Copertina Lei: “FEDERICA VITALE”

“MI RACCONTO, TRA FINANZA E VITA PRIVATA”

CLASSE ’97, NATA A MILANO DA GENITORI NAPOLETANI, VIVE A ROMA DALL’ETÀ DI 6 ANNI.
LA FINANZA È DA SEMPRE UNA SUA GRANDE PASSIONE CHE L’HA PORTATA A DIVENTARE PRIVATE BANKER. DETERMINATA, AMBIZIOSA E COMPETENTE, PUR ESSENDO MOLTO GIOVANE RICOPRE GIÀ UN RUOLO IMPORTANTE PRESSO L’ISTITUTO DI CREDITO CON CUI COLLABORA. IL CLIENTE SI AFFIDA A LEI CON SERENITÀ E FIDUCIA PERCHÉ PERCEPISCE L’ONESTÀ, L’AFFIDABILITÀ E L’UMANITÀ DIETRO LA FIGURA PROFESSIONALE.

Federica, facciamo un salto nel passato. Parlaci della tua infanzia e del tuo percorso di studi.
Sono stata una bambina vivace, curiosa ed appagata. La mia famiglia mi ha sempre appoggiata nelle mie scelte, guidandomi senza troppe ingerenze. Ho ricevuto molti stimoli culturali che ad oggi reputo fondamentali e ho potuto viaggiare molto spesso fuori dall’Italia, acquisendo padronanza della lingua inglese e di quella tedesca. Ho da sempre avvertito un forte bisogno di indipendenza e concretezza. Sono sempre stata attratta sia dalla finanza che dalla medicina, mondi vicini alle competenze dei miei genitori. Inoltre da grande appassionata di psicologia, leggevo trattati psicologici pur essendo davvero piccola. Dopo la maturità, ho conseguito la laurea in Economia e ed ho seguito vari master, corsi e academy di finanza in università prestigiose come La Sapienza, la Bocconi e la Yale University. Superato l’esame di abilitazione all’albo, sono diventata ufficialmente una private banker. Sono molto contenta di lavorare nella struttura in cui sono oggi perché rappresento una delle più solide e profittevoli banche europee. Questa professione mi assorbe molto, ma quando la passione e il lavoro hanno la fortuna di unirsi, è vero che la fatica non si sente.

In cosa consiste il tuo lavoro?
Consiste nel guidare passo passo verso il futuro i miei clienti, pianificare investimenti personalizzati, assisterli e supportarli durante l’intero arco della loro vita. Sicurezza e serenità sono due parole difficili da collocare in questo mondo, eppure sono le key word della mia professione. A dispetto di quanto si possa credere è un lavoro emozionale, non strettamente legato ai numeri e al capitale. Siamo i problem solver del lato psicofinanziario delle persone, spesso psicologi mancati ai quali riesce bene la finanza. Sono in costante contatto con molte persone, viaggio molto, mi occupo di consulenza finanziaria e patrimoniale e, tramite l’istituzione che rappresento, collaboro con case di investimento importanti. Il mio scopo è assicurare il benessere e la serenità dei miei clienti, aiutandoli a creare un profitto dai capitali già esistenti o acquisiti proteggendoli, però, in primis. Purtroppo in Italia non c’è ancora un’adeguata educazione finanziaria. Il mondo è sempre più veloce e complicato e a domande complicate si risponde con risposte complesse, per questo occorre affidarsi a un professionista. L’ambiente stesso di lavoro è prettamente maschile e over 60, negli ultimi anni si sta cominciando a puntare su un ricambio generazionale più rapido e sul lavoro altamente specializzato, l’unico che può integrare e resta necessario nonostante la digitalizzazione. Il cliente molto spesso diventa un confidente e il rapporto di fiducia che si crea ti permette davvero di fare la differenza. Ti occupi di “donare felicità e stabilità agli altri” ma cosa rende felice te?

Per me “felicità” fa rima con “libertà”. La libertà di poter fare con la propria vita ed il proprio tempo quello che si desidera. La vita da libero professionista l’ho scelta anche per questo. Ho pochi momenti morti e la routine l’ho sempre vissuta male. Nel tempo libero mi dedico allo sport, alla pittura, alla scrittura, alla lettura di testi filosofici e psicologici o a viaggiare. Arte contemporanea, aste e pietre preziose non solo sono l’altro lato della medaglia della finanza ma anche una mia grande passione. In futuro vorrei una famiglia mia ma questo non significa certo rinunciare alla carriera. Credo fermamente che ognuno possa fare quasi o tutto quello che si mette in testa a patto di coltivare disciplina e costanza, fondamentali entrambe durante le battute d’arresto. Il successo è figlio dell’audacia e della perseveranza.

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