Intervista esclusiva a Noemi Batki
DI BEATRICEGENTILI
Tuffatrice italiana con un palmarès di tutto rispetto e Caporal Maggiore Scelto del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito, Noemi Batki, dopooltre dieci anni di carriera sportiva, dimostra ancora un’energia esplosiva. Se la passata stagione non ha conseguito i risultati sperati, l’azzurra è in cerca della sua rivincita: “Sento che manca ancora qualcosa” ci racconta; e il prossimo obiettivo potrebbe essere Tokyo 2020.
Noemi, lo scorso mese hai trionfato ai Campionati Indoor Italiani. Cosa ha significato per te questo risultato?
Un grande e importante rientro. La stagione passata è stata costellata da infortuni e, onestamente, ho temuto di non poter più gareggiare ad alti livelli. Aver conseguito questa vittoria conta molto per me.
Come accennavi, la tua passata stagione, conclusasi con il mancato raggiungimento del pass per le semifinali di Rio, è stata piuttosto travagliata. Da dove hai deciso di ripartire per prepararti al nuovo quadriennio sportivo?
Sto puntando su una nuova preparazione atletica. Il mio staff è leggermente cambiato e ho l’impressione che tutto stia funzionando nel modo giusto. So di avere dalla mia parte anche il supporto della Federazione e del Centro Sportivo Olimpico Esercito.
Cosa non ha funzionato in Brasile?
Gareggiare con una microfrattura al dito, quando si tratta di entrare in acqua a circa 70 km/h, non ti mette sicuramente in una condizione favorevole. Consapevole di questo, anche a livello psicologico, ero compromessa.
Quali obiettivi ti sei prefissata per il futuro?
In questi quindici anni di carriera non credo di aver giocato tutte le mie carte, manca ancora qualcosa. Adesso voglio concentrarmi sui mondiali di Budapest e penso di avere le energie giuste per poter puntare anche a un altro quadriennio sportivo. Intendo affrontare le gare future con estrema serenità: in questi anni ho accumulato esperienza e con l’avanzare dell’età è giunto il momento di concentrarsi soprattutto sulle strategie per far rispondere al meglio il corpo.
Cosa significa per un’atleta, dal punto di vista sportivo e psicologico, avere la propria madre come allenatrice?
Ha i suoi pro e i suoi contro. Nell’adolescenza ho spesso trasferito a casa i problemi della piscina. Oggi, invece, avere mia madre come allenatrice è solo un vantaggio: ho accanto una persona che mi conosce, che capisce quando è il momento di lasciarmi sola o starmi accanto; e sa quando ho bisogno della mamma e non dell’allenatrice.
La tua gara più bella?
A Budapest, mia città natale, quando ho conquistato la prima medaglia europea. Lì sono sbocciata: è stato il mio primo trionfo e il momento in cui si è consolidato lo staff con cui, almeno in parte, tuttora lavoro. Ricordo gli ultimi due tuffi fatti – vicini alla perfezione –,le tribune in standing ovation, le lacrime che non scendevano tanto era grande la gioia e il lungo abbraccio con mia madre.
Che ruolo ha giocato nella tua formazione sportiva la presenza del Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito?
Hanno creduto in me prima ancora che ottenessi dei risultati. Il centro Sportivo Olimpico dell’Esercito è un Reparto d’eccellenza e avere queste persone al mio fianco è ancora oggi una costante iniezione di fiducia. Negli alti e nei bassi l’Esercito mi ha sempre sostenutacome ad esempio lo scorso anno a Rio, nonostante la performance.
Quanto hanno ancora da dare, per te, i tuffatori italiani contro i cyborg cinesi?
Nel nostro Paese c’è ancora tanto da lavorare, ma con il ricambio generazionale avremo buone possibilità. La nostra attuale Nazionale è ottima, ma i nuovi atleti stanno iniziando a proporre tuffi sempre più difficili. Non so se riusciremo a eguagliare i cinesi, ma è probabile che avremo, almeno, la possibilità di avvicinarli.
Nelle questioni della vita, oltre che in piscina, sei abituata a tuffarti?
Di tempo fuori dall’acqua ne rimane poco, ma lo spirito con cui mi approccio alla vita di tutti i giorni è sicuramente lo stesso.
Un consiglio alle giovani leve di questo sport.
Non arrendetevi mai; perseverate. Puntate su una valida preparazione fisica e lavorate sull’estetica: sono due elementi fondamentali. Il lavoro e il sacrificio vengono sempre ripagati.