Marcello Pellegrini: “I prodotti più affidabili? Sono le persone”
Direttore vendite di Jaguar e Land Rover presso Roland, del gruppo Rosati, notissima azienda romana che vanta numerosi punti vendita tra la Capitale e l’hinterland, il “protagonista” di questo mese ha una passione innata per i motori (da declinarsi con due o quattro ruote) e una capacità ineguagliabile: quella di sapersi “muovere” bene in diversi settori.
Una vita in ascesa; si dice così, giusto? Ascendere, lo sanno tutti, significa salire. Ascendere e poi discendere (o scendere, che dir si voglia). Tutto questo si può fare con l’ascensore. Ottima invenzione l’ascensore; ottima, soprattutto, perché da sempre svolge un insostituibile ruolo metaforico: per esempio l’ascensore “sociale”. Ancora: quante volte abbiamo detto: “Quella persona, quell’incontro ha rappresentato per me l’ascensore giusto per arrivare quassù…”.
Ebbene l’ascensore, per Marcello Pellegrini, possiamo usarlo come metafora ma anche come… ascensore. Traduzione: se oggi lo incontriamo nella veste di Direttore Commerciale e Marketing presso Roland, dealer Jaguar Land Rover di Roma, lo dobbiamo a vari fattori; primo fattore: la sua vera e propria passione smisurata per tutto quel che concerne i motori, il volante, lo stile su due e quattro ruote.
Tra gli altri fattori degni di nota: la sua esperienza dirigenziale presso una multinazionale svizzera produttrice di ascensori (Schindler). Entrato dai “piani bassi” divenne in breve capo filiale per Lazio e Abruzzo, seguendo direttamente i clienti di eccellenza. Dodici anni in ascensore; come dire: dodici anni di ascesa. E poi che è successo? È successo che l’ascensore, gli ascensori hanno un grosso difetto: non hanno le ruote, non sorpassano, non praticano il fuoristrada; insomma per Pellegrini giunse il momento di tornare al suo mondo di sempre.
Meglio, però, dare a lui la parola: ci parli dei suoi esordi.
“Ho iniziato a lavorare nell’azienda di famiglia: costruzioni e restauri monumentali. Un bel lavoro, ricco di soddisfazioni e commesse importanti; restaurammo, tra l’altro, la Fortezza Medicea di Grosseto. Poi, per una serie di vicissitudini, abbandonai tutto e mi rimisi in gioco. Strategia? Quella adottata da tutti: passaparola, colloqui, invio a raffica di curricula. Tra le varie opportunità che si aprirono scelsi la Schindler perché in quel momento della mia vita avevo bisogno di solidità e nessuno più di una multinazionale svizzera poteva garantirmela. Capivo qualcosa di ascensori? Niente di niente. Ma per me, ogni volta, è una sfida: mettersi alla prova, cimentarsi con entusiasmo, determinazione ed intelligenza. Mese dopo mese, partendo dal basso iniziai – iniziammo –a salire. Io di ruolo, l’azienda con il fatturato. Due anni dopo divenni responsabile degli impianti “speciali” (ospedali, ambasciate, alberghi ecc). Un incarico che mi portò a relazionarmi con proprietari dei più importanti hotel, diplomatici di ogni nazione e tanti altri personaggi di quella Roma che, bene o male, conta…”.
Proseguiamo noi: passa qualche tempo e la nominano capo filiale per il Lazio e l’Abruzzo. Ancora gli ascensori, ancora l’inarrestabile ascesa; ma lei, di punto in bianco, decide di… scendere. Come mai?
“Semplicissimo: volevo nuovi stimoli. Il lavoro mi piaceva, ci ho messo impegno ed ho portato grandi risultati; ma la mia passione restava, resta, sempre quella: i motori. Sulla mia strada incontrai l’Autostar, ed iniziò una partnership durata 6 anni.
Quando arrivai nel 2013, il fatturato Autostar si attestava intorno ai 60 milioni di euro/anno; nel 2018 la stessa azienda ha fatturato circa 160 milioni; una crescita eccezionale e, ne consegue, una soddisfazione che non posso nascondere. Tutto merito mio? Certo che no, ma la mia passione, la mia energia e la mia tenacia, le assicuro, sono eccezionali spinte per crescere. Nel 2018 fui premiato come best dealer Jaguar Land Rover Italia in una convention davvero emozionante. Ed ora una nuova sfida, una nuova e storica azienda, la Roland, Dealer Jaguar Land Rover di Roma.
