Giorgia Ridolfi : “Da quando ho iniziato a credere in me stessa mi è cambiata la vita”
di Maria Cristina Del Cuore
Giorgia, romana, frequenta il Liceo scientifico sportivo. Sicura di voler continuare gli studi e frequentare l’Università, non ha ancora deciso la facoltà: se Medicina o Economia. Prima di cambiare scuola ed iscriversi in un istituto paritario, frequentava un liceo pubblico e aveva qualche pregiudizio sulle scuole private; è bastato un anno trascorso all’interno dell’istituto che attualmente frequenta, per farle cambiare idea. La nuova realtà è stata assolutamente positiva, si è sentita accolta e, in un certo senso, le ha cambiato la vita.
Giorgia come ti sei avvicinata alla realtà di Bulli Stop?
«Poco dopo essere arrivata nella nuova scuola mi è stato dato un questionario da compilare, si trattava di un modulo del Centro Nazionale Contro il Bullismo. Incuriosita, anche perché alle medie sono stata vittima di bullismo, l’ho compilato e così mi è venuta voglia di partecipare allo spettacolo teatrale organizzato da Bulli Stop. Per 10 anni ho frequentato una scuola teatrale. Mi è sembrato un segno».
Ti andrebbe di raccontare la tua esperienza?
«Il teatro e il bullismo sono due cose che mi caratterizzano, in qualche modo sono parte della mia vita. Quando andavo alle elementari non c’era ancora tutta questa attenzione nei confronti del bullismo. Se avessi conosciuto prima una realtà come questa, probabilmente avrei sofferto molto meno, ma ho comunque capito che passare attraverso questa esperienza ha contribuito a farmi diventare ciò che sono. Cambiare scuola, forse, non è stato un caso. Inoltre, ho realizzato anche il sogno di partecipare ad uno spettacolo teatrale: il primo anno come truccatrice, il secondo come attrice; mi hanno affidato un ruolo importante e sono salita sul palco del Teatro della Conciliazione, a Roma. Grazie al progetto PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) ho anche iniziato a partecipare ai dibattiti organizzati nelle scuole dal gruppo Bulli Stop, per sensibilizzare i ragazzi sul tema del bullismo. Spesso, dopo questi incontri, i ragazzi trovano il coraggio di raccontare cose che, altrimenti, non avrebbero il coraggio di raccontare né ai loro genitori, né ai loro professori».
Come ti ha cambiata questa esperienza?
«Sono sempre stata una ragazza che non aveva immediatamente una grande facilità nell’aprirsi; entrare in un ambiente nuovo mi ha sempre creato un po’ di ansia, non è mai stato facile per me aprirsi “alla novità”. Ora, invece, ho iniziato ad avere più fiducia in me stessa, metto “me” al primo posto e non all’ultimo, come facevo precedentemente. Non sono più trasparente, se mi merito un complimento me lo prendo, mentre prima mi sentivo spesso inadeguata, non all’altezza. Oggi non mi interessa più ciò che gli altri pensano di me, l’ho fatto per troppo tempo. Nel momento in cui ho iniziato a credere in me stessa, mi è cambiata la vita».
Che progetti hai per il futuro?
«Credo che per la mia generazione sia difficile avere un’idea precisa sul futuro, soprattutto lavorativo. È tutto assolutamente troppo veloce; spesso i modelli proposti non appaiono solidi e, ancor più nella generazione successiva alla mia, noto in generale uno scarso rispetto delle autorità, a partire dai banchi di scuola. Io, invece, provo stima e rispetto per le persone che svolgono il proprio lavoro con passione. Ho avuto un’insegnante di Arte che per me è stata fonte di grande ispirazione. Non è detto, infatti, che siano le materie scolastiche ad appassionarti, ma spesso è la persona che le insegna che te le fa amare. Lo stesso vale per Bulli Stop, sono le persone che ne fanno parte che ti fanno sentire una componente del tutto».