BULLI STOP:”Rodolfo Ciccotti “

“Sono un ragazzo fortunato”

Intervista a Rodolfo Ciccotti 

Sogno nel cassetto di Rodolfo: fare il giornalista sportivo. Nel frattempo, grazie a Bulli Stop, ha intrapreeso un cammino di crescita e consapevolezza e si esercita a parlare alle platee.

di Maria Cristina Del Cuore

Rodolfo, cosa fai nella vita?

Sto frequentando l’università, facoltà di Scienze delle Comunicazioni. Il mio sogno sarebbe quello di fare il giornalista sportivo. Nel frattempo aiuto mio papà, fondatore di Excellence Magazine, Accademy ed Eventi, dedicata alle eccellenze gastronomiche, di cui, in parte, curo la comunicazione. Grazie a mio padre sto facendo una grande esperienza formativa che sarà utile per il mio futuro.

In quale modo sei arrivato a Bulli Stop?

Il liceo che ho frequentato collabora ormai da anni con il Centro Nazionale contro il bullismo Bulli Stop e con la professoressa Giovanna Pini. Durante l’esperienza scolastica con Bulli Stop ho capito che il mio compito è di aprire gli occhi ai ragazzi, soprattutto sui social. Bisogna fare molta attenzione: sono mezzi molto utili che aiutano la socializzazione, ma che possono essere altrettanto pericolosi se mal utilizzati. L’idea iniziale dei social, quando sono nati, era di condividere; invece oggi, a mio parere, segnano le differenze, quindi dividono. Credo che un messaggio di questo genere riportato da un coetaneo possa avere una sua efficacia sui giovani.

Cosa hai ricevuto da questa esperienza?

Mi ha fatto crescere: grazie a Bulli Stop ora riesco a parlare di fronte a una platea di 300 persone. Complessivamente è stata, e continua ad essere, un’esperienza bellissima e di grande consapevolezza. Mi ha dato l’opportunità di conoscere diverse realtà anche molto distanti dalla mia e di apprezzare ancora di più ciò che ho: una famiglia che supporta le mie scelte e che mi ha  donato benessere e serenità. Non è così scontato, non tutti i ragazzi sono così fortunati è non tutti sono così seguiti dalle rispettive famiglie di origine.

Qualche aneddoto che ti lega all’esperienza con Bulli Stop?

Sì. Alla fine del 2017 ho avuto un incidente che mi ha provocato un’emorragia cerebrale e Giovanna (la professoressa Pini) è venuta a trovarmi più volte in ospedale. L’ultima volta è stata il 6 gennaio 2018, io ero stato dimesso quella mattina ma lei non ne era al corrente; così quando è arrivata non mi ha trovato. Successivamente mi ha mandato un video che filmava la mia stanza d’ospedale vuota.

Si creano belle sinergie tra le persone, aiutare gli altri aiuta anche e soprattutto se stessi.

Ad un anno dall’inizio della pandemia cosa ti aspetti dal futuro?

Dopo una crisi c’è sempre una rinascita.Sopravviveranno alla crisi che si è venuta a creare a seguito del Covid, tutti coloro che avranno le giuste intuizioni. L’intuizione giusta in grado di cambiare qualcosa. Mai come in questo momento ho capito che lo studio è fondamentale perché ci apre la mente e ho capito che non si finisce mai di imparare e, quindi, studiare. Non so come giornalista sportivo cosa potrei fare per cambiare il mondo ma sicuramente per cambiare la storia bisogna conoscerla.

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