ENTREPRENEUR: ” Fulvio Zanni”

ENTREPRENEUR

Grandi o piccole, “storiche” o “start-up”, le imprese del Belpaese fatturano passione. Vale anche per quelle che hanno scelto Be Different per farsi conoscere e ri-conoscere. In questa rubrica diamo la parola a quegli uomini e quelle donne che, insieme, portano avanti l’Azienda Italia.

Architetto o Notaio? Economista o Imprenditore? La risposta è: Fulvio Zanni

La risposta, per dirla meglio, è che non bisogna fermarsi o aver paura di cambiare. Se poi “cambiare” vuol dire coronare i propri sogni, allora bando agli indugi.

“Il passato non lo puoi cambiare; il futuro sì: il tuo futuro puoi provare a disegnarlo”.

Così esordisce Fulvio Zanni, di anni… Già quanti anni ha Fulvio? Andiamo a spanne: intorno ai 40. Under o over? Suvvia non importa: le primavere che abbiamo alle spalle non si cambiano. Già, ci risiamo: “Il passato non lo puoi cambiare; il futuro invece sì”.

Detto questo che altro serve? La tentazione di dire: “Grazie di tutto, l’intervista è finita” è forte. Ma ci facciamo coraggio e andiamo avanti.

Prima domanda: Dottor Zanni ci parli di lei, compreso il passato.

“Che dire? Dopo il liceo scientifico mi iscrissi a Economia e Commercio con l’idea di fare l’imprenditore, il manager. Prima di conseguire la laurea già lavoravo in Brasile, trovai lavoro lì. Un modo, anche, per evitare il servizio di leva ancora obbligatorio a quel tempo. Tornato a Roma aprii una palestra a Piazza di Spagna in società con il mio amico Gianmaria Papa. Poi un master alla Bocconi, poi il lavoro nello studio di architettura dei miei genitori per ben 10 anni, poi…”

C’è ancora dell’altro?

“Assolutamente sì: dopo dieci anni nello studio dei miei – uno studio importante, sentivo che mi mancava qualcosa. Mi dissi: che posso fare? Risposta: faccio il Notaio! Così presi anche la laurea in Giurisprudenza, con lode, in due anni e mezzo (dovevo sostenere “solo” 17 esami, dati quelli convalidati grazie all’altra Laurea conseguita alla Facoltà di Economia)”.

Ergo, siamo al cospetto del Dottor Fulvio Zanni “Notaio in Roma”. È così?

“No, non è così: il mio solito amico Gianmaria, solito nel senso di amico vero, amico con la A maiuscola, mentre preparavo il concorso, mi parlò di un suo progetto; voleva conoscere la mia opinione e, forse, aveva già pensato di coinvolgermi. Me ne parlò dopo l’ennesima partita di calcetto e, nonostante la stanchezza, il sudore, la voglia di togliersi di dosso la giornata tramite una doccia calda, lo ascoltai con attenzione. Attenzione, poi interesse, poi studio, poi entusiasmo. Detto fatto: nel 2016 aprimmo la prima clinica Masterdent a Trastevere”.

Masterdent, per chi ancora non lo sapesse, ha aperto da poco anche al Fleming. Centri di odontoiatria e ortodonzia di eccellenza, vantano tecnologie all’avanguardia e dentisti con almeno 20mila ore di attività in sala operatoria. Qui si possono trovare sia le celebri mascherine trasparenti, quasi invisibili, per riallineare i denti della Invisalign, sia le faccette in ceramica ultrasottili Lumineers.

Ci fermiamo qui? Restiamo a Masterdent?

“Per ora ci fermiamo. Mi innamorai dell’idea del mio amico Dentista, la sposai e il matrimonio – tuttora – va a vele gonfissime. Dovevamo aprire al Fleming lo scorso 8 marzo; poi l’Italia fu costretta a fermarsi, come si sa, così aprimmo a giugno. A Trastevere abbiamo già il nostro zoccolo duro di clientela. Per quanto riguarda Roma nord, beh, siamo all’inizio, siamo ancora dentro l’emergenza Covid… Ma si è comunque innescato il passaparola, abbiamo già ottimi riscontri. Non ci resta che rimanere concentrati e mettere in atto una buona comunicazione”.

Navigare a gonfie vele; si dice anche “con il vento in poppa”. Il vento però ogni tanto cala: ci racconti dei suoi momenti di difficoltà.

“Le difficoltà ci sono per tutti. Anche io, ovviamente, ho vissuto i miei momenti “no”. Per esempio quando ho abbandonato l’azienda di famiglia, un lavoro che mi dava comunque molte sicurezze (non solo economiche). Ma io volevo fortissimamente aprirmi una strada da solo, una strada che doveva essere mia e solamente mia. Le mie curve, i miei incroci, le mie salite, i miei panorami… È stata dura, non lo nego. Ma se qualcuno mi chiede: “Chi te l’ha fatto fare?”, la risposta è una sola: l’ho fatto perché lo volevo fare, volevo credere nel mio sogno; se riconosci la tua strada la devi percorrere, il viaggio sarà lungo e impervio ma sarà, anche, meraviglioso e soddisfacente”.

La crisi economica partita nel 2008; poi l’emergenza sanitaria di oggi. Centinaia, migliaia di aziende che soffrono o che gettano la spugna. Contemporaneamente, altrettante imprese seguitano a lavorare e a “crescere”. Come si spiega?

“Dipende dal modello di business che si decide di adottare e, ovviamente, dal settore in cui si opera.

Il modello di business deve essere il più leggero o “liquido”, come qualcuno lo definisce oggi, possibile: è imperativo spostare l’asse sui costi variabili. Siamo nell’epoca dell’e-commerce, l’impresa – e l’imprenditore – deve aprire gli occhi sugli Anni 20 del Ventunesimo Secolo”.

Riguardo al settore è ovvio che la sanità in generale – quindi anche l’odontoiatria – difficilmente va in crisi.

Un’azienda che lavora bene deve anche saperlo comunicare. Vero o falso?

“Assolutamente vero. La comunicazione è fondamentale ed è uno di quei costi che non andrebbe mai “tagliato”. Inoltre un prodotto o un servizio eccellente, se lo “racconti” male, non solo resta nell’anonimato ma neanche esprime la sua potenzialità.

Ora l’intervista è finita davvero. Rileggiamo? Correggiamo? No, si va avanti: il passato non si cambia, pensiamo al futuro. E così sia.

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