EVENTS&FRIENDS: “Padri di figlie femmine”

“Padri di figlie femmine”

A VOLTE MI CHIEDO: SONO IO A GIOCARE CON LEI O LEI A FAR GIOCARE ME? E QUANDO SARÀ PIÙ GRANDE,
MI ESTROMETTERÀ DAI SUOI TIK TOK? CHI È PADRE DI FIGLIA FEMMINA MI CAPISCE, È COME APPARTENERE AD UNA CATEGORIA, SENTIRSI MEMBER DI UNO DEI CLUB PIÙ ESCLUSIVI DEL MONDO. SIAMO SEMPRE SINCERI CON LE NOSTRE PICCOLE MUSE? SINCERAMENTE BUGIARDI. PERCHÉ INNAMORATI, SINCERAMENTE, DI… NOSTRA FIGLIA.
NE PARLIAMO CON STEFANO POLLARI UNO DEI TIK TOKER PIÙ IN VOGA DEL MOMENTO.

di ROBERTO FANTAUZZI

Nel ricco, variegato – e anche un po’ complicato – mondo dei social media, si è affermata da qualche tempo una nuova tendenza: condividere con i follower momenti di vita quotidiana con le proprie figlie. Succede ai papà; e succede che… si diventa genitori. Succede dalla notte dei tempi e succede anche nel XXI Secolo. Nel XXI secolo, poi – questo è cominciato lungo la “coda” del XX – siamo tutti immersi, chi più chi meno, nei “social”. Qualcuno vi nuota agevolmente da tempo, altri sono ancora alle prime timide bracciate. Altri ancora – non moltissimi per fortuna – sono andati troppo “al largo” e, non essendo ben allenati, chiedono l’intervento di una scialuppa.

I social: c’è chi li frequenta di sfuggita, chi ne assume dosi massicce e chi li sfrutta con maestria. Tutto questo si sa, lo sappiamo. Quindi mi fermo? Ancora no. Devo dire un’ultima cosa: se li maneggiamo bene, i social non sono una malattia; niente influenza, ma tanti… influencer.

Si può diventare influencer pianificando il tutto a tavolino (non faccio nomi, ne conoscete a bizzeffe) oppure… Oppure quasi per caso; basta essere un papà; un papà innamorato, innamoratissimo della propria figlia. Chi non lo è? – obietterete. Lo siamo tutti, certo.

Qualcuno tra questi “tutti” ha deciso di condividere questo amore e tutti i suoi “pezzetti” (ore e istanti di vita quotidiana, gioco, emozioni, paure, riso, pianto, mal di pancia, e chi più ne ha più ne metta) nei social, You-Tube e Tik Tok in primis. Sono tanti i papà in Rete che hanno “irretito” migliaia di follower appassionati che seguono con trepidazione le vicende della “first lady” di turno e del suo genitore perdutamente innamorato di lei. Una delle coppie più celebri è quella composta da papà Stefano Pollari e sua figlia Ilary.

Stefano è romano, ha 33 anni e – con la piccola Ilary – ha sfondato il muro del milione e mezzo. Sì, un milione e mezzo di follower su Tik Tok; per non parlare di You-Tube, FB e via “socializzando”.

La storia di Stefano è fatta di “alti” e di “bassi”; di momenti di difficoltà poi superati, in gran parte, proprio grazie a questo “gioco” intrapreso con la piccola Ilary.
Raccontare la propria quotidianità, i momenti – compresi quelli più “piccoli”, quelli apparentemente insignificanti – della giornata, condividerla, commentarla insieme a chi ti segue. È un gioco, sì; un gioco che consente a noi papà (anche io lo sono, anche io ho la mia “first lady” e so bene di cosa parlo) di avvicinarci ancora di più alla nostra “lei”. Di conoscerla meglio, di partecipare alle sue emozioni, stemperare le sue paure e anche – perché no – far sì che sia proprio lei a trarci d’impaccio; perché noi, grandi e grossi, maggiorenni e “vaccinati”, fingiamo di sapere tutto, ci vantiamo di essere coraggiosi ma poco dopo, prima o poi, cediamo alla nostra fragilità. È un momento, uno solo; può durare qualche secondo ma anche qualche ora; o addirittura qualche mese. Succede a tutti. Succede anche ai papà giovani e forti. Succede, però, che la nostra “first lady” ci aiuta a risalire in sella. Basta giocare; basta sapersi mettere, e rimettere, in gioco.

