È capitato a ciascuno di noi e capiterà ancora. Capita di incontrare un professore, o una professoressa, in grado non solo di trasmetterci le nozioni della disciplina che insegna ma capace, soprattutto, di stimolare la nostra curiosità, la nostra voglia di crescere e di ottenere i voti migliori nella materia che tutti abbiamo nel piano di studi: la vita. Oggi tocca a Sonia Famulari.
OGNI GIORNO SCELGO DI INSEGNARE
Intervista alla Professoressa Sonia Famulari
Di Maria Cristina Del Cuore
Siciliana doc, classe 1977, ha frequentato il liceo classico e l’università a Messina dove si è laureata in Lettere moderne. Dopo la laurea si è trasferita a Bologna, dove ha fatto la sua prima supplenza come insegnante di Italiano e Latino in un liceo classico. Trattandosi di una breve supplenza, è ritornata a Messina e dopo diverse specializzazioni, tra cui quella per diventare insegnante di sostegno, ha iniziato a fare supplenze nei paesini limitrofi a Messina. Nel 2011 è approdata a Roma dove vive e insegna tutt’ora.
Professoressa, cosa l’ha spinta a scegliere questo mestiere?
In realtà io ho scelto la Facoltà di Lettere, ho scelto la mia passione nei confronti della letteratura, del cinema del teatro, di tutto ciò che ha che fare con l’arte e la cultura. Non avevo assolutamente idea, quando mi sono iscritta all’università, che la mia strada sarebbe stata quella dell’insegnamento. Quello che posso dire è che nel momento in cui ho messo piede per la prima volta in una scuola –venti anni fa, ormai (ride, ndr.) –mi sono sentita a casa. Non ho più abbandonato questa professione e non ho dubbi che questa sia la mia vocazione. Non ho nessun rimpianto, so che è questo ciò che voglio fare e spero di poterlo continuare a fare. All’inizio è stata una pura casualità, ma si è rivelata quella giusta.
Nulla accade per caso.
Infatti. Se all’inizio è stato un caso, col passare del tempo è stata una scelta che confermo ogni momento. Tutti i giorni io scelgo di essere a scuola. Sono una persona a cui piace molto cambiare, quindi se non trovassi più una motivazione probabilmente cambierei strada. Ma ciò non è successo, segno che la motivazione continua ad esserci.
Facciamo un passo indietro. Da ormai più di 10 anni vive e lavora a Roma, dove insegna Italiano in un Istituto alberghiero; ma i primi anni li ha trascorsi, fatta eccezione per una breve parentesi bolognese, nella sua Sicilia.
Sì, ricordo con grande piacere le prime esperienze di insegnamento nei paesini della provincia messinese, soprattutto per la relazione creatasi con i colleghi con i quali ho condiviso il percorso per raggiungere le varie scuole. Nel 2011, poi, sono arrivata a Roma, dove sono diventata a tutti gli effetti un insegnante di ruolo sul sostegno, in un istituto Professionale vicino a San Pietro. Da qualche anno ho ripreso l’insegnamento della mia materia, Italiano, in un Istituto alberghiero nel cuore di Roma. L’esperienza del sostegno è stata per me estremamente formativa, mi ha permesso di cogliere alcuni aspetti che a volte possono sfuggire e che ho fatto miei.
Qual è, secondo lei, un requisito fondamentale per chi insegna?
Essere autentici. Per trasmettere una passione è necessario che questa sia autentica. Non si può consigliare o chiedere qualcosa ai ragazzi, se siamo noi i primi a non credere a ciò che diciamo, o a non fare ciò che chiediamo loro. Non posso consigliare loro di leggere, se sono la prima io a non leggere. Non si può dare un consiglio che non sia sincero. Bisogna trasmettere soprattutto se stessi e le proprie passioni. Questo vale anche per le regole: non si può chiedere loro di non usare i cellulari durante le ore di lezione se poi io ogni dieci minuti controllo il mio Smartphone. In questo modo si perde la credibilità e quindi viene meno il ruolo di educatore, di guida e di figura di riferimento. Si insegna solo attraverso l’esempio, le parole arrivano successivamente.