Perdi solo se non giochi. O se non corri
Tagli il traguardo per ultimo; subisci una goleada da far impallidire quelle messe a segno dal Brasile degli anni d’oro. Abbandoni la maratona tre chilometri prima del traguardo… Sei un perdente? No: giochi e corri anche per le medaglie ma lo fai, soprattutto, perché lo sport aiuta a crescere, a misurarti con te stesso, ad imparare a stare su una “pista” che non finisce mai: la vita; quella tua. Funziona così da sempre, come mi conferma Diego Nepi Molineres, direttore generale di Sport e Salute.
Di Roberto Fantauzzi
Talvolta essere banali aiuta. Aiuta a capire ed a farsi capire. Essere banali, qualche volta, significa aprire uno squarcio per comprendere appieno le cose della vita. Essere banali, insomma, non è sempre una… banalità.
Quante volte abbiamo sentito o letto la frase trita e ritrita “L’importante non è vincere: l’importante è partecipare”? L’abbiamo (l’avete) udita e letta forse un miliardo di volte. Ecco, quando ascolti qualcosa tante, troppe volte, anche se inconfutabile, anche se esprime una sacrosanta verità diventa vuota, insignificante; perde autorevolezza fino al punto che non ci crediamo più; o, quanto meno, decidiamo che sì, sarà vero, ma in un altro mondo. Per esempio l’Isola che non c’è che – appunto – non c’è; almeno finché non chiudiamo gli occhi.
Eppure il nostro pianeta è pieno di isole. Isole che ci sono e ci saranno. Isole dove, se solo vogliamo, possiamo sognare meglio di qualunque Peter Pan. Una di queste si chiama Sport (la S maiuscola è doverosa). Lo sport è sudore, competizione, agonismo, sforzo, fatica, risate e pianti a dirotto. Lo sport è vittoria, sconfitta, abbraccio ma anche litigio, biasimo, giudizio impietoso… Lo sport, signore e signori, è uno stadio immenso, una piscina capace di racchiudere tutti gli oceani, una pista tre volte più lunga dell’Equatore. È un immenso libro dove le pagine (le corsie, le strisce del campo, l’asticella da saltare…) vanno a comporre un manuale insostituibile per imparare a crescere. E crescere, badate bene, non è solo passare dall’infanzia all’adolescenza e da questa all’età “matura”: si continua a crescere anche a quarant’anni, a cinquanta, a novanta…
Crescere vincendo o perdendo. Sul podio o mille miglia più indietro; con la medaglia al collo o con le orecchie subissate dai fischi. Si dice, banalmente: “L’importante è partecipare”. Ma non l’avevo già scritto? Ahimè, sì. Ma vi ho dimostrato quanto poco ci sia di banale in queste tre parole.
Tutti da bambini abbiamo inseguito un pallone, abbiamo corso a perdifiato su quelle piste polverose lontane dai riflettori che tutti chiamavamo “Vediamo chi arriva prima”. Correvamo per vincere; chi non vinceva si sentiva sconfitto, versava lacrime amare e – qualche volta – decideva di non giocare più. Qualche volta i nostri “vecchi” (i genitori, i fratelli maggiori) invece di incoraggiarci, di consolarci, lasciavano trasparire la loro delusione: “Non vinci mai, meglio lasciare stare…”.
Tutto sbagliato, signore e signori: niente di male a giocare per vincere; ma se non vinci c’hai comunque provato. Hai corso, hai sudato, ti sei messo alla prova, ti sei divertito…
Dov’è la banalità? Non c’è. Anche per questo ho in mente, in un vicinissimo futuro, di tirar su una “cittadella” dello sport dove i ragazzi, i bambini potranno “giocare” a fare i grandi muovendosi tra campi di basket o di rugby, sguazzare in piscine olimpioniche “su misura” per loro. Diventeranno grandi più avanti; nel frattempo, però, impareranno a vincere ed a perdere; come succede, da che mondo è mondo, fin da quando nasciamo.
Essere banali, talvolta, aiuta a non essere banali. Con lo sport è così. Se qualcuno non è convinto, lascio la parola a Diego Nepi Molineres, direttore generale di Sport e Salute, ente del Coni che si occupa – appunto – di portare lo sport in tutte le “isole” dove non arriva (o non arriverebbe): negli angoli più nascosti delle città, nei quartieri più sperduti, nelle scuole…
Dottor Nepi, lo sport è competizione, sfida, agonismo. Ma lo sport è anche – deve essere – una palestra per rinforzare non solo i muscoli e l’autostima: è scuola di vita, educazione al sociale. Insomma, si vince anche perdendo, perché chi non sale sul podio ha comunque partecipato, ha condiviso un’esperienza. Cos’ho detto di sbagliato?
