La bisessualità tra moderne evoluzioni e vecchie ipocrisie
L’orientamento sessuale è una dimensione molto più complessa e dinamica di qualsiasi categorizzazione e semplificazione. Nei suoi studi pionieristici già nel 1948 Alfred Kinsey cercò di rappresentare la variabilità della sessualità umana dimostrando come potesse essere letta lungo un continuum di molteplici sfumature e lontano da un dualismo “bianco o nero”, “normale o diverso”.
A cura del dott. Daniele Bonanno – AISPS – Roma
Da biologo, Kinsey affermava: “Soltanto la mente umana inventa categorie e cerca di forzare i fatti in gabbie distinte. Il mondo vivente è un continuum in ogni suo aspetto. Prima apprenderemo questo a proposito del comportamento sessuale umano, prima arriveremo ad una profonda comprensione delle realtà del sesso”.
Lo studioso propose una classificazione dell’orientamento sessuale che va da una esclusiva omosessualità ad un esclusivo eterosessualità con al centro una bilanciata e simmetrica bisessualità. D’altronde Kinsey non classificava le persone ma il loro comportamento.
Concettualmente la sua teoria è compatibile con l’ipotesi di una bisessualità potenziale di ogni essere umano. Nel moderno concetto di sessualità fluida si relativizzano etichette o definizioni statiche per affermare la libertà di autodeterminazione di ogni individuo in base a ciò che sente e desidera in ogni momento dell’esistenza. La pansessualità descrive un orientamento sessuale omnicomprensivo, che si differenzia da un modello binario includendo le realtà transgender e ogni altra declinazione della sessualità umana.
La bisessualità di una persona può esprimersi in modo alterno con una prevalenza dell’attrazione verso un sesso o verso l’altro in base al periodo della propria vita. In altri casi la predisposizione bisessuale può essere selettiva seguendo l’interesse verso una specifica persona, indipendentemente dal genere. In questi esempi la bisessualità di uno o di entrambi i partner resta compatibile con un rapporto di coppia tradizionale.
Maggiore complessità interviene quando le pulsioni bisessuali sono compresenti e complementari. In questo caso la relazione “monogama” è in grado di soddisfare soltanto uno dei poli di attrazione e potrebbe implicare un certo livello di frustrazione indipendentemente dalla qualità del rapporto.
Per via di condizionamenti sociali un numero elevatissimo di persone finisce per scindere la propria sessualità vivendo la componente eterosessuale nella propria identità “ufficiale” e quella omosessuale in una “seconda vita” clandestina. In questi casi l’eterosessualità è vissuta all’interno di una coppia stabile e spesso in una cornice coniugale e famigliare. L’omosessualità resta invece una componente non accettata e non integrata nella propria identità ordinaria esprimendosi per lo più nell’anonimato attraverso rapporti occasionali, prestazioni a pagamento, videochat e sexting. Chiunque abbia utilizzato una chat per incontri omosessuali può testimoniare la grande percentuale di utenti che rivelano una relazione e una vita ufficiale di tipo etero. Chi vive una bisessualità sommersa cerca in molti casi l’incontro con gay che esperiscano serenamente e alla luce del giorno la propria omosessualità. Altre volte l’interesse verte su chi condivide la stessa condizione di clandestinità preservando un’immagine pubblica etero.
Spesso la propria ricerca viene motivata con il concetto di bi-curiosità, ovvero un coinvolgimento del tutto episodico in rapporti omosessuali per scopo esplorativo e senza implicazioni sull’orientamento sessuale. In moltissimi casi la realtà rivela comportamenti omosessuali tutt’altro che episodici e non raramente una ricerca quotidiana, a volte compulsiva.
È rappresentativo come l’acronimo “MSM – men (who have) sex (with) men”, coniato per restare più generico di definizioni come gay, omosessuale o bisessuale, venga in molti casi utilizzato per preservare una rappresentazione di sé come etero nonostante l’attrazione e i rapporti sessuali con altri maschi.
Esiste ancora tanta difficoltà nell’accettarsi e definirsi bisessuali, probabilmente più di quanto accada per l’omosessualità.
L’unione omosessuale inizia d’altronde a ricevere il suo riconoscimento sociale e giuridico sull’impronta del modello di coppia eterosessuale tradizionale. La bisessualità non è prevista dai nostri canoni relazionali e dal modo comune di pensare l’amore ancor più che il sesso. Pur nell’inevitabile complessità, concetti e movimenti come quello del poliamore potrebbero offrire risposta a esigenze che mal si conciliano con un modello di coppia monogamica. Ancora tuttavia sono viste come marginali sperimentazioni alternative invece di ricevere l’attenzione sociale e istituzionale che meriterebbero. D’altronde nel pensiero comune la stessa bisessualità finisce per essere considerata una moda eccentrica per persone che non sanno quello che vogliono oppure un espediente di chi non accetta la propria omosessualità.
Parlare di fluidità sessuale non deve confondersi con l’infondata convinzione che l’orientamento sessuale sia una scelta o una dimensione modificabile volontariamente o mediante una terapia. La nostra sessualità resta una dimensione spontanea e naturale così come la forma in cui si esprime in ogni individuo. Solo ascoltando senza remore la sua verità possiamo sentirci autenticamente noi stessi, in una condizione di benessere e salute emotiva.