TRAVEL EXPERIENCE: la mia vita in viaggio

TRAVEL EXPERIENCE

Racconto di Andrea Martinelli, a cura di Maria Cristina del Cuore

La mia vita in viaggio

Andrea Martinelli, 29 anni, è appassionato di volo e di vela fin da bambino. Istruttore di vela per bambini e ragazzi dagli 8 ai 18 anni alla scuola di Bracciano, si laurea in Ingegneria Gestionale (triennale) e poi si trasferisce a Dublino per lavorare in ufficio. Un giorno si pone una domanda: “Cosa ci faccio qui?”. Abituato a stare in acqua tutti i giorni con i ragazzi, la sedentaria vita dell’ufficio dublinese gli sta davvero stretta. Rientra in Italia e si iscrive a una scuola di volo all’Aeroporto dell’Urbe. Successivamente, viene selezionato da una compagnia aerea, dove partecipa ad un ulteriore corso di volo della durata di 8 mesi che, come lui stesso racconta, gli è valso quanto uno regolare di 3 anni. Parafrasando un termine che ben si adatta a coloro che volano o stanno in acqua, “compressione ai massimi livelli”. Esami continui di teoria e pratica, gestione del volo, strumentazione e via discorrendo.

Alla domanda “Com’è stata la tua prima esperienza di volo?”, Andrea risponde raccontando il suo cosiddetto “Battesimo dell’aria”, all’Aeroporto dell’Urbe, che consiste in un volo su un velivolo a due posti con l’istruttore. Prima, si decolla e si atterra in due; poi, si ripete il tutto, ma senza l’istruttore, da soli. Si compie così un “circuito aeroportuale”. Questo rito di iniziazione è letteralmente un battesimo, perché come ricorda Andrea, alla fine, “ti tirano proprio l’acqua addosso”. L’acqua, insieme all’aria, sono i suoi elementi preferiti. L’acqua non si ferma, si rigenera. Quando incontra degli ostacoli, prova ad aggirarli, scorre loro intorno.

Va dove vuole andare e nulla le si può opporre. Andrea, come l’acqua, accetta ciò che la vita porta con sé, si muove in direzione del cambiamento e raggiunge con perseveranza i propri obiettivi: diventa pilota. Il primo volo della sua vita, come pilota di linea per la compagnia per cui oggi lavora, lo ha compiuto a dicembre 2022, sulla tratta Milano – Parigi.  “Ero estremamente emozionato e anche malato, avevo preso l’influenza. Non sapevo nemmeno come raggiungere la mia postazione. Avevo sempre preso l’aereo come passeggero, non sapevo neppure come andare a bordo dell’aereo come staff” – racconta Andrea – che mi spiega, inoltre, le figure in cabina sono 2, il Comandante e il Primo ufficiale così come i ruoli, pilot flying (chi governa i comandi) e il  pilot monitoring (chi monitora gli strumenti di volo e si occupa delle comunicazioni); tali ruoli sono indispensabili per la condotta di un aeroplano nonché interscambiabili.

La prima tratta l’ha fatta ai comandi; l’Airbus A320 è nelle sue mani, la responsabilità della vita di coloro che sono a bordo è la sua. Andrea è convinto che non si possa fare questo mestiere se non per passione, e che sia un “lavoro” che non si può comprendere fino in fondo finché non lo si prova. Puoi essere uno studente modello ai corsi di volo, superare prove ed essere super addestrato, ma solo grazie all’esperienza sul campo impari a decidere in un istante cosa è giusto o sbagliato fare in situazioni impreviste o straordinarie, come, ad esempio, quando c’è mal tempo.  È come avere a bordo un bagaglio vuoto che man mano riempi con l’esperienza.

La domanda sorge spontanea: “esattamente, da dove arriva la passione per il volo? “. A sentire la sua storia, forse lo si sarebbe immaginato più come capitano di una nave. La risposta: “Forse dopo un volo fatto per andare in Grecia, all’età di tre anni”.  Dopo l’emozione del primo volo da pilota di linea, a distanza di tre mesi Andrea vive la sua routine lavorativa con maggiore confidenza. I primi giorni, conosceva a memoria i turni e le tratte da compiere (corto e medio raggio, ndr.), con una dovizia quasi maniacale; oggi se le deve andare a riguardare di volta in volta perché non le ricorda tutte.  “La mia è una vita in viaggio, ma se dovessi scegliere un luogo del cuore da quando faccio il pilota, direi Cagliari.

È una città splendida, ci comprerei anche casa”.  Cagliari, dove guarda caso c’è un aeroporto e un porto, l’unione delle sue grandi passioni. Cielo, mare… e terra, dove comunque ritornare e da cui partire.

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