Grandi o piccole, “storiche” o “start-up”, le imprese del Belpaese fatturano passione. Vale anche per quelle che hanno scelto Be Different per farsi conoscere e ri-conoscere. In questa rubrica diamo la parola a quegli uomini e quelle donne che, insieme, portano avanti l’azienda Italia.
Stefano Delvecchio: ambizione e libertà, la visione dietro un’impresa
a cura di Beatrice Gentili
Costruire esperienze attorno alle persone, personalizzando i servizi e dimostrando capacità di ascolto. È questo ciò che rende Chiavi di Roma Immobiliare molto più che un’agenzia, ma un nuovo modo di gestire la vendita di immobili e di portare la propria realtà professionale verso il futuro. Nata da un’idea di Stefano Delvecchio, oggi rappresenta una solida realtà pronta ad abbattere ogni limite con la sua tridimensionalità.
“Quando scelsi di entrare nel mercato immobiliare con un mio progetto avevo alle spalle già tanti anni di esperienza in questo settore. Avevo avuto modo di appassionarmi a questa professione anno dopo anno, stando continuamente a contatto con le persone.
A un certo punto, però, ho sentito la necessità di crescere e di diventare il tipo di agente immobiliare che non avevo ancora incontrato lungo la mia strada, ma soprattutto di creare qualcosa che mi permettesse di superare i limiti delle realtà imprenditoriali attive in questo settore: volevo seguire i miei clienti e i loro amici dappertutto, senza limiti geografici imposti. Semplicemente, desideravo più libertà. È stata una sfida con me stesso; sai che ogni giorno sarai tu a metterci la faccia e dovrai avere il coraggio di sbagliare. Sa, sono convinto che non sia mai giusto parlare di fallimento, anzi abolirei l’uso del termine “fallito”, perché una persona che è caduta non ha fallito ma ha semplicemente imparato qualcosa che, al passo successivo, gli permetterà di avere più successo.
Stefano, qual era il sogno dietro il suo progetto imprenditoriale?
Dare vita a un’agenzia immobiliare che azzerasse le distanze tra impresa e cliente, costruendo con loro un rapporto di fiducia duraturo. Volevo che le persone si sentissero protette e riconosciute nella loro identità, senza finire in un sistema che vince in termini di grandezza e presenza sul suolo italiano, ma in cui nessuno sa chi sei. Così è nata Chiavi di Roma Immobiliare, per affiancarti in qualunque necessità, garantendo serietà, competenza e una grande attenzione per i dettagli. Curo ogni minimo aspetto: mi piace puntare sulla qualità perché so che chi ne capisce saprà apprezzarla e, allo stesso tempo, mi rende felice l’idea di offrire il meglio anche a chi non dà lo stesso peso a queste cose. I nostri clienti ricevono consulenze personalizzate, alla ricerca della soluzione più adatta alle loro esigenze.
È questa la chiave delle future agenzie 2.0?
Lo è rispettare il nostro lavoro, essendo sinceri nelle valutazioni con i clienti. Non dobbiamo superare la concorrenza facendo stime al rialzo, ma dimostrando professionalità. Ed essere professionali significa anche valutare un immobile con un prezzo che delude le aspettative di chi abbiamo di fronte, piuttosto che promettergli risultati irraggiungibili, che potrebbero generare danni. Tutto parte dalla fiducia. E poi, non si tratta solo di vendere o affittare case, ma di accendere delle idee.
Cosa intende?
L’esperienza maturata in questo campo e la mia passione per il design e gli ambienti mi hanno insegnato a ripensare il modo di vedere gli spazi. Questo mi permette di raccontare nuove storie, cambiare la strategia pubblicitaria, ma soprattutto ampliare il bacino di possibili acquirenti interessati a un immobile. Pensiamo a un’abitazione molto grande, che apparentemente potrebbe essere venduta solo a chi cerca ampi spazi. Quella stessa superficie potrebbe essere proposta anche come un ambiente da frazionare in più appartamenti con nuovi accessi indipendenti. In questo modo si offrono delle opzioni alternative attraverso delle planimetrie digitali, andando a proporre nuove soluzioni diversificate per tutti i tipi di clienti, tramite diversi canali pubblicitari.
Cosa significa fare impresa nel Belpaese?
Avere i nervi saldi e fiducia nei propri mezzi, soprattutto in momenti storici come quello che stiamo attraversando. Bisogna imparare a confrontarsi con realtà diverse e a relazionarsi con tutti i tipi di persone.
Insomma, una questione di coraggio e ambizione.
L’ambizione è stata il motore di ogni mia scelta, ma non ho mai lasciato che mi accecasse. Bisogna mettersi in gioco, accettare qualunque sfida, ma avere anche la serietà di rinunciare qualora non ci si senta adatti. E poi, quando si sceglie di allargare il proprio sguardo, si deve essere pronti a gareggiare con molti più competitor.
A proposito di ambizioni, qual è la sfida che ancora non ha vinto e che le piacerebbe affrontare?
Vorrei gestire la vendita di un intero palazzetto al Tridente, ripensarne gli usi e gli spazi per creare un progetto tutto nuovo.
Qual è stata la sua più grande soddisfazione professionale in questi anni?
Credo che per ogni imprenditore la gioia più grande, al di là delle proprie velleità, sia dare opportunità di lavoro ad altre persone, e attraverso queste vederle realizzare progetti e crescere le loro famiglie. Senti di aver messo un mattoncino nella loro vita e ha un valore inestimabile. È ciò che rende davvero orgogliosi di guidare un’impresa.