SESSUOLOGO: Orientamento sessuale

Orientamento sessuale: la “bussola” tra scienza e cultura

 

Nella dimensione sessuale l’incontro tra genetica, cultura ed esperienza dà forma all’intima soggettività della persona. Come in un’impronta digitale si può riconoscere una morfologia che accomuna ogni essere umano e allo stesso tempo una topografia unica e irripetibile che lo distingue da chiunque altro.

a cura del Dott. Daniele Bonanno – Psicologo Sessuologo AISPS Roma

Molte caratteristiche individuali sono destinate a modularsi attraverso l’esperienza, altre rappresentano tratti stabili che ci accompagnano per l’intera esistenza.

È frequente generalizzare il proprio modo di vivere il sesso ritenendolo il più comune o persino il più corretto. Ciò limita l’arricchente incontro tra reciproche diversità e può precludere l’accesso ad aspetti di sé che non rientrino nel modello atteso. Siamo in continuo cambiamento ed evoluzione, la sfera sessuale non fa eccezione. Il mondo erotico di ognuno è mediamente più vasto e ricco di quanto egli stesso riesca ad immaginare. Meriterebbe di essere esplorato molto più di quanto si è soliti fare.

Arriviamo all’interrogativo più frequente: l’orientamento sessuale può cambiare? Un eterosessuale potrebbe un giorno diventare gay e viceversa?

La storia di molte persone sembrerebbe testimoniare una risposta affermativa. Tuttavia in simili esperienze non è l’orientamento sessuale a modificarsi ma la sua consapevolezza ed espressione. Ad esempio la bisessualità può essere ignorata fino a quando non ci si innamora o si è attratti da una persona dello stesso sesso. Le attese sociali e la vigente “presunzione” di eterosessualità motivano spesso una tardiva presa di coscienza del proprio sentire più autentico. Dai tempi di Alfred Kinsey abbiamo d’altronde evidenza che l’orientamento sessuale andrebbe individuato lungo un continuum e non attraverso una netta polarizzazione.

Il moderno concetto di “fluidità sessuale” descrive l’orientamento come libero e mutevole a seconda delle situazioni di vita. Non si nega il concetto di orientamento sessuale ma si rilegge la modalità in cui può essere inteso e vissuto nell’esperienza. Non una categoria rigida e monolitica ma una dimensione flessibile e dinamica coerente con la reale complessità delle relazioni e dei vissuti umani.

Alla sua radice l’orientamento sessuale resta una componente strutturale e stabile della persona. Le fondamenta si consolidano già prima della nascita e nel primissimo periodo di vita. La ricerca ha escluso l’esistenza di un vero e proprio “gene gay” che consenta di riconoscere o predire l’orientamento sessuale. L’origine è più complessa e multifattoriale. In una recente analisi l’influenza di pattern genetici sul comportamento omosessuale è stata quantificata dall’8% al 25%. I principali fattori agiscono comunque in una fase tanto precoce da rendere l’orientamento sessuale una qualità naturale della persona. Nulla dunque che si possa scegliere o indurre in un secondo tempo. Le cosiddette “terapie riparative”, praticate con il fine di “correggere” l’omosessualità, si sono rivelate fallimentari e dannose. Sono oggi ufficialmente disapprovate dalla comunità scientifica e all’unanimità dagli psicologi.

L’orientamento sessuale va ben oltre la semplice attrazione erotica. Caratterizza l’interezza della sfera sessuo-affettiva e la percezione che l’individuo ha di se stesso e del suo essere al mondo in rapporto con gli altri. È fondamentale distinguere il concetto di “orientamento” da quello più circoscritto di “comportamento”. Il secondo è “orientato” dal primo ma non ne è vincolato. Il comportamento sessuale risponde ad una scelta volontaria e può spingersi oltre i confini dell’orientamento prevalente senza per questo rimetterlo in questione. Variabili culturali ed educative possono influenzare comportamento, tendenze e preferenze erotiche ma non l’orientamento sessuale.

Ignorare questa distinzione è alla base di molte erronee convinzioni. Ad esempio la credenza che genitori omosessuali possano determinare l’omosessualità del figlio “disorientandolo” rispetto a un modello di coppia tradizionale. Un’ipotesi nettamente confutata dalla ricerca disponibile sul tema. Un’analoga preoccupazione genera diffidenza verso l’educazione sessuale e l’informazione in ambito scolastico sul tema dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere. Oltre all’assenza di presupposti scientifici, possiamo qui riconoscere l’influenza di un’omofobia culturale che alimenta distorsioni, pregiudizi e timori.

Come sessuologo riscontro la frequente paura di persone eterosessuali di poter diventare o scoprirsi omosessuali, spesso con risvolti perturbanti e persecutori.

In assenza di effettivi nodi da sciogliere nell’orientamento sessuale, si tratta in genere di timori di origine ansiosa che ben riflettono i condizionamenti attivi nel profondo della nostra cultura.

Rigide categorizzazioni inadatte a rappresentare la realtà umana generano intima incertezza. A sua volta l’incertezza cerca rassicurazione in rigide categorie. È il circolo vizioso alla base dell’omofobia.

Entro certi parametri la stabilità e l’equilibrio di una struttura dipende dalla sua elasticità.

Il riconoscimento della flessibile stabilità del nostro orientamento sessuo-affettivo ci rende liberi e sicuri di poter essere qualcosa in più di una semplice categoria. 

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