Passione bellezza
La bellezza va “cresciuta”, educata, valorizzata. Bisogna imparare a “muoverla”, la bellezza; farla parlare, gridare, farla sorridere, farla camminare su ogni strada. È il lavoro di Alberto Polifroni, fondatore di Alpa Model Agency/Academy. Alberto è uomo di spettacolo a tutto tondo: televisione, radio, musica… Dal ’96 insegna a migliaia di ragazze (e ragazzi) come ritrovare il… bello della bellezza.
La bellezza puoi vederla e non vederla. La bellezza (che può essere anche di genere maschile) ti passa vicino, la incroci e poi, forse, la dimenticherai. La bellezza di un corpo impeccabile, curato, fresco, pronto a sfidare tutti gli specchi. E poi? Poi basta: poi, stancamente, ti accorgi che non puoi – da solo (e da sola) – curarla, farla diventare “grande”. Perché la bellezza, quella con la B maiuscola, è soprattutto “dentro”. Niente paura, però: possiamo imparare a non disperderla, a non sciuparla, a non farla sfiorire. Ed a farla diventare una compagna di vita e di lavoro. Unico accorgimento: non cederla al primo che passa, non darla “in pasto” al fotografo traffichino che promette mari e monti vantando mille “agganci” e che, dopo aver incassato la sua brava mazzetta, si rivela uno dei tanti sbandati che vive ai margini di un mondo che non tutti sanno far… luccicare.
Moda, spettacolo, passerelle. Da queste parti i i luccichii si sprecano; ma, come si dice, non è tutto oro quel che luce. Ci sono, per dirla alla romana, tante “sole” in agguato.
“C’è tanta brutta gente in questo settore – avverte Polifroni – Ci sono per esempio quei fotografi – o sedicenti tali – che vanno in giro a vanvera a scattare, tempestano le ragazze di telefonate, le aspettano fuori dai casting, le inondano di parole e di inquadrature promettendo ingaggi, provini, abboccamenti con registi e poi… Poi, nella migliore delle ipotesi, spariranno dopo aver spillato qualche migliaio di euro per il solito “book” mediocre”.
E l’ipotesi peggiore?
“C’è chi prova a instradarti per farti fare la m…”.
Fermiamoci qui, a riempire i puntini sospensivi ci pensi pure il lettore (non è difficile).
Avanti con le domande.
Fondatore e “patron” di Alpa Model Academy; personaggio più che conosciuto negli ambienti dello spettacolo, della moda, della Tv… Come nasce l’Alberto Polifroni così amato e apprezzato dalla Roma che conta?
“Nasce dalla passione per lo spettacolo e da quella per la tv. Poi la bellezza, il mondo femminile. Nasce dalla voglia di fare, di inventare,
La mia storia comincia con la televisione: posso dire di essere tra i più esperti nella creazione di programmi, ancora oggi mi chiamano per questo. Sono passato da Gbr, Tele Roma 56, Teleregione… Le emittenti private romane, che un tempo avevano grande appeal, si sono “nutrite” ampiamente delle mie idee. Mi hanno pure pagato bene, benissimo. Talmente bene che mi son comprato una radio…!”.
Sappiamo della Radio, sappiamo più o meno quanto ha fatto (e fa) Alberto nell’etere, con o senza video. Concentriamoci però sull’Academy.
Seconda domanda: Come e perché ha creato Alpa model?