Veniamo alla famigerata crisi: se ne parla da più di un decennio; ci siamo passati tutti e, si dice, c’è ancora. C’è o non c’è? C’è stata per tutti o solo per alcuni? E quanti, invece, ne hanno fatto un ottimo alibi?
“Le difficoltà ci sono state, eccome. Ma in un’azienda sana non si pensa alla crisi, non ci si deve “accartocciare” su questa. Si ragiona per obiettivi: quante auto bisogna vendere e fatturare per andare a “break-even” e quante, invece, per scalare la vetta del successo, superare e “superarsi”. Roma e la sua provincia rappresenta un immenso mercato per l’Automotive, il più grande d’Italia. Cosa facciamo, cosa faccio? Faccio leva sulle mie facoltà, la mia esperienza e – ancora – il mio entusiasmo e la mia passione. Lo spazio di manovra è grande, basta darsi da fare, non fermarsi, non arrendersi mai”.
Un momento di difficoltà, uno di quelli che porta a dirsi “Basta, mi arrendo, mollo tutto”. Le è mai capitato?
“Mollare no, mai pensato; momenti brutti sì, tante volte. Ma se ne esce con la determinazione e soprattutto con la creatività; creatività nel trovare soluzioni, strategie per saltare l’ostacolo. Prima cosa, credere in sé stessi.
Roland è una bellissima azienda, parte di un grande e storico gruppo, Rosati auto, una proprietà “sana” gestita da un uomo, il dottor Giuseppe Rosati, che ha fatto la storia dell’automotive negli ultimi 40 anni. Qui c’è un team composto da elementi di qualità sia personali che professionali che collaborerà con me per raggiungere il successo.
Conta più il prodotto o la persona?
La persona, mille volte di più. La spinta della passione e della perseveranza diventa contagiosa per tutti. Questo, inevitabilmente, fa bene all’azienda”.
Prima del lavoro, lo studio. Marcello Pellegrini, laurea in…?
“Voleva il colpo di scena? Servito: niente ingegneria o economia, come voleva mio padre. Ho fatto l’Accademia delle Belle Arti; ebbene sì, le passioni non viaggiano mai sole: mi piaceva, mi piace l’arte. Dipingevo; dipingo”.
L’imprenditore o il manager è – deve essere – un sognatore. Cosa le piacerebbe fare… da grande?
Il mio, il nostro progetto a medio termine è quello di far diventare il Jaguar Land Rover Village, la sede Roland posta sul Raccordo Anulare di Roma all’uscita 33 Pisana, un punto di riferimento per tutto il mondo automotive italiano, mixando il business con il divertimento, la vendita delle auto e dei servizi annessi con le emozioni meravigliose che solo queste vetture inglesi possono regalarci, sia sull’asfalto che in fuoristrada. Raddoppiare il fatturato dell’azienda nei prossimi 4 anni con una crescita sana ed innovativa seguendo ed influenzando proattivamente il trend del mercato.
Siamo tutti di passaggio; anche il nostro pianeta, in fin dei conti, sta vivendo il suo momento “giusto”; l’orbita giusta, i giusti incastri… Passerà, passeremo. Eppure vogliamo, dobbiamo lasciare una traccia della nostra permanenza, per guadagnare ognuno a suo modo un po’ di immortalità. Come la vede?
“Ho vissuto in “superficie” fino al giorno che mia moglie mi ha lasciato. Fino a quel momento pochi pensieri introspettivi, fingevo di disinteressarmene. Quel giorno è cambiato tutto e per me la miglior cosa è lasciare un esempio, un bell’esempio. Cerco di farlo con mio figlio Matteo (10 anni). Buon esempio significa bei sentimenti, responsabilità, impegno, disponibilità, evitare la banalità e cercare di essere positivi sempre e comunque”.
Ci parli di un’emozione; la più grande o una delle più grandi.
“Veder nascere il mio figlio. Consiglio a tutti gli aspiranti papà di entrare in sala parto. Un’emozione irripetibile, indimenticabile. Ho vinto gare di Rally, di motocross, mi sono immerso a oltre 100 metri di profondità per visitare relitti di navi della seconda guerra mondiale, ho avuto soddisfazioni professionali ragguardevoli. Ma quel momento lì resta in cima a tutto”.