L’Arte, un’arma contro il bullismo
Quindici anni e un amore appassionato per il canto. Matteo Markus Bok ha iniziato la sua carriera a soli nove anni doppiando Simba nel film Disney “Il Re Leone”. Ha all’attivo numerosissimi brani ed è uno degli artisti più seguiti dai teenagers. Oggi è anche testimonial della campagna contro il bullismo “Bulli Stop”
Matteo, come hai conosciuto Bulli Stop?
“Tutto è nato da quanto mi raccontava Eleonora (Gaggero, attualmente sua fidanzata, NdR) e non appena ho scoperto cosa lei facesse mi sono subito innamorato della cosa: utilizzare l’arte per creare qualcosa di “buono” al di la dell’arte stessa, per aiutare la gente. E questa è una cosa meravigliosa”.
E’ una presa di posizione ben precisa anche perché essendo stato lui stesso bullizzato, soffrendone profondamente, il fatto di agire concretamente contro il fenomeno lo ha ritenuto giusto, inevitabile, convincendosi a diventare testimonial di Bulli Stop.
Cos’è il bullismo secondo te?
“E’ un atto compiuto da persone insicure che, per non giudicare sé stesse preferiscono giudicare gli altri e far loro del male. E’ un modo per sentirsi più grandi, più forti, per nascondere la propria sofferenza scaricandola sugli altri, nella falsa convinzione che siano solo gli altri a soffrire. In realtà il problema è dentro di loro.
Io sono stato bullizzato semplicemente perché facevo quello che mi piaceva fare, sono un cantante, canto perché è una delle mie passioni più grandi e voglio fare questo per tutta la mia vita”
Quello che forse scatena maggiormente l’azione bullizzante, ci dice ancora, non è il difetto fisico o l’aspetto della persona o il modo di parlare, ma la “differenza”. Quella differenza che esula dalla “normalità” che si presenta attraverso l’immaginario collettivo: ciò che esce dai canoni di ciò che viene considerato “normalità” è il diverso che può scatenare reazioni violente come il bullismo. .
L’essere stato bullizzato, quanto ha inciso nella tua crescita umana e artistica?
“Sul momento non capisci cosa stia accadendo intorno a te, tutte le cose brutte che ti vengono dette e tutto ciò che viene fatto solo per farti del male. Poi crescendo capisci che sei tu dalla parte giusta, ma quanta sofferenza…! Ma è un’esperienza che mi ha fatto crescere in fretta”.
Cosa ha dato a questo ragazzo la forza per superare il dolore “dentro” e gettare il cuore al di la dell’ostacolo? “La passione e l’amore assoluto per il canto – risponde – L’unica ragione capace di darmi la forza di andare avanti”
Se dovessi inventare uno slogan contro il bullismo?
Più che uno slogan è una domanda che mi ponevo anche da piccolo: perché?”
Secondo te il termine “bullo” è troppo delicato? Nel senso che non suscita quel senso di repulsione che invece nasce di fronte, per esempio, all’opera di uno stupratore o di chi usa violenza contro un bambino per i quali la parola “mostro” calza a pennello e rende perfettamente l’idea?
“Essere chiamato mostro potrebbe non far paura, anzi a qualcuno potrebbe perfino piacere, pur stabilendouna situazione definitiva e assoluta. La parola bullo, invece, pur nella sua disarmante cattiveria lascia uno spazio alla speranza”.