In Galleria accendete… la passione
Di Enrico Barracco
Non stiamo guidando. Stiamo, invece, facendoci guidare. La nostra guida si chiama Riccarda Grasselli “in Contini”, come si dice alla maniera dei burocrati. Sì, perché la signora Riccarda è anche (ma non solo, si badi bene) la moglie di Stefano Contini.
Lui e lei sono i “padroni di casa” delle Contini Art Gallery, con sedi tra Cortina e Venezia.
Gallerie che da oltre quarant’anni vivono di luce propria; luci e idee che si accendono attraverso le mille storie degli artisti che, passando da qui, sono poi “cresciuti” riuscendo a farsi apprezzare nel mondo.
“L’arte è come un arcobaleno: infinitamente affascinante”. Sono parole di Stefano Contini che campeggiano nel sito internet (continiarte.com) delle Gallerie. Ma i colori bisogna pure saperli leggere; saperli riconoscere e “raccontare”. Come fa Riccarda Grasselli Contini.
Ci dica, prima di tutto, come e perché si è avventurata… in galleria
“Studiavo architettura ed ero convinta di voler fare l’architetto”.
Poi cosa accadde?
“Accadde che conobbi Stefano andando a visitare le gallerie d’arte di Cortina (mia città natale). Poi ci accorgemmo di essere innamorati. Ancora qualche giorno, qualche mese, e ci sposammo”.
Niente più architettura?
“Lasciai l’architettura, ma la passione per le forme, per il bello non mi ha abbandonato. L’architettura è una forma d’arte. Ecco, io ora vivo di questo: vivo e lavoro con l’arte e ogni giorno mi sorprendo e mi emoziono, e provo anche a sorprendere ed emozionare chi mi sta intorno”.
Qual è il suo ruolo nelle Gallerie Contini?
“Mi occupo di comunicazione, organizzazione e accoglienza”.
È tuttora difficile, per una donna, ricoprire un ruolo dirigenziale? E non è faticoso (e anche un po’ pericoloso) essere soci del… proprio uomo?
“Le donne, oggi come ieri, sono costrette a fare delle scelte. Molte donne – ancora – sono chiamate a caricarsi sulle spalle una doppia responsabilità: lavoro e famiglia. Chi non ce la fa, spesso sacrifica il lavoro. Succede, ahinoi, in tutti gli ambienti socio-economici, nonostante in molti siano convinti del contrario. Se per me le cose sono andate diversamente non significa che i tempi siano definitivamente cambiati.
Tornando alla famiglia: lavoro con mio marito, ma abbiamo ruoli diversi e talvolta neppure ci incrociamo. Non dobbiamo consultarci per le decisioni “importanti”: ognuno il suo settore; ognuno sceglie autonomamente. Anche i nostri tre figli (24, 21 e 13 anni) essendo cresciuti in questo mondo e respirando “Arte” fin dalla nascita, sono coinvolti in qualche modo con il nostro lavoro che è la nostra passione…”.
Il più piccolo ha 13 anni. Come siete riusciti a coinvolgerlo? Oggi i ragazzini mangiano pane, cellulare e social, per loro le immagini devono muoversi di continuo. Tutto il resto non li attrae…
“L’arte non ha età; basta saperla “raccontare” con le parole adatte. I miei ragazzi, compreso il più piccolo, “ascoltano” con grande attenzione. Le nostre gallerie sono come una grande famiglia. Artisti e collezionisti li prendiamo per mano, li accompagniamo a vedere mostre, presentiamo gli uni agli altri, stimoliamo discussioni… I nostri artisti non espongono; i nostri artisti “abitano” con noi e, con noi, condividono soddisfazioni, battute d’arresto, tutto”.
Questo ultimo anno è stato certamente difficile anche per l’arte e la cultura in genere: chiusi i musei, i siti archeologici, le gallerie, le mostre… La “ditta” Contini non si è arresa mai perché, come ha detto Stefano, “Togliere l’arte alle persone significa privarle del nutrimento per lo spirito e la psiche”. Cosicché anche in tempo di pandemia il Bello (con la B maiuscola) è stato esposto dai Contini attraverso videoinstallazioni o con mostre “en plein air”. A Cortina, Venezia, al Palazzo Reale di Milano, a Noto, a Viareggio, a Valencia (Spagna), solo per citarne alcuni…
“Abbiamo dovuto cambiare approccio – ci dice Riccarda –: lavoriamo molto con Internet e siamo riusciti a non fermarci. Perché l’arte non si deve fermare. L’arte è vita”.
Botero, Igor Mitoraj, Manolo Valdes, Julio Larraz, Park Eun Sun, Pablo Atchugarry, Zoran Music, Cesetti, Arlati, Fiore, Sophia Vari… Questi sono alcuni nomi degli artisti passati dalle Gallerie Contini. Nomi che vanno ben oltre il mero “mercato.
Il suo lavoro è soprattutto una passione. Tuttavia anche lei, come tutti, avrà dovuto fare i conti con qualche difficoltà, qualche rimpianto…
“Beh non sempre le cose vanno come ci piacerebbe… Detto questo, nel mio caso non ho da segnalare particolari momenti “bui”. Si lavora tanto, talvolta ci si avvicina allo sfinimento, ma fa parte del gioco. Rimpianti? Qualche volta, lo confesso, avrei voluto tenermi dei quadri che invece altri hanno comprato. Di più: avrei voluto tenerli tutti…!”.
Cosa piacerebbe fare da grande a Riccarda Grasselli Contini?
“Semplice: mi piacerebbe fare quello che faccio già. In pratica desidero ardentemente che tutto resti così”.