“IL SESSO NELLA RETE: ISTRUZIONI PER L’USO “
L’IMMAGINARIO EROTICO È UNA DELLE COMPONENTI CHE CARATTERIZZANO LA SESSUALITA’ UMANA, CONTRIBUENDO MERAVIGLIOSAMENTE A RENDERLA PIU’ RICCA E SFACCETTATA RISPETTO AL MERO ISTINTO RIPRODUTTIVO A CURA DEL DOTT. DANIELE BONANNO
Psicologo Sessuologo AISPS Roma
Le nostre interazioni quotidiane si articolano tra realtà fisica e contesti online moltiplicando opportunità e insidie peculiari dell’era digitale. Il sesso non fa eccezione e sarebbe difficile analizzare l’attuale cultura sessuale senza un’adeguata attenzione a Internet. In Rete, fin dagli albori, è comparsolo scambio di messaggi a contenuto sessuale in modo rigorosamente anonimo e tra sconosciuti. Poco dopo si è presentata l’opportunità di condividere facilmente immagini, fino alla rivoluzione delle moderne videochat. Da fenomeno sommerso, riservato ai pionieri del Web, la pratica oggi definita “Sexting” è al centro di discussioni e dibattiti mediatici. Molto più che nel passato l’interazione avviene tra persone che si conoscono nella vita reale: si va da situazioni in cui il Sexting promette o anticipa un contatto sessuale “di persona”, non ancora avvenuto, fino alla realtà di coppie consolidate che cercano il sesso “in remoto” come gioco erotico o perché è l’unico possibile a causa della distanza geografica.
Se i moderni mezzi di comunicazione a distanza sembrano consentire riservatezza e libertà di espressione, dobbiamo però tener conto che l’anonimato online è per lo più illusorio e i rischi per la privacy sono elevati. Se una buona esperienza intima si consuma nella magia del momento chat, foto e video possono essere archiviati e utilizzati “in differita”. Questa caratteristica è fonte delle maggiori complicazioni nella sessualità in Rete. Soprattutto tra i più giovani esibizionismo e goliardia spingono alla condivisione di immagini acquisite con un effetto a catena, incontrollabile anche dalla stessa persona che ha iniziato la divulgazione. Pur se poco romantico, c’è poi da mettere in conto che un partner innamorato e premuroso oggi, potrebbe – domani – rivelarsi un “ex” rancoroso e vendicativo: non è raro che file privati divengano strumento di rivalsa e persino di ricatto. D’altronde il fenomeno del cyberbullismo ci ricorda quanto la nostra cultura faccia ancora i conti con una latente colpevolizzazione dell’espressione sessuale e con una malcelata misoginia. Chiunque viva serenamente il sesso e lo consideri un’espressione naturale e positiva della nostra persona, non dovrebbe in alcun caso contribuire alla berlina di chi è stato derubato della propria intimità, astenendosi daldiffondere o commentare immagini private. Realtà come la discussa “bibbia 3.0” (un archivio di file di questo tipo) rivelano il persistere di profonda paura, censura e ostilità verso donne apertamente sessuate. Il tono offensivo e gli intenti lesivi fanno pensare a una moderna caccia alle streghe che ognuno di noi dovrebbe contrastare.
L’offerta di contenuti pornografici ha trovato in Internet il suo contesto preferenziale. Sappiamo come oggi il porno si articoli in moltissime varianti o “categorie” comprendendo produzioni più curate ma anche prodotti di bassa qualità; pur in tale variabilità dobbiamo osservare che il cliché prevalente resta quello di una sessualità meccanica e stereotipata. Ciò diviene preoccupante se pensiamo che frequentemente da un simile modello passano i primi apprendimenti sul “come si fa sesso”. Il risultato di tutto ciò è spesso fuorviante e,da sessuologo, mi trovo sovente a dover rimediare le conseguenze di una cultura sessuale che condiziona e limita la vita intima di giovani e meno giovani. A ben vedere la responsabilità di tutto questo non è da imputare alla pornografia in sé: parliamo infatti di un semplice prodotto da intrattenimento come potrebbe essere un musical o un film di supereroi. Difficilmente prenderemmo alla lettera simili rappresentazioni per orientarci nelle attività quotidiane.
La vera questione è la carenza di fonti che riguardino una sessualità fatta di contatto ed emozioni, non in un’accezione idealizzata o edulcorata ma semplicemente quello che il sesso è nella vita reale. Proprio la perdita di contatto con l’altro caratterizza le nuove forme di dipendenza da pornografia online. In simili situazioni l’eccessivo utilizzo del porno conduce a una progressiva assuefazione allo stimolo visivo e a una chiusura verso l’esterno, interferendo con la naturale condivisione dell’intimità sessuale.
In un approccio sano e consapevole la fruizione della pornografia e in generale l’utilizzo di Internet per scopi sessuali è certamente una risorsa che può stimolare l’immaginario, accorciare le distanze e favorire l’esplorazione del proprio mondo erotico. Le controindicazioni rimandano all’ovvia regola di un utilizzo misurato ed equilibrato specie in una sfera dove il corpo e il contatto con l’altro restano il riferimento principale e più autentico. Il rimescolarsi dei confini di spazio e tempo, peculiare dei contesti online, richiede – come abbiamo visto – una specifica attenzione alla risonanza del nostro agire, che può andare ben oltre le intenzioni del qui e ora. Questo è importante, da qualunque parte dello schermo ci troviamo.