Grandi o piccole, “storiche” o “start-up”, le imprese del Belpaese fatturano passione. Vale anche per quelle che hanno scelto Be Different per farsi conoscere e ri-conoscere. In questa rubrica diamo la parola a quegli uomini e quelle donne che, insieme, portano avanti l’Azienda Italia.
Andrea Cresci: “La passione e le persone ‘giuste’ sono la ricetta per restare sul podio”
Si fa presto a dire imprenditore; ancor meno ci vuole per dire manager, “AD” o – per gli inguaribili filo-yankee – “CEO”. Lo diciamo – e lo leggiamo – mille volte al giorno: “Hai visto? L’hanno nominato… Guarda guarda chi c’è al timone di…”.
Sì il timone, la scrivania, la poltrona “più alta”. Noi leggiamo, apprendiamo un nome, scorriamo velocemente un curriculum e ci diciamo: “Beh, buon per lui”. E, un secondo dopo: “Beato lui: facile navigare quando sei il capitano; come se la caverebbe da semplice marinaio?”.
Confessiamolo, ammettiamolo; vuotiamo il sacco e liberiamoci la coscienza una volta per tutte: quante volte l’abbiamo pensato? Quante volte abbiamo immaginato – quanto meno finché non ci siamo trovati noi stessi nella cosiddetta “stanza dei bottoni” – che quel lavoro è un “non lavoro”? Cioè a dire: scorri i bilanci, fai un’overdose di public relation (ergo: cene e Hotel a 5 stelle) e passi il resto del tempo a dar disposizioni all’equipaggio.
Beh, smettiamola di fantasticare; smettiamola soprattutto con i luoghi comuni e, visto che ci siamo, torniamo sulla terraferma; perché qui il mare non c’entra: niente navi o barche, niente timoni o marinai.
Dal timone al volante; dalle onde all’asfalto. Non si salpa, ci si mette alla guida. E Andrea Cresci, entrepreneur “under 50”, è alla guida di Zerocento, concessionaria Toyota e Lexus che si declina – a Roma – in numerosi show-room nei quattro angoli della Capitale.
Il mercato dell’auto, negli ultimi anni ha vissuto momenti incerti e, talvolta, dei veri e propri momenti “no”. Chi più e chi meno, certo. Dipende dal brand, dalle scelte progettuali della Casa. E il dealer? Dipende anche – e soprattutto – da lui. Siamo arrivati al punto: Toyota e Lexus, nella Capitale, marciano col vento in poppa (ahi noi, ricaschiamo nelle metafore marinare; pardon).
Come hanno fatto? Meglio: come “ha” fatto? Non ci resta che chiederlo al diretto interessato.
Dottor Cresci, ci parli della sua avventura; e di quella di Zerocento.
“Zerocento nasce nel 1996, 24 anni fa. Nasce dalla volontà di sviluppo dell’azienda di famiglia che fino a quel momento era legata al marchio Renault. Scommettemmo su Toyota proprio perché allora era – nel Belpaese – un brand poco conosciuto: si vendevano soprattutto fuoristrada o modelli sportivi. Con una buona dose di lungimiranza scegliemmo di puntare su quelle auto e quelle idee del Sol Levante. Si pensi che Toyota già nel 1997, quando gli altri costruttori neppure ne parlavano, iniziava a lavorare e a sviluppare la mobilità sostenibile, i motori ibridi… Chi semina raccoglie, si dice. Toyota ha seminato bene. Per questo, anche nei momenti più bui del mercato, il marchio ha potuto competere a testa alta”.
Va bene, ma non bastano le idee degli ingegneri, dei progettisti. Un’auto, benché dotata di prestazioni eccellenti e più “verde” che mai, va “raccontata” e… venduta. Per non parlare del pianeta post-vendita. Qui il gioco si fa duro; e in gioco ci siete voi concessionari. Come si fa?
“Si fa mettendo in squadra le persone giuste. E per “giuste” non intendo solo il curriculum zeppo di referenze; guardo le persone anche da un punto di vista extraprofessionale: le emozioni, le passioni, il carattere… Ovvio che debbano esserci le competenze tecniche, l’esperienza. Ma per fare squadra, per essere davvero affiatati ci vuole empatia, intesa. Talvolta uno sguardo, una mezza parola, un cenno tra me e un collaboratore val più di mille riunioni”.
Veniamo al cliente: bisogna ascoltarlo, assecondarlo o…?
“Parola d’ordine: ospitalità. Chi viene qui non entra in un “negozio” di automobili. Entra in un salotto, vuole essere ascoltato ma vuole anche ascoltare. Ascoltare consigli, certo. Ma non solo “consigli per gli acquisti” come direbbe il buon Costanzo. Bere un caffè, chiacchierare del più e del meno; insomma sentirsi tra amici e non circondato da una banda di “piazzisti”…”.
Ha ragione il dottor Cresci, chi semina raccoglie. E Zerocento ha raccolto nel 2019 il “Toyota Ichiban Award”, premio che la Casa nipponica conferisce ai migliori concessionari d’Europa.
Ospitalità, lungimiranza e “fare squadra” con i collaboratori. La ricetta, insiste Cresci, è tutta qui.
A proposito di ricette: dal 2016 è aperto in viale dell’Arte (Eur) Aqua by Lexus, primo ristorante legato a doppio filo con un brand automobilistico. Com’è nata l’idea?
“È nata dopo un viaggio in Giappone dove, come sempre, si resta piacevolmente colpiti dall’ospitalità che, da quelle parti, si muove lungo riti dal sapore quasi religioso. Chi viene da Aqua Lexus, che sia o meno un cliente Lexus, lo introduciamo in “quel” mondo; anche qui senza stargli addosso, niente consigli per gli acquisti, niente venditori stile “porta a porta”. Ancora e sempre salotto, incontro, amicizia…”.
Per non parlare dei sapori, aggiungiamo noi.
Ultima domanda, anzi ultime due: in Italia c’è ancora spazio per chi vuol fare impresa? Consiglierebbe questo percorso a chi ha oggi vent’anni?
“Le opportunità ci sono e ci saranno sempre. Basta avere idee, basta crederci e – soprattutto – portarle avanti con perseveranza, anche a costo di andare controcorrente. Vale anche per i più giovani: mettetevi in gioco, mostrate il vostro valore. Per chi lo fa il lavoro non mancherà mai”.