COPERTINA LUI:”Leonardo Mercanti”

Ex nuotatore professionista, ha gareggiato con i grandi di questo sport, da Filippo Magnini a Federica Pellegrini, qualificandosi tra i primi venti nella categoria Assoluti. Poi è arrivato il grande stop e Leonardo, come una fenice che risorge dalle ceneri, ha lottato per riprendersi con le unghie e con i denti il suo futuro. 

 

Ex campione regionale di nuoto fino a quando è arrivato il tuo addio a questo sport. Raccontaci la tua storia…

Fino a cinque anni fa ero un nuotatore professionista. La mia carriera in questo sport era iniziata molti anni prima, spinto da mia madre che mi gettò, piccolissimo, in vasca. Mi allenavo oltre quattro ore al giorno e i risultati non tardarono ad arrivare. Prima campione regionale, poi la qualifica agli Assoluti di nuoto e la partecipazione ai Campionati giovanili nazionali. Il mio futuro sembrava essere questo, finché una visita medico sportiva ha stroncato tutti i miei sogni. Avevo diciotto anni quando mi riscontrarono una cardiomiopatia ipertrofica al ventricolo sinistro. Quando uscii da quella stanza mi crollò il mondo addosso. Il mio allenatore aveva parlato poco tempo prima con le Fiamme Oro per farmi fare un contratto e arruolarmi con loro – ero pieno di gioia – ma in quel momento sapevo che nessun medico sportivo mi avrebbe più lasciato fare attività agonistica.

L’abbandono del nuoto è stato immediato?

Sì, anche se la mia testa mi diceva di continuare, sapevo che nessuno mi avrebbe sostenuto in questo. Nonostante il mio problema non sia poi così grave come lascia pensare la parola, devo curarmi con dei betabloccanti, per far sì che il mio cuore non superi un certo numero di battiti, controllando così la frequenza.

Oggi che rapporto hai con l’acqua?

Ammetto che all’inizio non volevo più avvicinarmi alla piscina: non ho toccato l’acqua per tre anni. Quando ho iniziato a fare l’assistente bagnante nello stesso posto in cui mi allenavo, vedere i miei compagni nuotare era struggente. Non è stato facile superare quel dolore. Mi sono ritrovato all’improvviso senza nulla in mano: nella mia vita avevo solo nuotato, non vedevo altro nel mio futuro. Lentamente ho provato a fare pace con il fatto che sarei dovuto diventare qualcos’altro, smettendo di guardare al passato e provando ad andare avanti.

Chi è il nuovo Leonardo?

Una persona che affronta la vita senza pensarci due volte. Non mi piace la monotonia, voglio vivere di nuove sfide. Il nuoto mi ha insegnato a rispettare le regole, a non abbattermi alla prima sconfitta e a imparare a camminare con le mie sole gambe. Dalla mia patologia ho imparato a reinventarmi.

Da dove sei ripartito?

Ho cercato di costruirmi una nuova identità professionale, cercando qualcosa in cui riuscissi a rispecchiarmi. Ho fatto tanti piccoli lavori, fino ad approdare in un negozio d’abbigliamento. Ho scoperto che nel mondo della moda riuscivo a sentirmi me stesso e ho iniziato a fare qualche shooting come modello. La prima volta che mi hanno chiesto di posare davanti all’obiettivo ho rivissuto delle sensazioni che credevo non sarei mai più riuscito a provare. 

È stato bellissimo, e il grande insegnamento che oggi mi porto dietro è che non bisogna mai mollare o smettere di porsi nuovi obiettivi. È importante inseguire i propri sogni e credere nella felicità. Ora il mio sogno è sfilare con i grandi stilisti e per marchi del calibro di Yves Saint Laurent. Se mai dovessi riuscire a diventare un modello di successo, mi piacerebbe che la mia storia diventasse un racconto, magari un film. La testimonianza ideale per cui, nella vita, si può sempre riscrivere il finale.

 

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