RIGIRARSI

“Rigirarsi”

 

Girarsi e rigirarsi; nel letto, o per strada di mattina presto, quando tutti vogliono dar l’impressione che non è presto, è tardissimo. Girando e rigirando per Roma: la vedi e non la vedi, la ammiri e la deridi. I sogni – e gli incubi – di una città che da duemila anni ci fa venir sonno e ci sveglia di soprassalto.

di Baronerozzo

Siamo di Roma, siamo della Capitale. E siccome qualcuno non ci voleva credere, l’abbiamo dovuto scrivere sulle macchine dei vigili urbani: “Polizia Roma Capitale”. Poi la carta intestata: non più “Comune di Roma” ma solo “Roma Capitale”.

Roma: basta guardarsi intorno per riconoscerla. Basta girarsi. E rigirarsi.

Questa rubrica nasce così: girarsi e rigirarsi per cogliere un angolo, un colore, una contraddizione in questa città che è mille città. Città e villaggio, popolo e tribù. Tre pensieri alla volta, brevi, secchi. Pensieri capitali.

Pensiero 1 – Roma città “aporta”

Sì, Aporta, non aperta. Quando la città era “aperta” ci si metteva in fila per la farina, il pane.

Il 15 settembre 2016 di nuovo in coda a Porta di Roma (città Aporta) per l’iPhone7. Si stava meglio prima? Certo che no (tra l’altro io non c’ero settant’anni fa, mai fatte quelle file). Ma alzarsi all’alba per una mela che non si mangia appare un’idea alquanto peregrina. A me piacciono le mele, inclusa quella di Cupertino (non proprio commestibile ma ottima per lavorare e comunicare). Ma ogni volta che sento, che leggo di queste folle accalcate attorno a una vetrina mi viene un po’ di pelle d’oca. Così mi giro, mi rigiro e mi dico: “Roma, oggi, è alla frutta!”.

Pensiero 2 – Roma RAGGIrata

Da una parte all’altra di Roma in una manciata di minuti. La Via Olimpica nacque per le Olimpiadi del 1960 e con “lei” nacquero anche il Villaggio Olimpico, il Palazzetto dello Sport, lo Stadio del Nuoto. E ancora: si riammoderna lo Stadio Olimpico, si mette a regime l’aeroporto di Fiumicino e partono i primi treni della Metro B… Tutte opere che utilizziamo ancora, niente cattedrali nel deserto. Non succederà più: da Italia ’90 in poi le “cattedrali” sono tantissime. E molti, oggi, non si fidano. “Roma 2024”, le Olimpiadi: sogno o incubo? Non sta a noi dirlo. Per il sindaco, anzi la sindaca, era solo un incubo. E ha detto “No, grazie”. Ma la sindaca non ha avuto il coraggio di gridare il suo “no” in faccia allo sport e a chi lo rappresenta: ha dato buca a Malagò, che l’ha aspettata invano sotto le finestre del Campidoglio. Dov’era lei? Al ristorante, sotto altre finestre: quelle della redazione del Corriere dello Sport. Roma “Raggirata”.

P.S. “Da una parte all’altra della città in una manciata di minuti”… Va bene, stavo sognando.

Pensiero tre – Roma ceduta

La Roma generosa l’ho vista fin dalla mattina del 24 agosto: quella Roma in fila per donare il sangue poche ore dopo che la terra aveva tremato ad Amatrice e dintorni. La terra trema, Roma risponde: ci mette il sangue, ci mette tutto quello che ha, senza distinzione di… portafogli. Non ha paura, Roma. Non trema. Non trema, ma talvolta cade lo stesso: è successo a Ponte Milvio il 24 settembre, dove un palazzo è venuto giù come un castello di carte. Roma non trema, ma qualche volta cade senza il contributo dei terremoti. Ti giri, ti rigiri, e vien giù un palazzo. A settembre o a gennaio, a Ponte Milvio o al Flaminio. Com’è successo? Chi ha sbagliato? Chi sapeva? Domande inutili per Roma: Roma non sa, non vuol sapere. Roma guarda e passa, Roma si lascia leggere sui cartelli luminosi di Corso Francia: “Via della Farnesina chiusa per cedimento palazzo”. Roma ceduta.

Girarsi e rigirarsi: si attendono i suggerimenti dei lettori per le prossime… rigirate.

 

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