Vivere le vicende più ordinarie in maniera straordinaria; il gioco è tutto qui. Facile? Dipende dai casi; dipende da chi, come, quando. Il gioco ci travolge; il gioco dura una vita o un’ora. Ma è la nostra ora, il nostro giorno, la nostra vita. Una vita e una figlia. Quella unica, irripetibile, colma di sogni, di risate, di lacrime, di abbracci, brividi, angosce, risvegli e colpi di sonno. La nostra figlia. Qualche domanda: chi gioca con chi? Chi comincia? Chi detta le regole? E poi: c’è qualcuno che bara?

Non ci sono risposte univoche e, di sicuro, non sarò io a fornirle. Ad ogni modo qualche punto fermo c’è. Il primo è l’amore per la nostra “first lady”. Un amore che, come tutti gli amori, ci porta a fare passi falsi, a cadere e rialzarci, e anche a raccontare – e raccontarci – qualche balla.

Non a caso Stefano Pollari, sulla scia di queste e tante altre domande, ci ha scritto un libro; titolo: “I papà sono bugiardi” nel quale racconta prima di tutto l’amore per sua figlia, per Ilary. Bugiardi perché? Bugiardi come? Bugiardi quando? Dovrei rispondere semplicemente esortando tutti a leggere le 152 pagine del volume (Mondadori, collana Webstar). Oppure, azzardando un po’, dire semplicemente che dopo aver passato giornate intense dove provi a dare il massimo per compensare le ore in cui non ci sei, quelle nelle quali lei non ti vede, non ti sente e non può giocare con te, quando la devi lasciare, quando devi dirle “Andiamo a dormire” fingi che va tutto bene anche se – sotto sotto – non la pensi così; perché vorresti restare ancora; restare con lei.

Padri e figli; padre e figlia. Una storia, mille avventure. Succede a me, succede a tanti.
Vediamo di capirne di più proprio con l’aiuto di Stefano.

Come sono nati i vostri video?
È nato tutto casualmente facevo già da anni dei video nel web di varie tipologie comiche e non; Ilary nel crescere si è ritrovata dentro. Interagiva volentieri, si prestava e man mano è diventata la ma compagna di avventure fino al punto che a 6 anni spesso è lei a suggerire scenette simpatiche da fare insieme.

In che modo il successo sui social ha cambiato il vostro rapporto personale?
Difficile da spiegare in quanto solo un genitore può capire certi giochi di sguardi, di cenni, di parole non dette… fortunatamente anche per quello che facciamo abbiamo avuto molte esperienze e siamo legati ancora di più. Talvolta mi sembra di stare con un amico.

Pensi che questa avventura ti abbia permesso di riscoprire il tuo lato bambino?
Sicuramente si. Sono figlio di separati e tante cose le avevo perse o mai vissute… quello che faccio con lei mi permette di tornare indietro e rivivere alcune situazioni, ma la magia sta nel viverle con mia figlia ed è tutto più bello!

Che cosa ti ha insegnato tua figlia attraverso questa forma di divertimento e sintonia tra di voi?
Penso che genitori, specialmente per i papà, ci si diventi sempre più ogni giorno che passa… ogni giorno, ogni piccola circostanza è una lezione di vita. Alcune volte lei indirettamente mi insegna qualcosa; e più cresce lei come “donna” più cresco io come uomo.

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