Riccardo Terrana “La mia vita tra la moda e l’improvvisazione”
Modello, attore e studente di Scienze Politiche, nonché figlio d’arte, nella vita ama coltivare le sue passioni come il disegno in carboncino e digitale. Tra uno spettacolo e uno shooting, il bel romano si diverte a fare ritratti, caricature e vignette satiriche.
Negli ultimi anni ti stai facendo largo tra le giovani promesse della moda, diventando protagonista di diverse campagne pubblicitarie. Dove inizia la tua storia in questo settore?
Fin dall’adolescenza ho cominciato con i fotoromanzi, ma si trattava di un hobby più che di una vera e propria passione, che invece è sbocciata dopo. Mi è sempre piaciuto il concetto di immagine declinato in qualsiasi modo e all’inizio, incitato anche dalle persone intorno a me, ho cercato di sfruttare il mio aspetto come un risorsa.
Tua madre è un’importante improvvisatrice italiana. È stata lei a trasmetterti la vocazione per la recitazione?
Sicuramente grazie al suo lavoro ho respirato fin da bambino l’atmosfera dei teatri. A quindici anni ho frequentato i primi corsi e, con il tempo, ho scoperto di avere delle capacità che sono determinato a sviluppare. Ho studiato improvvisazione ma anche recitazione su testo, perché oltre alla creatività volevo migliorare anche il resto. Negli ultimo anni ho recitato in diversi spettacoli di improvvisazione, da Sing! Il festival della canzone a Shakespeare in Love.
Perché proprio l’improvvisazione?
È una forma di teatro speciale che ti consente di conoscere i lati più nascosti della tua fantasia e di dare valore a tutto questo, diversamente da quanto avviene nella società in cui viviamo dove, piuttosto, ogni distanziamento dall’ordinarietà viene ostacolato dalle convenzioni sociali. Nel teatro di improvvisazione ogni iniziativa ha una conseguenza che deve essere sfruttata grazie alle proprie abilità ma soprattutto alla capacità di saper ascoltare gli altri prima di se stessi. È un insegnamento anche per la vita, perché impari che dire no significa distruggere una risposta da parte dell’altro.
Cos’è per te la creatività?
Nella mia quotidianità si traduce nelle mille idee bizzarre che mi passano per la mente. Quando sono per strada mi immagino le storie delle persone che incontro: cosa potrebbero fare, cos’hanno fatto poco prima… La recitazione, la moda, il disegno, sono tutte forme di arte che permettono di manifestare una parte della propria essenza. La recitazione permette di dare vita alle emozioni, con il disegno comunichi ciò che non riusciresti a dire attraverso le parole, mentre la moda è uno spazio espressivo.
Questo tuo estro creativo come si unisce alle Scienze Politiche?
Mi ha sempre incuriosito l’idea di poter comprendere meglio la natura di ciò che ho intorno, discutere di politica. Avere una competenza in questo ambito credo possa essere utile indipendentemente dal risvolto lavorativo che potrebbe assumere il mio impegno attoriale.
Come vive chi vuole fare il tuo mestiere la situazione attuale?
Sono – siamo – in un’età dove moriamo dalla voglia di scoprire cose nuove e sviluppare le nostre idee. La voglia di darsi da fare e creare di più, oggi, si scontra ogni giorno con qualcosa di molto più grande di noi. Da matricola trovo le università vuote ed è molto deprimente, e poi i teatri chiusi e le sfilate ferme. Questo continuo rimandare per chi ha i miei anni significa essenzialmente perdere tempo prezioso. Nel settore dell’immagine ogni anno pesa oro. Tutto questo, d’altro csnto, ci ha insegnato a fare una selezione dei rapporti importanti: si è perso il senso di essere amici di tutti, ma si è iniziato a coltivare solo le relazioni che contano davvero. La speranza è che tutto finisca presto e che si trovi anche il modo per supportare il mondo del teatro, non calcolato al pari degli altri, e quello delle arti audio-visive.
I tuoi progetti per il futuro?
Quando la situazione sarà più serena vorrei trasferirmi per lavoro in Lombardia. Nei mesi scorsi ho firmato con un’agenzia di Milano e spero che alcuni casting legati al mondo del cinema vadano in porto. Il mio sogno sarebbe quello di poter recitare in una comedy series. Sono un amante del surreale e di tutto ciò che riesce a strappare un sorriso allontanandosi dalle preoccupazioni della quotidinità.