Fake news e libertà pensiero e di stampa: tra censura e responsabilità
Viviamo in un’epoca complessa, caratterizzata da un’informazione sempre più veloce e globale, ma al contempo fragile e vulnerabile. L’emergere delle fake news rappresenta un problema reale, capace di influenzare opinioni, decisioni politiche e perfino la percezione della realtà. Per contrastare questo fenomeno, la Comunità Europea e altri organismi internazionali stanno proponendo misure per regolamentare la diffusione delle informazioni false, in particolare sui social network. Ma queste soluzioni sollevano interrogativi cruciali sulla libertà di espressione e sui limiti della censura. Le piattaforme digitali come Facebook, Instagram e altre sono spazi virtuali dove chiunque può condividere idee, opinioni e contenuti. Tuttavia, la libertà di pubblicare ciò che si vuole viene spesso contrapposta alla necessità di arginare la disinformazione. La domanda fondamentale è: chi dovrebbe avere il diritto di decidere cosa è vero e cosa è falso? E, soprattutto, con quale livello di responsabilità?
Come testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma, siamo soggetti a regole precise. Il nostro direttore responsabile si assume legalmente la responsabilità di ogni contenuto pubblicato, garantendo una linea editoriale trasparente e verificata. Se dovessimo pubblicare una fake news, potremmo essere denunciati e chiamati a rispondere delle conseguenze. Tuttavia, le piattaforme social non hanno lo stesso obbligo di responsabilità editoriale, nonostante siano i canali principali attraverso cui circolano molte delle notizie false.
La Comunità Europea ha recentemente adottato misure per limitare la diffusione di fake news, ma queste sembrano applicarsi solo a ciò che viene ritenuto di loro interesse. Questo approccio selettivo evidenzia una contraddizione: se si decide di regolamentare, lo si dovrebbe fare in modo omogeneo e onnicomprensivo. Non è accettabile censurare una fake news su un argomento politico e, allo stesso tempo, ignorare la presenza di contenuti ben più pericolosi che proliferano sulle stesse piattaforme.
La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma deve convivere con il dovere di ciascuno di noi di discernere e verificare ciò che leggiamo. Non possiamo demandare a un’autorità superiore il compito di decidere cosa sia vero o falso senza accettare il rischio di derive autoritarie. Se si sceglie di imporre un controllo, questo deve essere totale e accompagnato da una piena assunzione di responsabilità. Diversamente, si dovrebbe lasciare agli utenti la libertà di pubblicare i propri pensieri, accompagnata dalla consapevolezza che ogni una di queste, basata su di una notizia vera o falsa che sia, ha delle conseguenze.
In un mondo democratico, la libertà di pensiero, è parte del diritto di espressione Spetta a noi, come cittadini informati, sviluppare gli strumenti per distinguere il vero dal falso, senza delegare questa funzione a un ente che potrebbe abusarne. La lotta contro le fake news non può trasformarsi in un pretesto per limitare la libertà di pensiero.
C’è chi crede in un Dio, chi nelle superstizioni ci nel paranormale, chi crede nelle cure alternative, chi nei fantasmi, chi crede nelle energie, chi negli ufo e chi nella terra piatta. Anche queste credenze talvolta possono avere ripercussioni drammatiche nel genere umano (vedasi le guerre religiose), eppure credere in qualcosa che a molti sembra assurdo, o di cui non si ha prova, va comunque rispettato. Al punto che, per quanto assurdo che sia, occorre rispettare tanto anche chi crede che la Terra sia piatta! Solo garantendo regole chiare, e una responsabilità condivisa, potremo affrontare questa sfida senza sacrificare i princìpi fondamentali su cui si fondano le nostre società.