“Siamo monogami o poligami? “
Scambismo, coppie “aperte”, infedeltà coniugale… la monogamia, apparentemente, è una “regola” culturale umana che non tiene conto della natura. Ma il discorso è ben più complesso e, come sempre, non si può generalizzare.
Continuando a riflettere su variabili e differenze nella nostra sessualità consideriamo questa volta il dualismo tra esclusività sessuale nel rapporto di coppia e situazioni che prevedono una pluralità di interlocutori sessuali: il single che cerca avventure a basso impegno sentimentale, scelte di coppia aperta, lo scambismo, il poliamore, l’infedeltà coniugale, culture e tradizioni poligamiche, sia nel senso di più mogli per uno stesso uomo (poliginia) sia nella possibilità di più mariti per la donna (poliandria).
Tenendo conto di tale variabilità e analizzando la frequenza di condotte di infedeltà nelle coppie basate sull’esclusività sessuale si è spinti a ritenere la monogamia come un prodotto culturale e un’esigenza sociale che si contrappone a una natura poligamica dell’essere umano.
Aspettiamo tuttavia a generalizzare: così come nel corso dell’evoluzione la nostra sessualità si è svincolata da una funzione strettamente istintiva e procreativa anche l’esigenza di una varietà di partner o di un’esclusività sessuale va contestualizzata in una complessità di motivazioni e esigenze di tipo soggettivo e dinamico, notevolmente variabili da persona a persona e per lo stesso individuo in momenti diversi della vita.
È evidente che le norme sociali e morali occidentali, imponendo la monogamia come unica condizione “ufficiale”, non rappresentano l’autentica natura e le esigenze di un esteso numero di uomini e donne. D’altronde si potrebbe dire lo stesso delle culture poligamiche dove non osserviamo certo una maggiore libertà di espressione individuale visto che la possibilità di contrarre più matrimoni rappresenta soprattutto uno strumento di controllo sociale fortemente regolato dalle differenze di status socioeconomico.
Come sessuologo ricevo nel mio studio molti uomini e donne che faticano ad aderire ad una vita sessuale monogamica nonostante l’affettività li richiami ad un legame di coppia. Ne può derivare un importante calo del desiderio sessuale all’interno della relazione anche quando continua a esistere e persino a intensificarsi il sentimento d’amore. Cambiare partner conduce al ciclico riproporsi dello stesso copione imponendo l’alternanza tra la frustrazione sessuale e quella relazionale-affettiva. Il lavoro terapeutico può aprire in questi casi riflessioni profonde e condurre a un equilibrio armonico tra le due componenti.
C’è però da dire che molte altre persone si sentono naturalmente attratte da una sessualità esclusiva e monogamica all’interno della quale trovano un più intenso piacere e desiderio che può durare una vita intera. Riferendomi ancora a situazioni ricorrenti nel consulto sessuologico può persino accadere che quando l’amore finisce la sessualità resti strettamente vincolata alla persona con cui si era sviluppata una particolare intesa erotica precludendo un’adeguata soddisfazione con nuovi partner. A dispetto dei luoghi comuni qui il “chiodo schiaccia chiodo” decisamente non funziona e di nuovo sarà necessario attivare un processo di cambiamento più profondo per risolvere la situazione.
Questi esempi confermano come la natura complessa e multifattoriale del nostro erotismo consenta una capacità elastica e adattiva ben diversa da quella che sarebbe prevista da un riduzionismo istintivo. La sessualità conserva infatti una capacità evolutiva per tutto l’arco della vita consentendoci di scoprirla e aggiornarla nella ricerca di un maggiore benessere e appagamento.
C’è chi dopo una solida vita in coppia sente emergere il bisogno di seduzione, di avventure e magari persino un’apertura bisessuale. Allo stesso tempo il single convinto può scoprirsi completato e appagato da un inaspettato legame sentimentale non sentendo più l’esigenza di guardare altrove.
Ci chiediamo se l’essere umano sia naturalmente monogamo o poligamo, se predisposto ad un orientamento sessuale univoco o sempre potenzialmente bisessuale, se sesso e amore abbiano una comune radice istintiva o nascano come dimensioni indipendenti.
Si tratta di quesiti impegnativi in grado di sollecitare interessanti e utili riflessioni su noi stessi e sui nostri simili. Tuttavia c’è il rischio di voler ridurre a una norma comune tematiche e motivazioni soggettive che vanno lette nella loro complessità e unicità.
Torniamo all’ipotesi che l’istinto sessuale, se isolato da qualsiasi altro fattore, tenderebbe ad una molteplicità di partner e che questo aspetto si possa generalizzare. Chi ha mai incontrato l’istinto sessuale decontestualizzato dalla persona che ne è portatrice? Se lo consideriamo in rapporto al suo legittimo proprietario lo troveremo necessariamente intrecciato a tante altre componenti emotive, al senso di identità, alla sua storia e esperienza, all’interazione con l’altro, al contesto al quale partecipa e tanto altro. È questa la sua natura e analizzarlo in altri termini finisce solo in un artificio teorico. L’evoluzione ha meravigliosamente complicato le cose. La sfida è renderle giustizia comprendendo fino in fondo la nostra unicità al di là di qualsiasi generalizzazione, riconoscendo e rispettando allo stesso tempo le diversità dell’altro, di chiunque altro.
L’ autenticità del nostro percorso ha poco a che fare con l’aderenza a convinzioni razionali o teorizzazioni ben argomentate. Possiamo riconoscerla nel benessere di una vita sessuale appagante, qualsiasi siano le sue caratteristic