ADRENALINA: “Foil: volare sull’acqua, volare con l’acqua”

Le nostre ali sono trasparenti; trasparenti e liquide. Perché le ali possono essere fatte di acqua. Succede con il Foil; succede che l’acqua, qualche volta, diventi pista, cielo, avventura. E passione.

 

“Per quest’anno non cambiare, stessa spiaggia stesso mare…”. Così cantava Mina; e così continuava: “… come l’anno scorso, sul mare col pattino, vedremo gli ombrelloni lontano lontano”. Son passati cinquantacinque anni dall’uscita di questa canzone e ormai i pattini sono pezzi di antiquariato posati sulle spiagge più per dare un tono allo stabilimento che per il loro reale scopo. Del resto dal ‘63 la tecnologia ha fatto passi da gigante sia in terra che in aria e, ovviamente, anche in acqua. Un tempo per divertirsi si prendeva il pattino o il pedalò, oggi non bastano più. Perché si è alla continua ricerca dell’emozione, dell’adrenalina, della competizione ad alte velocità. Tutto ciò si è tradotto, anche negli sport acquatici, ad una evoluzione continua per raggiungere traguardi che fino a pochi anni fa sembravano pura immaginazione. Il Foil è sicuramente uno di questi traguardi: un mix di vela, mare, adrenalina e velocità. Per conoscere meglio questo tipo di barca a vela ci facciamo aiutare da due ragazzi che ormai sono delle autorità in materia; loro formano l’equipaggio di un Natra 17 Foil. Nomi? Gianluigi Ugolini e Maria Giubilei; entrambi, già a diciannove anni, sono entrati nella nazionale di vela e ora, lentamente ma inesorabilmente, stanno raggiungendo le posizioni più alte nelle competizioni nazionali e internazionali, vincendo lo scorso agosto il Campionato del Mondo under 23. Chiediamo a loro lumi sul Foil.

Gianluigi cos’è un Foil? Quali i vantaggi di questa imbarcazione/disciplina?

Consiste nel prendere una barca, o un catamarano nel nostro caso, e di munirlo nella parte inferiore di un’ala così da far alzare lo scafo quando la barca prende velocità, esattamente come gli aliscafi; noi, però, usiamo solo la forza del vento. Per me è tra le sensazioni più belle che questo sport può procurare: arrivare a velocità altissime rimanendo sempre a contatto con il mare e ascoltando solo il rumore delle onde e del vento; infatti alzandosi dall’acqua e diminuendo sensibilmente l’attrito il catamarano Foil ha la possibilità di andare molto più veloce, arrivando a toccare i 35 nodi. Questo è sicuramente uno degli aspetti più interessanti per il quale ho scelto questo tipo di imbarcazione.

Maria, il Foil ti spinge a mille sacrifici. Qual è il contraccambio?

La vela è sempre stata la mia vita; ho cominciato da piccolissima, come anche Gianluigi, e da quel momento non ho più smesso. Stare in mezzo al mare mi fa sentire libera; e le emozioni più grandi, più intense, le vivo durante le regate. L’adrenalina che si prova a volare sull’acqua è qualcosa di indescrivibile. Poi quando ti rendi conto che stai gareggiando con velisti che magari hanno vinto medaglie olimpiche o sono considerati tra i più “grandi”, il senso di competizione ti prende e l’emozione è così forte che non senti e non vedi nient’altro se non la tua barca e il vento. Ovviamente i sacrifici sono molti e non solo economici, visto che almeno venti giorni al mese stiamo a Cagliari, posto migliore per allenarsi e dove si allena anche la nazionale, ma anche personali perché comunque questo ti obbliga a stare lontano da casa e dagli amici. Ma il “ritorno” è tanto, ed è per questo motivo che consiglio a tutti, anche a chi non ha mai messo piede su una barca vela, di provare; non subito il Foil, ovvio: per quello ci vuole pratica e, inizialmente, qualcuno da cui imparare; provare la vela, al più presto. Se ne innamorerà di sicuro.

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