È proprio così, lo Sport è aspirazione, sacrificio, costanza, impegno, forza, determinazione, unità… È la cura del corpo e dell’anima. Questi sono i principi che solo lo Sport può dare e che hanno sempre fondato il mio impegno lavorativo nel mondo sportivo, per me una vera e propria passione. Abbiamo testimoniato quanto tutto ciò sia vero proprio nei momenti difficili della pandemia, dove lo Sport è stato – e sarà – il vero traino per la ripartenza dopo una fase così complessa e delicata come quella che abbiamo vissuto. E abbiamo avuto modo di testimoniare come certamente si vinca anche perdendo, ovvero l’importanza di sapersi rialzare dopo una caduta o dopo uno stop, che può essere di ogni tipo, nella vita come nello sport. Insieme allo sport della condivisione e della partecipazione, vi è la componente aspirazionale, quella composta dalle vittorie, dai grandi risultati, come quelli ottenuti nell’ultimo periodo dai nostri atleti italiani, che fanno innamorare ed avvicinare allo sport i bambini e non solo.
I grandi eventi e i risultati sportivi, da un lato, e la pratica sportiva ed i corretti stili di vita, dall’altro, sono tutti parte di un’unica realtà, di un unico mondo, quello sportivo, che deve saper coniugare al meglio tutti questi aspetti. Ed è proprio per questo motivo che Sport e Salute sta implementando, insieme all’Autorità governativa competente ed a tutti gli stakeholders interessati, politiche dedicate e specificamente mirate a soddisfare le diverse esigenze della popolazione. Non si tratta, peraltro, soltanto di aiutare più persone a praticare sport o attività fisica. Crediamo, infatti, che rimuovere le barriere di accesso – siano esse economiche, sociali, psicologiche, impiantistiche o legate ad un’offerta insoddisfacente – sia un compito importante per contribuire ad affrontare le numerose macro-sfide della società di oggi. Non è, questo, un compito che possiamo svolgere da soli. Vogliamo, anzi, lavorare con tutte le organizzazioni interessate, a livello locale e nazionale, per liberare potenziale all’interno del sistema sportivo italiano la condivisione e il guardare verso un bene comune.
Mi parli dei progetti di Sport e Salute, quelli avviati e quelli… in cantiere
Sono molti i progetti che Sport e Salute ha avviato e sta avviando per realizzare la propria mission aziendale e mirare a rendere il mondo sportivo efficiente, innovativo, accessibile. Punto di partenza, e primo passo di un lungo percorso, è stato infatti il nuovo modello di allocazione dei contributi agli Organismi Sportivi, che mira sempre di più a coniugare al meglio lo sport di alto livello, con l’attività sportiva di base e l’efficienza nella gestione delle risorse. Gli Organismi Sportivi, anche attraverso ulteriori ed ingenti risorse messe a disposizione dall’autorità di governo, verranno chiamati a presentare progetti mirati proprio alla promozione dell’attività sportiva di base.
Numerosi sono i progetti che Sport e Salute ha invece attuato, e sta attuando, per accrescere la pratica sportiva e lo sport, anche in ambito sociale. Solo alcuni esempi: Sport nei Parchi, progetto per l’allestimento, il recupero e la fruizione di aree attrezzate nei parchi urbani e la realizzazione di attività motoria e sportiva gratuita per la comunità attraverso gli Urban sport week end, che permetterà a cittadini di ogni fascia di età di svolgere attività fisica all’aperto nel proprio comune di appartenenza; Scuola Attiva Kids e Junior, progetto che prevede un percorso motorio e di orientamento sportivo dedicato agli alunni delle classi delle scuole primarie dalla prima alla quinta, e nelle scuole secondarie di I grado, realizzato dal tutor, con 26 settimane di attività in palestra, a cui si aggiungono le pause attive e le attività sui corretti stili di vita, nonché suggerimenti per le attività all’aperto per la famiglia nel corso dei fine settimana; Sport di Tutti – Inclusione, progetto che mira a finanziare i progetti di eccellenza proposti dalle Associazioni e Società sportive che svolgono attività di carattere sociale sul territorio che utilizzano lo sport come strumento di prevenzione, recupero e inclusione sociale; Sport Di Tutti – Quartieri, progetto che promuove e sostiene la creazione di presidi sportivi e educativi in periferie e quartieri disagiati, realizzati e gestiti da Associazioni e Società sportive, che fungano da centri aggregativi aperti tutto l’anno, destinati alla comunità e a tutte le fasce d’età; Sport e Integrazione, progetto mirato al sostegno ed alla promozione di presidi sportivo-educativi per l’accesso alla pratica sportiva per bambini e ragazzi provenienti da famiglie in condizioni di disagio economico, anche con background migratorio e di iniziative volte a favorire la partecipazione alla pratica sportiva di bambine e donne, favorendo il superamento degli stereotipi e delle barriere (anche culturali) alla parità di accesso alle discipline sportive.
