EVENTS&FRIENDS: “Pink Power”

“Pink Power”

QUOTE ROSA: NE ABBIAMO DAVVERO BISOGNO? PER ENTRARE IN UN TEAM, IN UN CONSIGLIO D’AMMINISTRAZIONE (O SULLA POLTRONA PIÙ ALTA DI PALAZZO CHIGI) SERVONO QUALITÀ E CURRICULUM. SI VOLA ALTO SE SI È BRAVI, NON SE SI È CASUALMENTE IN… QUOTA. COME LA PENSIAMO? VEDIAMO, ANCHE, COME LA PENSA VERONICA URSIDA.

di ROBERTO FANTAUZZI

La politica non c’entra. Non serve, pertanto, schierarsi di qua o di là, dire di che partito, di che “colore” siamo. Un colore – invero – ci sarebbe: il rosa; quello delle famigerate quote: ottenere una candidatura di diritto solo perché sei donna; in parlamento, in un consiglio d’amministrazione, in consiglio d’istituto, ovunque. Sei brava o no? Sei preparata o no? Beh, intanto sei una “lei” e già questo “fa curriculum”. Giusto o sbagliato? Perfezioniamo la domanda: ottenere un incarico di prestigio, grazie al fatto di essere donna – magari sfilando la poltrona a qualcuno più preparato, più competente – è giusto e sacrosanto? Qualcuno risponderà che è giusto, perché troppo spesso è accaduto che donne preparate, competenti e brillanti vengano tenute all’angolo perché tuttora i “mondi” nei quali viviamo (mondo del lavoro, della finanza, della politica…) sono saldamente in mani maschili. Ergo, a parità di curriculum,

succede che “lei” venga scartata perché “Lì è meglio che ci sia un uomo”. Ma una risposta così, nel 2023, non è propriamente l’unica possibile. I tempi – per fortuna – sono cambiati. Di più: essendo cambiati i tempi si può dire che prendere posto sulla scrivania più alta di un’impresa (o del “palazzo”) non perché te lo sei meritata con la competenza, l’esperienza, gli studi ma semplicemente perché sei in “quota”… Beh, in certi ambiti, in certe realtà potrebbe rivelarsi addirittura umiliante: c’è chi potrebbe mormorare (o anche gridare) che “Non vali molto, lui era più preparato, più esperto ma siccome tu sei donna, hanno dovuto scegliere te…!”.

Come se ne esce? Non se ne esce del tutto, perché in parte ci restiamo “dentro” fino al collo. Dentro le mille opinioni, i mille distinguo che, a riportarli tutti, bisognerebbe disporre non di due o tre pagine, ma di cinquecento…!

Tento una sintesi: il mondo è cambiato, l’ho già detto. È cambiato e continua a cambiare, per fortuna; già detto “per fortuna”? Beh, repetita iuvant. Un mondo, quello nostro, fatto un po’ a macchia di leopardo, non cambiato ovunque; cosicché (ma avevo già detto pure questo, pardon) in certi ambiti, in certe realtà culturali e sociali la donna è ancora messa all’angolo, perciò le “quote” – in tali situazioni – è meglio non farle finire del tutto in soffitta…

Fine della sintesi, torniamo a noi; al mondo “nostro”, quello delle regine (Elisabeth II in primis), delle scienziate (Ilaria Capua e prima di lei Margherita Hack, Rita Levi Montalcini e tante altre), le imprenditrici (Emma Marcegaglia, Miuccia Prada, Chiara Ferragni, Massimiliana Aleotti…). Poi la politica: abbiamo una donna a Palazzo Chigi e – a prescindere dalle simpatie politiche di ciascuno di noi – possiamo affermare con sicurezza che non ha varcato quel portone a colpi di… vernice rosa. Fin qui tutti d’accordo, quindi chiudo l’argomento presidenza del Consiglio dei Ministri.

