“Ultaman: una prova per il corpo e per la mente”
di Federico Orsini
È la gara sportiva più difficile e faticosa al mondo, non solo da vincere ma anche soltanto da terminare. La Ultraman World Championship, infatti, vuol dire 515 km di triathlon, la più faticosa nel suo genere. Ogni hanno in tutto il mondo si fanno delle gare di qualificazione: all’inizio si tenevano in Canada, poi per qualche anno nel Regno Unito, adesso quasi annualmente cambiano gli scenari delle qualificazioni, ma per fortuna la location della gara ufficiale rimane sempre la stessa, le Hawaii, lì dove tutto è partito nel 1983 e dove solo i migliori, gli uomini più forti al mondo, si battono per 72 ore. Sono i tre giorni più intensi che un atleta potrebbe avere in tutta la sua carriera sportiva: infatti la prima sfida sono 10 km di nuoto da Kailua Bay a Keauhou Bay, che devono essere portati a termine in cinque ore e mezza o meno, altrimenti se si supera il tempo limite si è automaticamente squalificati dalla gara. Ovviamente ci sono delle barche di appoggio nel caso di emergenze, che capitano abbastanza di frequente. Al termine della gara di nuoto si passa a una gara in mountain bike di 145 km, sempre nell’Isola di Hawaii, la più grande dell’arcipelago, che prevede un dislivello tra tutte le salite di quasi 2000 metri. Sembra impossibile ma questo è solo il primo giorno: non si fa in tempo a riposarsi che la mattina presto si riparte per il secondo stage, 276 km in bicicletta con un totale di 1215 metri di salita, meno del giorno precedente, ma questo perché manca il terzo giorno, il più arduo, ma soprattutto perché la performance deve essere terminata entro dodici ore. L’ultimo giorno prevede una doppia maratona estenuante di 84 km da portare a termine sempre in dodici ore: questa è la gara più importante perché proclamerà il vincitore, infatti nella maratona è più facile staccarsi dagli altri concorrenti e guadagnare tempo prezioso che poi si andrà ad aggiungere a quello delle gare degli altri due giorni. Come si può immaginare, si tratta di una competizione che solo chi è preparato può affrontare, ma non basta l’allenamento: una delle componenti più importanti per riuscire anche solo a finire la Ultraman, il che è di per sé già una vittoria, è l’esperienza. Se si vanno a vedere non solo i partecipanti ma anche i campioni si nota che la maggior parte sono over 30 e molti anche sopra i 40 anni. Da non sottovalutare, in competizioni così lunghe e faticose, è la componente psicologica, che spesso gioca un ruolo molto importante: è proprio una mente forte, decisa e resistente, pronta a tutto, che aiuta questi atleti a superare la fatica e ad andare avanti. Ma per arrivare a così tanta concentrazione servono allenamento e tempo: ciò spiega l’età sopra la media di questo torneo rispetto ad altri sport e dimostra che non sempre l’età è un problema, alle volte può anzi rivelarsi un punto a favore. Alla fine si può dire che la Ultraman si combatte su due piani diversi: corpo e mente, perché è fondamentale essere pronti ad andare oltre i propri limiti. Voi siete pronti?