma soprattutto la natura, non esiste esperienza più entusiasmante di un safari. L’Africa, si sa, offre paesaggi mozzafiato: in questi luoghi in cui la natura domina sull’uomo le parole diventano marginali e la narrazione del viaggio non può che essere affidata alle immagini che, con il loro potere evocativo, diventano un patrimonio prezioso. Marco Bianchi, viaggiatore doc, questo lo sa bene, ed è proprio ciò che lo ha spinto a creare un libro con gli scatti dei suoi viaggi, così da lasciare una traccia indelebile di un’esperienza unica come un safari.
Beatrice Gentili intervista Marco Bianchi
“Ho iniziato a viaggiare all’età di vent’anni e ora che ne sono passati trenta, e i miei compagni di viaggio sono mia moglie e i miei figli, vedendo tutte le foto scattate ho voluto creare un libro che almeno in parte le raccogliesse. Tutto è nato dalla voglia, o meglio da una presa di coscienza, di lasciare proprio ai miei cari il ricordo dei viaggi fatti insieme. La fotografia, la natura e il contatto con gli animali sono sempre stati la mia passione. Ho girato per il mondo e gran parte delle mete le ho scelte proprio in funzione della fauna locale e delle bellezze naturali da visitare. Sapere che, recandosi in questi luoghi, si ha la possibilità di immortalare gli ultimi istanti di vita di animali che via via si stanno estinguendo è un’occasione unica per poter testimoniare la meraviglia della vita. L’emozione che ti regala uno scatto ben fatto non ha eguali, ma servono tanta pazienza e un pizzico di fortuna. Devono combinarsi una serie di fattori, tra cui la situazione giusta e, banalmente, anche la stagione migliore: ogni periodo ha le sue scene caratteristiche e ciascun istante è uguale solo a se stesso. Nel periodo dell’erba alta, ad esempio, può essere difficile immortalare gli animali, mentre in quello dell’erba bassa alcune specie non girano liberamente. A volte si può essere costretti ad aspettare anche sette ore prima di trovare il momento giusto e, in altri casi, ci si ritrova a trascorrere intere giornate sotto il sole con 40 gradi in attesa dello scatto perfetto. La maggior parte delle fotografie che ho raccolto all’interno di questo libro sono state scattate al Masai Mara (Kenya), mentre altri scatti provengono dai safari svolti in Sudafrica (Kruger National Park), Zambia (South Luangwa NP), Uganda (Bwindi Impenetrable NP, Queen Elizabeth NP, Kibale Forest), Ruanda (Virunga NP), Namibia (Etosha NP), Botswana (Chobe NP, Delta Okavango), Kenya (Tsavo NP, Masai Mara, Lake Nakaru, David Sheldrick Wildlife Trust) e Tanzania (Serengeti NP, Ngorongoro-Tarangire NP, Lake Manyara NP). Da luglio a settembre si può assistere alla migrazione degli gnu e delle zebre, mentre in altri periodi possono essere osservate scene di caccia dei grandi felini. Dal punto di vista fotografico nessun parco è paragonabile al Masai Mara: quelle scene meravigliose che ciascuno di noi ha osservato sbalordito nei documentari del National Geographic, in questa riserva si possono vivere realmente giorno dopo giorno. È la prima meta che consiglierei per un safari ed è anche facilmente raggiungibile, perché a soli 35-40 minuti di aeroplano da Nairobi. Sfogliando questo libro mi guardo indietro e vedo il mio primo giro del mondo fatto a vent’anni e il primo safari in compagnia di mia moglie. E la cosa bella è che sono passati trent’anni e, come ho già detto, i miei compagni di viaggio continuano a essere lei e i miei tre figli”.