GLORIA “CHI LOTTA PUÒ PERDERE,CHI NON LOTTA HA GIÀ PERSO!”
VALIGIA SEMPRE A PORTATA DI MANO, LIBRI E RIVISTE SOTTO BRACCIO E UN BAGAGLIO DI ESPERIENZE LAVORATIVE E PERSONALI IN GIRO PER L’EUROPA. GLORIA, MODELLA E ACCANITA COLLEZIONISTA DELLA RIVISTA “VOGUE”, AMA VIAGGIARE MA SOPRATTUTTO RITORNARE NELLA SUA AMATA ITALIA. ECLETTICA E SOGNATRICE, È UNA PERSONA TUTTA DA SCOPRIRE!
Un tuo breve identikit.
Sono nata a Pescara ma da quattro anni vivo a Roma, dove mi sono trasferita per studiare Scienze della Formazione in Servizio Sociale. Frequento il terzo anno e mi mancano pochi esami per terminare la triennale. Sin da bambina ero un’appassionata di moda e, all’età di 17 anni, questa passione si è trasformata nel mio lavoro. Mi definirei una persona allegra ma soprattutto eclettica, una qualità che credo rispecchi l’essenza della moda.
Cosa ha significato per te trasferirti?
Sono stata abituata da piccola a viaggiare ad ogni latitudine, da Washington D.C. fino a Caracas e Parigi, per il lavoro dei miei genitori. Vivere da sola ha rappresentato per me un’opportunità di crescita e non avendo mai amato stare troppo tempo in un luogo, il trasferimento è stata un’esperienza piacevole.
Cosa vuol dire viaggiare?
È scoprire gli altri e se stessi. Mettersi in gioco. È un’esperienza da fare quanto più possibile! Io provo a partire appena posso… E poi viaggiare consente di riscoprire, ogni volta, quanto sia bello tornare a casa dai propri affetti.
Cosa accomuna la tua scelta universitaria al tuo lavoro?
Sono una persona versatile e molto curiosa. Ho tanti in- teressi e tante passioni e ciò che studio e quello che faccio ne rappresentano delle sfaccettature.
Perché non sei una fumatrice?
È un vizio che non mi ha mai attirato e di cui non sento il bisogno. Inoltre nessuno dei miei genitori è stato fumato- re e forse anche questo può avere inciso.
Cosa ritieni spinga i giovani a fumare?
Il bisogno di apparire interessanti e di sentirsi parte di un gruppo spesso fatto di persone accomunate solo da questo. Ormai i ragazzi parlano sempre di meno e i gesti, come quello del fumare, sembrano l’unico espediente per apparire audaci e attirare l’attenzione.
Come pensi si possa disincentivare questo fenomeno?
Credo che sarebbe innanzitutto fondamentale riabilitare l’immagine del ragazzo “popolare” legata allo stereotipo del giovane con la sigaretta in mano. Inoltre, l’aumento dei prezzi potrebbe essere un buon deterrente.
Se dovessi immaginare la tua vita tra qualche anno, come e dove ti vedresti?
È una domanda alla quale non so rispondere perché, per carattere, nella vita mi lascio aperta ogni possibilità. Il mio sogno nel cassetto è di diventare il volto di un brand importante, quindi se dovesse presentarsi l’occasione per un salto di qualità sarò pronta a coglierla! Nel frat- tempo continuerò a studiare e a coltivare i miei interessi. Dunque, come ci dicevi, il servizio fotografico per Be Different non è stata la tua prima esperienza nel settore.
Finora con quali marchi hai collaborato e quali esperienze hai affrontato?
Ho fatto un po’ di tutto, da viaggi per il brand di Schwarzkopf che mi hanno portato a Barcellona e Zurigo a sfilate durante l’Altaroma e telepromozioni su Canale 5. Inoltre ho lavorato per Fendi, Bulgari e tanti altri marchi e ho partecipato a Miss Italia.
Cosa ti piace del posare dietro l’obiettivo?
Mi sono avvicinata al mondo della moda da piccolissima, ammaliata da vestiti, scarpe e accessori. Collezionavo le riviste “Vogue”. Mi ha sempre affascinato l’immagine di raffinatezza che possono trasmettere i vestiti. Più tardi sono entrata a contatto con la moda sotto suggerimento di terzi, come spesso capita, avvicinandomi sempre di più all’ambiente, tra set fotografici e passerelle. Vedermi sopra una rivista mi fa sempre effetto… Specialmente quando si tratta di “Vogue Italia”.
Guardando al passato c’è un’occasione persa della quale ti penti?
Sì. Quand’ero piccola mi proposero un contratto lavorativo in Cina. Sarei dovuta stare lì per un lungo periodo e i miei genitori non se la sentirono di farmi partire, anche perché non avevo ancora terminato gli studi. Oggigiorno riesco a comprenderli più di allora, ma devo ammettere che mi sarebbe piaciuto molto andarci. Dopo quella volta sono convinta che sia meglio fare qualcosa e poi pentir- sene piuttosto che non farlo affatto.
Se dovessi racchiudere i tuoi pensieri in una frase quale sceglieresti?
Riallacciandomi a quanto detto precedentemente, direi “Chi lotta può’ perdere, chi non lotta ha già’ perso.”