Mongol Rally, da Praga a Ulan Bator la più grande avventura del mondo
Raccontato da Cristina Cosmano
A cura di Beatrice Gentili
Esistono idee buone, idee pazze e quelle che sono sia buone che pazze, come svegliarsi una mattina e scegliere di prendere parte al Mongol Rally, la gara a scopo benefico che attraversa, senza un percorso prestabilito, oltre quindici paesi dell’Europa Centrale e dell’Asia, obbligatoriamente a bordo di una vettura di cilindrata non superiore ai 1200 cc e con almeno dieci anni di età. Solo un’auto su due, tra strade sterrate, deserti e montagne tortuose, riesce ad arrivare a destinazione e la Fiat Cinquecento del ’98 guidata da Cristina Cosmano e dal suo compagno di viaggio Fabrizio, entrambi fotografi di professione, è riuscita a tagliare il traguardo.
“Ho sempre sentito parlare di questo viaggio come della più grande avventura della vita ed era da qualche anno che mi balenava per la testa l’idea di affrontarla. Il sedici luglio del 2019 sono partita da Roma per raggiungere la Repubblica Ceca, il punto di partenza del Mongol Rally, e ho fatto ritorno a casa sessanta giorni dopo” racconta Cristina. “Il percorso da seguire per arrivare da Praga alla Mongolia viene scelto da ciascun partecipante liberamente: quello seguito da me e da Fabrizio – con cui abbiamo formato il team dei Kokpar Brothers – ha coinvolto ventidue paesi. La scelta è ricaduta su tutti quelli in cui era più semplice ottenere i visti, che spesso vanno richiesti con largo anticipo.
È un viaggio che ti insegna a guardare il mondo con altri occhi e a non avere più paura: passi dal deserto al bosco, entri in contatto con realtà di cui non sapevi neppure l’esistenza, ti ritrovi a sfidare la natura, eppure non c’è un solo istante in cui la voglia di tornare a casa superi il desiderio di scoprire cosa troverai più avanti.
Dopo ogni frontiera non sai mai come cambierà il panorama. I paesaggi hanno sfumature di colori surreali; laghi, fiumi, montagne, cambiano di continuo. Ti ritrovi a fare un pieno a un euro e venti.
Esperienze simili ti insegnano a cancellare i pregiudizi legati alla nostra visione occidentale: in Iran ti aspetti di trovare un popolo ostile, e invece c’è sempre stato qualcuno pronto a ospitarci in casa propria, con donne senza velo che passeggiavano per strada e che fumavano in casa.
Tra le tappe più incredibili c’è stato sicuramente il Turkmenistan, dove si trova la Porta dell’inferno, in cui i controlli sono rigidissimi e i visti concessi solo a poche migliaia di turisti. Superate le montagne iraniane, arrivi alla capitale, Asgabat, e ti trovi davanti una città futuristica interamente bianca, dipinta così per volontà del suo dittatore, con strade rivestite di marmo, auto bianche e statue d’oro a grandezza naturale. Si tratta di uno dei paesi più riservati e misteriosi del mondo. Non ci sono insegne e i vetri sono specchiati, costringendo chi passeggia a varcare la porta per capire cosa si vende dentro ogni struttura.
Non da meno è il Kirghizistan, dominato da montagne di circa quattromila metri che appassionano i ciclisti più avventurosi. Al confine con la Cina si pratica il kokpar, una specie di polo a cavallo giocato con una carcassa di capra. La Mongolia è il finale perfetto. Ulan Bator, la capitale, è tra i luoghi più inospitali incontrati nel nostro viaggio, non solo per le fredde temperature, ma per la difficoltà con la quale si riesce a raggiungerlo, eppure è una realtà ultramoderna fornita di tutto, dove non capisci come sia possibile essere così avanti pur essendo così isolati. È una città che guarda al futuro, in cui sono state introdotte le macchine ibride per legge, ragion per cui è vietato lasciare la vettura con cui si viaggia lì e si è obbligati a riportarla nel proprio paese”. Alla fine di questo racconto vi chiederete, dopo aver attraversato ventidue paesi, a quanto ammonterà la spesa complessiva? Per due mesi di viaggio, compresi visti, benzina, alberghi e almeno due pasti al giorno, la cifra si aggira intorno ai seimila euro. Se ne vale la pena? È un viaggio meraviglioso e unico in ogni particolare e imprevisto che porta con sé. Ti insegna ad azzerare i preconcetti, ad aprire la mente a mondi e culture di cui potevi solo credere di conoscere qualcosa. Ma soprattutto a sorridere.