TRAVEL EXPERIENCE: “Zanzibar”

“Zanzibar, le Maldive dell’Africa”

 

Raccontato da Federica Saliola

A cura di Beatrice Gentili

 

L’arcipelago di Zanzibar è tuttora uno degli spazi più incontaminati del globo. Un paradiso terrestre dal fascino coinvolgente e indimenticabile, che ci mostra uno dei tanti volti dell’Africa.

La mia prima volta sulle isole della Tanzania, note per le loro spiagge bianche e quell’acqua trasparente che si colora solo grazie ai fondali corallini e ai pesci più variopinti, risale all’estate di due anni fa, quando, insieme alla famiglia, con lo spirito di chi desidera un viaggio all’avventura, abbiamo organizzato nel giro di due giorni la nostra partenza per le vacanze.

Zanzibar può essere definita come un’isola a misura di turista: ricca di villaggi di ogni tipo dove soggiornare, offre le soluzioni più disparate per godersi i suoi paesaggi, dal resort extralusso al villaggio più low profile. E i bungalow costruiti con le foglie di palma, osservati da lontano, formano una sorta di presepe di dimensione reale. Nella parte più a nord dell’isola si entra in contatto con lo spirito più selvaggio del luogo – zona che consiglio – mentre a sud si respira un’aria più confusionaria a causa della massiccia presenza di villaggi inglesi.

La popolazione autoctona mostra una predisposizione naturale verso il contatto con i turisti, accolti sempre con il sorriso: gli abitanti del luogo, infatti, cercano di interagire, provando a superare le differenze linguistiche e culturali, azzerando così qualunque barriera, e si prodigano nel raccontare e rendere partecipi gli stranieri dei tanti aneddoti che ruotano attorno a questo territorio.

Tra i momenti indimenticabili del viaggio c’è sicuramente l’approdo sulle spiagge di un’isola deserta, Nakupenda (anche detta l’isola che non c’è), in cui si viene traghettati grazie a delle piccole barche di legno tipiche: questa lingua di terra, infatti, emerge solo quando la marea è bassa e, in occasione dei tour organizzati, viene allestita con delle tende che hanno la funzione di ospitare un pranzo a base di pesce grigliato espresso, mentre si osserva intorno a sé il vuoto e si ascolta nient’altro che il rumore dell’Oceano che si incontra con la sabbia.

Suggestiva è altresì l’escursione tra gli spazi di Prison Island, un’isola che un tempo, come una sorta di Alcatraz sul mare, ospitava un carcere e dove, stando a quanto si racconta, il sultano in passato decise di costruire anche un parco zoologico per la moglie, in cui tutt’oggi vive un villaggio di testuggini.

Spostandosi dal mare all’entroterra, è possibile visitare la parte più vecchia della capitale di Zanzibar, Stone Town, oppure fare acquisti all’interno del caratteristico mercato locale. Diviso in due parti, con una zona dedicata alla carne e al pesce e l’altra a verdure e spezie, qui si fanno divertenti affari cogliendo l’opportunità per riportare a casa qualche gustosa polvere. All’interno di Zanzibar City, inoltre, grazie ad alcune guide, si ha l’occasione di visitare i caratteristici orti botanici all’aperto, dove vengono coltivati mango, papaya, cannella, curcuma, cacao, e tante altre materie prime che coprono il fabbisogno della popolazione.

Come da tradizione per qualunque viaggiatore, vietato tornare a casa senza aver provato la cucina tipica locale: qui gli elementi centrali della gastronomia sono la frutta tropicale, il riso e qualunque prodotto a base di farina di mais.

Tra le strade di Zanzibar si respira la leggerezza di chi è contento di vivere la sua vita, venendone contagiati. Ci si astrae dalla dimensione quotidiana per entrare in una realtà particolare e del tutto fuori dal comune.

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