Sergio Maresca: “Conosci te stesso per essere felice”
Romano, 20 anni, Sergio ha già conosciuto il senso della vita. Appena diplomato, ha una passione incondizionata verso lo sport e il calcio. Nel corso degli anni ha dovuto affrontare molte difficoltà, ma non ha mai perso la sua tenacia verso ciò che vuole essere. Testardo, tenace e alla ricerca della felicità, è in rotta verso ciò che vuole essere senza dimenticare ciò che davvero conta.
Sergio, parlami di te.
Vivo a Roma, ho frequentato il liceo Dante e da poco ho appena concluso il mio percorso di studi, durato più del dovuto per via della bocciatura subita il primo anno. Sono felice di aver portato a termine i miei studi nonostante tutte le difficoltà che ho incontrato nel corso degli anni e di aver portato gioia ai miei cari con questo mio raggiungimento. Sono stato bocciato il primo anno di liceo e ritengo che quella esperienza mi abbia portato ad essere ciò che sono oggi. Ricordo che passai l’estate intera a studiare per cercare di recuperare le materie in cui ero insufficiente per poi essere bocciato dopo gli esami di riparazione di settembre. Fu inizialmente una grande delusione ma ne sono uscito cambiato.
Da quel momento in poi mi sono sentito responsabilizzato e maturato e ogni cosa che ho intrapreso l’ho fatta con sentimento. Negli anni successivi ho avuto modo di recepire una delle lezioni più importanti sotto il punto di vista scolastico ossia che si studia per cultura personale e non solo per senso di dovere. Raggiungere il traguardo della maturità mi ha permesso di credere in me stesso e nelle mie capacità anche perché gli ultimi anni li ho vissuti affrontando il distanziamento e la didattica a distanza per via del covid. Sono stati anni difficili, specialmente il primo anno di pandemia ma non ho mai perso la voglia di studiare e la voglia di fare. Ho avuto modo di stare chiuso in casa a studiare e a rimanere focalizzato verso gli obiettivi che mi ero prefissato ma allo stesso tempo ho visto alcuni miei amici perdersi e non ritrovarsi. Alcuni di loro hanno interrotto gli studi, altri non sono mai più riusciti a ritrovare loro stessi e questo mi è dispiaciuto moltissimo. A livello personale, ritengo che sia riuscito a uscirne fuori positivamente ma non per tutti è stato facile.
Quali sono stati i momenti più critici e quelli di maggior successo?
Ho cominciato un percorso di psicoterapia con un terapeuta eccezionale che mi ha saputo ascoltare ed è riuscito ad aiutarmi a tirar fuori la mia personalità. Ero in una fase critica, non mi accettavo più e percepivo come di perdere il controllo della mia vita. Andare in terapia mi ha salvato la vita.
Ritengo di essere cresciuto avendo fatto molteplici errori ma crescendo ho avuto modo di recuperare e di mettermi in carreggiata verso la mia strada. Il percorso di psicoterapia mi ha permesso di trattare le avversità della vita e di imparare a comunicare con il prossimo e grazie ad essa ho acquisito una maggiore consapevolezza sulla mia persona. Ho lavorato come allenatore di calcio per i più piccoli, ne ero veramente felice perché ho sempre ritenuto il ruolo dell’allenatore come fonte di ispirazione e di metodo per i giovani allievi che si affacciano allo sport. Grazie a questa esperienza ho avuto modo di capire come gira il mondo semplicemente vedendo che a fine mese venivo retribuito non sempre come dovevo. Questo mi ha fatto capire come il lavoro non sempre è retribuito nella giusta maniera e che purtroppo bisogna adattarsi alle condizioni e ai termini di un posto di lavoro. Ritengo che la passione permetta di superare queste difficoltà e di lavorare con amore.
Chi vorresti diventare in futuro?
Nessuno, se non me stesso. Nella vita punto in alto ma ritengo sia fondamentale rimanere in equilibrio e perseguire la via per la felicità. Conoscere sé stessi è importante e forse l’unico modo per avere una vita felice.