Insomma rendiamoci conto; rendiamoci conto che la regina Elisabetta, Lady Gaga, Ilaria Capua, chiara Ferragni, Elisabetta Casellati detengono (o detenevano) un immenso potere nei loro rispettivi campi d’influenza. Le quote? Non c’entrano assolutamente niente; c’entrano invece il carisma, la preparazione, lo studio, l’impegno, il carattere, la forza delle idee; punto.

Un domani, chissà, potrebbero essere introdotte le quote “celesti”. Perché no? Magari il prossimo Dante Alighieri sarà una “danta”, una donna che, stringendo la mano al re di Svezia nell’atto di ricevere il Nobel per la Letteratura, rivelerà al mondo che chi ha ispirato la sua opera non si chiama Beatrice ma si chiama Mario, Frank, John, Ugo, Robert, Massimo… Scherzi a parte, qualcosa è cambiato negli anni, nei secoli. Il “pink power”, il potere della donna non risiede solo nella femminilità, nell’eros, nell’attrazione. Meno male.

Perché, allora, la Rete è ancora piena di “mondi” vecchi? Perché la piattaforma Only Fans ha migliaia di follower e migliaia di… “offerte”?
Giro queste domande (e non solo queste) a Veronica Ursida blogger, influencer (con un passato di wedding planner) e opinionista fissa in “casa” Giletti (Non è l’Arena). Si occupa di dinamiche sentimentali e non solo. Si occupa, in fin dei conti, del pianeta donna. Ed è un’esperta… astronauta.

Veronica, l’Italia ha un premier donna. Credi si tratti di una casualità o il vento sta davvero cambiando?
“La storia ci dice che finora, in Italia, le donne in politica hanno rappresentato un’esigua percentuale e quasi mai rivestendo ruoli apicali. Il fatto di avere oggi una donna a Palazzo Chigi non è casuale: dipende dall’impegno, dalla tenacia e dalla forte passione per la politica e le istituzioni dimostrate da Giorgia Meloni fin da quando era teen-ager; l’impegno dà i suoi frutti e il sesso d’appartenenza, ormai, c’entra poco. Il vento è cambiato, sì: a noi donne finalmente vengono concessi spazi e riconosciute capacità fino a ieri sottovalutate a priori, pur riempiendosi la bocca con la parità dei sessi. Una volta a parità d’incarico “lui” guadagnava più di “lei”. Le cose stanno cambiando, era ora…!”.

Secondo te è plausibile, nel 2023, che una piattaforma come Only Fans possa ancora rappresentare una “scorciatoia” per le ragazze e un angolo di evasione per i maschietti?
“C’è un luogo comune tuttora duro a morire: un uomo che ha tante donne è un playboy, degno di stima. Viceversa una donna con tante conquiste è una gran (…). Il mondo gira attorno al sesso e Only Fans ne è la dimostrazione palese. Peccato per chi ancora cade in questo tranello… Molto meglio, per me, chi fa l’attore hard: più sincero, più consapevole. Anche lì ci vogliono capacità, intraprendenza, intelligenza. Chi invece si propone su Only Fans spesso lo fa per compiacere nell’immediato, illudendosi di aver sbarcato il lunario con poco sforzo. Ma è svilente, degradante, e la figura della donna torna ad essere quella del tempo che fu: oggetto di piacere, corpo, membra.

Quali valori insegni quotidianamente a tuo figlio perché cresca come un vero e proprio “cavaliere”?
“Oggi è ormai un adolescente, pertanto mi “apro” completamente con lui. Cerco di insegnarli l’importanza della libertà, l’amore, imparando a vivere le emozioni senza “comprarle”. Soprattutto non convincersi che tutto ha un prezzo, basta pagare.

“Signori si nasce”, diceva Totò. Ma insegnare ai nostri pargoli l’educazione, la gentilezza e il rispetto non guasta. Loro imparano dai “grandi”, imparano dall’esempio. Per questo ho cercato di “immergere” mio figlio tra persone da ammirare. Oggi, ne sono certa, ha già solide basi per considerarsi un ragazzo… ammirevole”.

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