RIGIRARSI: “Geornalisti”

Rigirarsi

Girarsi e rigirarsi; nel letto, o per strada di mattina presto, quando tutti vogliono dar l’impressione che non è presto, è tardissimo. Girando e rigirando per Roma: la vedi e non la vedi, la ammiri e la deridi. I sogni – e gli incubi – di una città che da duemila anni ci fa venir sonno e ci sveglia di soprassalto.
Tre pensieri alla volta, brevi, secchi. Pensieri capitali.

Di Baronerozzo

Pensiero 1 – G(E)ornalisti a Roma

I gEornalisti, quelli con la “E”, sono le più tristi figure dell’informazione. Ve ne sono anche a Roma e sono l’incubo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Un palazzo strapieno di geologi che lavorano ma che ogni tanto – poverini – devono aprire al gEornalista di turno.
Cercano di nascondersi, i geologi. Ma a qualcuno tocca, qualcuno deve andare in pasto alla Stampa.
Oggi tocca al geologo con la barba e i capelli scomposti; al gEornalista piace, perché ha l’aria di scienziato pazzo.
Si parte con le domande: “Dov’era l’epicentro? L’avevate previsto? E la faglia?”
Lo scienziato barbuto (non ancora pazzo), balbetta: “Si tratta di fenomeni… No, non siamo in grado di preved… Siamo nell’ambito di…”.
Il gEornalista sogna il Pulitzer e insiste: “Va bene, ma nei prossimi giorni che succederà? Possiamo prendere la metro? I figli li mandiamo a scuola o no?”.
Il geologo sta per impazzire, si sente addosso la camicia di forza, piange. Lo soccorrono i colleghi: “Dai, è finita, è andato via… Su, torna dentro!”.
Quando arrivano i gEornalisti, se non trema la terra, tremano i geologi.

Pensiero 2 – Roma accannata

Accannata, lasciata. C’è chi la lascia per andare in campagna e chi, a giorni alterni, vorrebbe rubarle il titolo di Capitale.
Poi le aziende, quelle grandi, famose e multinazionali; arrivano, accendono le luci, producono, assumono, fino a quando non arriva il raptus: “Andiamo via”. In campagna? No, a Milano.
“Tutti a Milano!”. Il richiamo della “Madunina” si fa irresistibile, bisogna partire. Quest’anno tocca a Sky: tutta la redazione di “TG24”, secondo le intenzioni della dirigenza, deve partire per Milano.
Mentre andiamo in stampa non sappiamo come finirà: non sappiamo se gli italici giornalisti del “cielo di Murdoch” si rassegneranno o no.
Tutti a Milano, ma perché? Perché Roma è pigra? Perché Milano corre e Roma sonnecchia?
“La capitale dell’informazione è Milano”, gongola Sala, il sindaco meneghino. Eppure la politica, i “palazzi” sono tutti a Roma: Quirinale, Montecitorio, Madama, Chigi… E se domani anche i Palazzi gridassero “Tutti a Milano”? I milanesi, molto presto, si accorgerebbero come una capitale sedicente “morale” possa precipitare in un pantano impenetrabile.
Succederà o non succederà? Non ha importanza: noi ci godiamo la nostra Roma, con le sue luci, i suoi colori, il suo clima.
Il suo cielo inimitabile, con o senza Sky.

Pensiero 3 – Roma sfregiata

C’è chi scrive sul Colosseo, chi imbratta la scalinata di Trinità dei Monti e chi, con la scusa di una partita di calcio, distrugge la Barcaccia di piazza di Spagna. Ma Roma non ha paura; Roma è tanta, quasi troppa: tanti monumenti, tanti panorami, tanti scorci da fotografare, tanta arte. Tanta e troppa, per fortuna.
Vandali, imbrattatori e tifosi violenti non l’avranno mai vinta. Qualcuno è stato preso, altri l’hanno fatta franca anche se – di sicuro – non passeranno alla storia; né loro né gli sfregi che hanno commesso. Dovranno tornarsene a casa, prima o poi; chiudersi nella propria camera e aspettare. Aspettare la prossima volta che qualcuno li nomini, li porti alla ribalta. Ma resteranno senza nome, senza gloria. E senza storia: la storia, quella con la S maiuscola, appartiene a Roma. Una storia piena di invenzioni, di idee, di mistero.
Una storia piena di futuro.

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