Velocità flemmatica, strade in appalto e ladri “smart”
Girarsi e rigirarsi; nel letto o per strada di mattina presto, quando tutti vogliono dar l’impressione che non è presto, è tardissimo. Girando e rigirando per Roma: la vedi e non la vedi, la ammiri e la deridi. I sogni – e gli incubi – di una città che da duemila anni ci fa venir sonno e ci sveglia di soprassalto.
Tre pensieri alla volta, brevi, secchi. Pensieri capitali.
Tra un’ora… non esco
Roma si muove, Roma non si muove; quando c’è traffico vorrebbe muoversi ma non ce la fa. Quando il vento si abbassa non si muove una foglia (in autunno meglio così: le foglie non danno tregua; se fa caldo, però, è una gran sofferenza). Roma è veloce o irrimediabilmente “lumaca” nei secoli dei secoli. Poi Mr. Bezos (Amazon) ha lanciato, anche da noi, le consegne “entro un’ora”. Ordiniamo un libro, una poltrona, un carro armato, un peschereccio o un trattore e tra sessanta minuti arriverà il fattorino. Ecco, Roma è più veloce, è al passo coi tempi. Roma va “a duemila”. E se invece…? Certo, ovvio, Roma non si smentirà: “Sto arrivando, sto per uscire, no, aspetta, forse tra un’ora: sto aspettando il corriere…”. Ma sì, Roma cambia ma non troppo: quando vuole fermarsi, si ferma.
Strade: ognuno pulisca la “sua”
La notizia è questa: il sindaco di Gaiole in Chianti (provincia di Siena) ha proposto a Virginia Raggi di “adottare” la strada dedicata al piccolo comune che a Roma, per chi non lo sapesse, si trova non lontano dall’Aeroporto dell’Urbe (Salaria). In pratica il Comune di Gaiole finanzierebbe la pulizia e la manutenzione di via Gaiole in Chianti, visto che – dice il sindaco toscano – l’Urbe non se ne occupa…
Un’idea senza precedenti e, soprattutto, un utilissimo “precedente”: perché non incaricare il comune di Torino di manutenere via Torino? Piazza Venezia? Ci pensi il sindaco della città lagunare. Via Po? Se la dividano tutti i comuni attraversati dal fiume (sono tanti, si risparmia). Piazza Garibaldi, piazza Cavour, viale Mazzini? Si facciano avanti i discendenti.
Roma risplenderà come uno specchio.
Furto di prestigio
Lo smartphone e il ladro “smart”. Rubare è un’arte; anzi, una magia. Quanto meno lo è (lo è stata, perché il “mago” ora è agli arresti) per quell’uomo che, in pieno centro, entrava nei negozi di telefonia chiedendo informazioni ai commessi. Tra una domanda e una risposta giocherellava con la scatola del costoso telefono che doveva (forse) acquistare; al termine del cordiale colloquio, il cliente/prestigiatore poggiava la scatola sul banco dicendo che sarebbe tornato più tardi. Ma la scatola non era quella giusta: dentro, una torcia, una batteria. Insomma qualcosa che avesse il peso dello smartphone appena “grattato”. Colto in flagrante in un negozio di via del Corso, lo smart-lupin è entrato a Regina Coeli; nella sua abitazione hanno trovato 13mila euro in… cellulari.
Vagli a dire: “Perché non mi telefoni”?