“Bazzicavo spesso in Miss Italia, conoscevo Mirigliani (Enzo Mirigliani, scomparso nel 2011, è lo storico direttore della kermesse a partire dal 1959, Ndr). Insomma ero inserito nell’ambiente delle sfilate, della moda, delle passerelle. In una parola: la bellezza. Ma la tua bellezza devi saperla gestire. Vedevo tutte quelle ragazze meravigliose che non sapevano dove andare, come fare per crescere, per imparare un mestiere che desse loro un futuro, a chi affidarsi per non “perdere il treno”. Mi son detto: ‘devo aprire una scuola, devo dar modo a queste ragazze – e anche ai ragazzi – di imparare; imparare a parlare, a muoversi, a maturare’… Sono andato a Milano, che resta la “capitale” del bello, a cercar di capire come iniziare. Poi l’esperienza in Rai, poi il mio spirito di osservazione, poi tanto altro mi hanno portato a capire che le ragazze romane sono belle, molto più belle. Ho iniziato a seguire anche le minorenni, un settore delicato; e pericoloso: ci sono tanti marpioni, ma questo l’ho già detto. Nello staff della mia agenzia niente uomini, a parte me. Anche questo, se vogliamo, è un buon biglietto da visita…
Le mie ragazze e i miei ragazzi sono contesi ovunque, compresi gli “under 13”. Una di queste, 12 anni, è richiestissima per l’alta moda romana”.
La sua famiglia l’ha sostenuta lungo questo cammino?
“È stata soprattutto la famiglia a sostenermi. Non a caso mia figlia Alessandra, modella anche lei, è oggi direttrice di Alpa Model”.
Ognuno di noi, per “arrivare” deve spendere impegno, sacrificio, studio, sudore. Poi c’è la fortuna; per lei quanto ha contato?
“Poco, molto poco. Posso dire, rischiando la presunzione, che è tutto merito mio? Solo se sei bravo vai avanti. Insegnando a ragazzi e ragazze tutte le tecniche per sostenere i provini, come si deve parlare, come muoversi, quando fermarsi e così via, capisco subito chi ce la farà e chi no. C’è la ragazza che se ne frega, quella iscritta dalla mamma che aspetta solo di imboccare l’uscita; c’è la “bellona” di periferia, tanto bella quanto improponibile quando parla, quando si muove… Noi qui non teniamo semplicemente un corso professionale: insegniamo a vivere, a crescere, a credere in sé stessi”.
Molto più di una scuola, dunque. E di un’agenzia…
“Senza dubbio. Dico sempre alle ragazze: ‘Siete tutte belle, talvolta anche raccomandate, avete qualche santo in Paradiso, qualche conoscenza preziosa… Vi sceglieranno ai casting per questo, perché siete belle. Vi chiameranno una volta, forse due. Poi non vi chiameranno più, perché la bellezza deve saper sorridere, deve comunicare. La bellezza, anche quella “raccomandata”, deve studiare. Anzi: più si è belli e più ci si deve impegnare’.
Insomma ci vuole volontà. Per chi ce la mette il lavoro diventa piacevolissimo e ricco di soddisfazioni (non solo economiche)”.
Ha avuto momenti di difficoltà, timore di non farcela?
“Siamo circondati, tutti, da difficoltà, da momenti no. Questo è un ambiente pieno di insidie, stracolmo di personaggi ambigui, di profittatori, di agenti e agenzie che nascono e muoiono in poche ore”.
Rimpianti?
“Uno solo: non essere nato e cresciuto a Roma. Sono cresciuto in Calabria, arrivai nella Capitale negli Anni 60. Fossi nato e scresciuto qui avrei cominciato ben prima…!. È stato difficile inserirsi, mi infilavo ovunque, ho fatto di tutto, compreso un provino canoro alla Rca. Poi la Tv, l’ideazione di programmi per Gbr e tante altre “antenne” in voga negli anni ruggenti delle “libere””.
L’importanza degli amici…
“Quando arrivi al successo gli amici spariscono; specie quelli di sesso maschile. Resta qualche amica, ma davvero un gruppo sparuto”.
Nascere, crescere, amare, lavorare e poi morire. Che senso dà Polifroni al fatto che siamo inesorabilmente… “di passaggio”?
“Nascere e morire, va bene così. Finché ci stai devi darti da fare, lasciare un segno. Il mio “segno” è l’altruismo, dare una mano, farsi in quattro per aiutare il prossimo. Da bravo ex giovane esploratore mi impongo ogni giorno una buona azione. Fare del bene, anche con un piccolo gesto, non è difficile. E ti riempie di gioia”.