COPERTINA LUI: “Giacomo Gallani”

Giacomo Gallani : “Bello? Sì, ma scordatevi che io sia solo questo”

 

La vita è piena di sorprese: per alcuni si tratta di grandi opportunità da cogliere al volo, per altri di ostacoli improvvisi da affrontare con coraggio. Giacomo Gallani ha conosciuto entrambe le facce della medaglia ma, nonostante i suoi vent’anni, ha saputo fronteggiare con astuzia qualunque situazione, avendo la lucidità di salire su un treno che, forse, passa una volta sola: direzione pianeta della moda. Da qualche tempo, il bel tenebroso, infatti, sta inseguendo un nuovo sogno ma, come lui stesso confessa, non dimentica di dare spazio alle cose importanti della vita; “Ci tengo alla mia immagine, ma amo anche coltivare la mia intelligenza”. E in questa intervista è pronto a raccontarsi e a raccontarci tutto ciò che di bello sta vivendo in questo momento.

 

La tua scheda di presentazione

Sono Giacomo Gallani, ho 20 anni e sono uno studente universitario di Economia Aziendale. Sono sempre stato uno sportivo e fin da piccolissimo ho mosso i primi passi accompagnandomi con il pallone, anche se da qualche mese ho smesso di giocare a calcio, lasciando la mia più grande passione. Giocavo in Eccellenza (la categoria prima della serie D) e l’anno scorso ero entrato a far parte di una Primavera, arrivando con la squadra a vincere il campionato regionale e italiano. Ultimamente, invece, ho intrapreso un percorso come modello e, quando c’è l’opportunità, mi sposto per tutta Italia per partecipare a shooting e sfilate.

Come hai iniziato con questo lavoro?

Grazie ad una serie di coincidenze fortunate. Per strada sono stato fermato da una talent scout che mi ha proposto un incontro conoscitivo presso la sua agenzia per parlare di una possibile collaborazione.  Non so bene cosa mi abbia spinto a farlo in quel momento, perché non rientrava nei miei piani di vita, ma pochi giorni dopo ho deciso di presentarmi per un colloquio. E da lì ho iniziato con servizi fotografici e collaborazioni occasionali con diversi brand.

Dai campi di calcio alla passerella: quanto ti appartiene oggi questo lavoro da modello?

Mi è sempre piaciuto poter conoscere persone nuove, diverse, proprio perché provenendo dall’ambiente calcistico sono sempre stato abituato a confrontarmi con ragazzi di ogni età e provenienza. Questo lavoro mi stimola perché mi permette di continuare a farlo e soprattutto mi sta dando la possibilità di girare l’Italia e anche l’estero, consentendomi di visitare tante bellissime città e capitali.

Quando hai iniziato a sentirti a tuo agio davanti alla macchina fotografica?

In realtà sono sempre stato un ragazzo abbastanza sfacciato. Non essendomi mai importato di ciò che pensano gli altri, ma essendo più concentrato ad essere innanzitutto soddisfatto io stesso di quello che sono, l’idea di mettermi sotto i riflettori non mi crea alcuna timidezza. Nonostante ciò, mai avrei pensato di finire a fare realmente questo lavoro, nonostante in famiglia avessi già mio nonno attore e mi piacesse pensare di continuare a portare avanti la tradizione.

Sai di essere un bello?

Diciamo che mi piace curare la mia immagine. Vado in palestra, mi tengo in forma fisicamente. Ma ci tengo molto a coltivare anche l’intelligenza.

Sul fronte sentimentale come vanno le questioni di cuore?

Al momento sono single, mi sono lasciato da pochi mesi.

Cosa cerchi in una ragazza?

Non sono alla ricerca di persone troppo appariscenti, costantemente alla ricerca dell’attenzione e concentrate su loro stesse. Mi piace una ragazza semplice, tranquilla e che stia sulle sue.

Ti definiresti un romantico?

Assolutamente sì!

Qual è la più grande follia d’amore che hai fatto?

Abbandonare la mia più grande passione: il calcio. Tra gli impegni universitari, che mi portavano via molto tempo, e il tempo da trascorrere insieme alla mia ex fidanzata, mi sono trovato di fronte alla scelta di decidere come spendere al meglio le mie ore e ho preferito lei e i libri a tutto il resto.

Pentito?

Un po’ si, ma probabilmente sarebbe stato un addio inevitabile prima o poi, anche se era ciò che più mi piaceva fare. Con un pallone tra i piedi ho sempre svuotato la testa da tutti i problemi e pensieri.

Chi sono i tuoi punti di riferimento nei momenti di difficoltà?

La mia famiglia e i miei amici, in particolare tre persone che considero come fratelli. Nella vita sono abituato a fare di testa mia, ma quando ho bisogno di ascoltare i consigli di chi ha più esperienza di me, non mi vergogno a chiedere aiuto.

Tre aggettivi con cui ti definiresti?

Semplice, sicuro e risoluto.

Se fossi una città quale saresti?

Rio de Janeiro. Caotica e dinamica come lo sono io.

E se fossi un piatto?

Fammi pensare a qualcosa di buono (ride, ndr). Vediamo…forse un profiterole. A chi non piace no?!

A cosa ambisci per il futuro?

Il mio sogno è diventare un manager per una società sportiva. Attraverso gli studi che sto facendo adesso e il master in gestione d’impresa che miro a conseguire, vorrei poter entrare in un’azienda che lavori in questo settore.

 

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