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incontro con
• ELLEN PAGE •
di Sonia Serafini
L’importanza di chiamarsi Ellen…Page!
Non fatevi ingannare dalle apparenze: nonostante il fisico minuto, i lineamenti gentili del viso e la pacatezza della voce, Ellen Page è un tipo davvero tosto! Attrice sin da giovanissima, nota al grande pubblico soprattutto per avere interpretato l’adolescente incinta nel film di successo “Juno”, da più di un anno ha fatto coming out rivelando al mondo intero di essere omosessuale. Da quel momento la sua vita è cambiata e finalmente si sente in pace con se stessa. L’abbiamo incontrata a Roma durante la Festa del Cinema, dove è venuta a presentare il suo ultimo film, “Freeheld” di Peter Sollett, la storia di due donne che hanno combattuto per i loro diritti e per il riconoscimento del loro amore. Nel cast insieme a lei c’è la bravissima Julienne Moore.
La tua decisione di fare coming out è stata influenzata dall’aver preso parte a questo film?
Sono proprio le persone come le protagoniste di questa pellicola che hanno un impatto su di me, che mi ispirano e che mi permettono di vivere la vita molto più liberamente. Le conquiste che si sono fatte nel tempo per la comunità LGBT sono avvenute grazie a loro, se solo lo volessi potrei sposarmi. Alcune persone sono una grande fonte di ispirazione per me.
Credi che film come “Freeheld” possano aiutare a cambiare le cose?
Di cose ne sono cambiate tante, basti pensare alla recente sentenza della Corte suprema americana, che ha riconosciuto l’unione fra le persone dello stesso sesso, un passo importantissimo per la comunità LGBT. Resta ancora tanto da fare, negli Stati Uniti ancora oggi in ben trentuno Stati si rischia moltissimo soltanto a far parte della comunità omosessuale. Fino a pochi anni fa pensare a un’uguaglianza di diritti era qualcosa di impensabile e apparentemente irraggiungibile: il cambiamento può avvenire, la parità dei diritti può avvenire. Mi auguro che il film possa far avvertire la sensazione di cosa voglia dire subire discriminazioni nella vita. Se riuscirà in questo, sarà più facile capire cosa si prova.
Nel mondo di Hollywood è ancora un azzardo fare coming out?
Non ho paura del mio ambiente di lavoro. Non ne potevo più di non essere me stessa. Hollywood sta cambiando e continuerà a farlo, era per me uno svantaggio il non sentirmi libera di dire chi ero, libera di esprimermi, mi sentivo chiusa in una gabbia. Da quando ho fatto coming out sono molto più serena, ho dato libero sfogo al mio lato artistico e sono più felice, dovrebbero farlo tutti e renderlo una cosa normale perché è una discriminazione inutile.
Senti di poter essere un modello per i ragazzi più giovani?
Ho parlato con tante persone dopo la mia dichiarazione, mi hanno detto che sono stata di grande aiuto per loro, persone che si sentivano come chiuse in un armadio, circondate dal senso di vergogna e che ho spinto a dichiararsi. Sono felice di aver aiutato i giovani della comunità LGBT, sono grata della possibilità che mi è stata data.
Qual è il tuo sogno?
È un sogno banalissimo, sono una romantica: mi piacerebbe vivere con qualcuno e avere un cane.