È capitato a ciascuno di noi e capiterà ancora. Capita di incontrare un professore, o una professoressa, in grado non solo di trasmetterci le nozioni della disciplina che insegna ma capace, soprattutto, di stimolare la nostra curiosità, la nostra voglia di crescere e di ottenere i voti migliori nella materia che tutti abbiamo nel piano di studi: la vita. Ne parliamo con Alessio Giannini.
Di Alessandra Giancola
“Insegnare con passione per appassionare gli studenti. A scuola si vince così”
Alessio Giannini
Il Professor Giannini è nato a Roma nel 1974. Maturità scientifica e laurea a pieni voti in Matematica alla Sapienza. Ha lavorato inizialmente come consulente informatico e, in seguito, ha scelto di insegnare presso varie scuole pubbliche, da quelle del centro a quelle dei quartieri più periferici. Oggi insegna nel liceo paritario Visconti che condivide la sua visione dell’insegnamento: portare al successo anche chi giura di non capire la matematica.
Professore, quando ha capito che l’insegnamento sarebbe stato il suo lavoro?
Sin dai tempi dell’università impartivo lezioni private di matematica e fisica per guadagnare qualcosa. Dopo la laurea, quando facevo il consulente informatico, nonostante lavorassi molte ore nel tempo libero continuavo con le lezioni private. Ho iniziato a domandarmi perché lo facessi: guadagnavo bene, fare il consulente mi piaceva ma qualcosa dentro di me mi spingeva verso l’insegnamento. Così ho preso la decisione di licenziarmi, ho partecipato al concorso per la SISS (Scuola di Specializzazione all’Insegnamento Secondario) e, dopo l’abilitazione, ho finalmente trasformato la mia passione in lavoro.
Rispetto a 20 anni fa, com’è cambiata la Scuola e come sono cambiati gli alunni?
Negli ultimi 20 anni la scuola è stata devastata da riforme incoerenti, incomprensibili e insensate e, se il sistema scolastico italiano è ancora in piedi, è solo grazie a quei docenti che vivono l’insegnamento come una missione più che come un lavoro. Ma non so quanto potrà durare… Per quanto riguarda i ragazzi, più che loro è cambiata la società nella quale vivono. Gli adolescenti sono gli stessi ma i genitori, le istituzioni e la società sono ben diversi…! Intendiamoci, non sono un nostalgico dei “vecchi tempi”, è solo una constatazione. Non credo nemmeno che il mondo oggi sia peggiore di prima; ma se tutto è cambiato perché stupirsi se gli adolescenti di oggi si comportano in modo diverso rispetto a quelli di un tempo?
Quali mezzi utilizza per tener vivo l’interesse negli allievi?
Non credo di conoscere mezzi particolari o diversi da quelli dei miei colleghi. La differenza, a mio avviso, la fa la passione che metti in ciò che fai. Noi abbiamo a che fare con gli adolescenti. I ragazzi, a quell’età, sono molto sensibili e riescono sempre a percepire se fai l’insegnante come ripiego o per passione. Nel primo caso ottenere il loro rispetto e la loro attenzione è veramente difficile perché si sentono traditi proprio da chi, di fronte a loro, decanta la bellezza di ciò che, lui per primo, non ama. Nel secondo caso, invece, spesso sono affascinati, curiosi e predisposti a lasciarsi portare nel tuo mondo. La risposta dei ragazzi, quindi, dipende da ciò che gli dai.
Nel tempo ho avuto molte soddisfazioni in tal senso. Oltre a ricevere degli attestati di stima, negli anni sono stato coinvolto in alcuni loro progetti lavorativi. Uno di questi (YouCanMath) piuttosto attuale, vista la quarantena a cui siamo sottoposti a causa del coronavirus. Si tratta di un’associazione culturale che ho creato insieme ad un mio ex studente e che fornisce, oltre a dei videocorsi di matematica, anche assistenza in remoto, una community dedicata e molto altro.
Per concludere, nella vita è meglio sapere molto o basta sapere “lo stretto necessario”?
Sarebbe comodo per il ruolo che rivesto rispondere che bisogna sapere molte cose ma la risposta, in questo caso, deve essere più articolata. La vita è un’incognita per tutti, non possiamo sapere cosa ci riserva il futuro e allora meglio sapere più cose possibili, imparare sempre, contaminare le nostre conoscenze con mondi lontani dal nostro, mettersi sempre in gioco e rendere le nostre conoscenze ampie per essere adattabili alle situazioni che sono in continuo mutamento.