Sempre sotto il profilo dell’impiantistica, mi preme sottolineare l’impegno di Sport e Salute, a supporto del Dipartimento dello Sport, per l’attuazione del fondo Sport e Periferie, mirato alla realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi localizzati nelle aree svantaggiate del Paese e nelle periferie urbane, e per l’attuazione della linea di intervento del PNRR, tema molto rilevante e su cui stiamo riponendo il massimo impegno proprio in un’ottica di sviluppo dell’impiantistica sportiva sul territorio nazionale. Sempre in tema PNRR, in collaborazione con il MIUR, attueremo i fondi per la riqualificazione delle Palestre Scolastiche.
Insomma, come vede sono molti gli ambiti su cui stiamo lavorando, e tutti uniti da un unico comun denominatore, aumentare la pratica dello Sport presso i nostri cittadini, per valorizzarlo come vero e concreto miglioramento del benessere e dello stile di vita di ogni individuo.
Come è cambiato il “pianeta sport” italiano negli ultimi 30 anni? Dove siamo migliorati, dove abbiamo “vinto” e dove, invece, siamo… ultimi in classifica?
Lo sport italiano sta vivendo un grande momento, sia sotto il profilo dei risultati sportivi che, come ho brevemente riassunto, delle politiche e progettualità per aumentare la pratica sportiva e l’accesso allo sport. Superati alcuni momenti di lieve instabilità del mondo sportivo, e con il ruolo che lo sport ha assunto anche nei momenti difficili causati dall’emergenza sanitaria, siamo certi che, con l’impegno di tutti e una visione reale, concreta e coesa di sviluppo, lo Sport sarà sempre più il perno centrale della nostra società e del futuro dei nostri figli. Detto ciò, si può e si deve mirare ad un continuo miglioramento, soprattutto di quei dati sulla pratica sportiva e la sedentarietà dei cittadini, che certamente non ci hanno visto sempre tra le fasce più alte delle classifiche.
Lo sport si gioca dentro e fuori dal campo, dentro e fuori dalle piste: educazione al sociale, sensibilizzazione, anche per i più piccoli, ai grandi problemi della nostra attualità. Secondo lei tutto questo lo sappiamo? Lo sanno i genitori dei piccoli “campioni”? Lo sanno nelle scuole, nei parchi, ovunque?
È proprio su questo punto che è improntata la presenza di Sport e Salute e le progettualità che stiamo portando avanti, con particolare attenzione alla Scuola ed al Territorio. Grazie alle collaborazioni con i Ministeri, le istituzioni ed enti locali, la campagna di sensibilizzazione allo Sport porta con sé tutta una serie di iniziative volte ad accrescere la conoscenza del mondo sportivo, del sociale, e dell’attualità. Si tratta di un percorso di crescita comune, soffermandosi molto sui bambini e gli adolescenti, che devono essere educati allo Sport ed alla cultura, anche come strumento di prevenzione di disagi sociali. Cosa che si può ottenere solo grazie ad un approccio sistemico e di creazione di una rete e scambio di competenze tra tutti gli attori coinvolti. Sensibilizzare le famiglie è uno dei passaggi fondamentali, come stiamo facendo con il progetto Scuola Attiva, rivolto non solo ai bambini ed ai ragazzi, ma anche alle loro famiglie, per poter creare una vera e propria cultura sportiva, e far comprendere i benefici di una educazione sana, dove lo Sport gioca un ruolo fondamentale.
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]