COPERTINA LUI: “Federico Manelli”

“Noi siamo il futuro”

 

Siamo nel 2020 eppure i pregiudizi non sono ancora stati sconfitti, come quello per cui i giovani si disinteressano dei temi di attualità e non pensano al futuro. Basterebbe aprire gli occhi per capire che la realtà è ben diversa. Federico è pronto a dimostrarcelo: studente e modello romano di diciotto anni, osserva attentamente il mondo attorno a lui ed è pronto ad impegnarsi per migliorarlo.

Di Beatrice Gentili

 

Raccontaci di te…

Sono uno studente all’ultimo anno di liceo. Da sempre amo praticare gli sport; una grande passione, quella per l’allenamento, nata sui campi da rugby quand’ero piccolo. Da qualche mese frequento un corso di Calisthenics, una disciplina a corpo libero che richiede forza, equilibrio e resistenza, e che con sacrificio ti regala risultati soddisfacenti.

Alla tua età ti viene richiesto di operare scelte importanti: cosa farai in futuro?

Vorrei continuare a studiare e sto anche valutando diverse opzioni. L’indirizzo legato alle Scienze Motorie mi sta appassionando, ma non escludo di poter prendere in considerazione anche Giornalismo.

Cosa rappresenta per te lo sport?

La mia valvola di sfogo principale, un’ancora a cui mi sono aggrappato tante volte per superare varie situazioni difficili, da quelle familiari a quelle scolastiche. Provenendo dal rugby lo sport per me è anche stato un momento aggregativo dove è centrale il fair-play, e uno spazio in cui stringere e coltivare amicizie. Ti insegna a cadere e rialzarti.

Qual è la tua visione dello sport in Italia?

Credo ci sia troppa attenzione sul calcio, che cattura un forte interesse soprattutto per i profitti e i guadagni che genera, a discapito di altre discipline ugualmente divertenti e formative. Si insegna troppo poco il valore del rispetto dell’avversario e non si trasmette il vero significato di ciò che vuol dire prendersi cura del proprio corpo, che non significa solo aumentare la massa muscolare.

Da studente liceale come valuti lo spazio dedicato nella didattica a “educazione fisica”?

Ritengo che sia inadeguato e svolto in maniera superficiale: non si insegna la vera attività fisica.

Se potessi apportare dei cambiamenti nelle scuole cosa proporresti?

Aumenterei di 1-2 ore a settimana lo spazio dedicato allo sport, con lezioni frontali che insegnino ai giovani come l’attività fisica possa rappresentare uno strumento per superare le difficoltà. Lo sport è un punto di partenza per ritrovarsi e spronarsi anche nelle fasi più difficili.

Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Giovani, la salvaguardia del pianeta, argomento di grande attualità, è uno dei temi che oggi sta più a cuore ai ragazzi italiani. Qual è la tua posizione a riguardo?

L’esempio dell’attivista svedese Greta Thunberg e le tante campagne di sensibilizzazione che si stanno susseguendo nell’ultimo periodo mi hanno sicuramente influenzato e sono convinto che abbiano avuto lo stesso effetto su tanti altri miei coetanei. Oggi sono molto attento a questo aspetto e sono convinto che la nostra generazione possa cambiare le cose con un impegno collettivo. Non credo che sia tutto perduto.

Negli ultimi anni qual è la tendenza che hai meno apprezzato?

Questa sorta di isteria di massa che tutt’oggi coinvolge molti di noi e che consiste nella ricerca spasmodica dell’apparire, nell’uso smisurato dei social dove si condivide qualsiasi cosa pur di farsi notare. Non mi è mai piaciuto omologarmi o mettermi in mostra per ricevere delle attenzioni.

E quella che ti è piaciuta di più?

Forse questa moda “green” che ultimamente ha reso le scelte healty ed ecologiche di tendenza, come ad esempio la vendita delle borracce per abbassare il consumo della plastica.

Se avessi con te la lampada di Aladino, quali desideri esprimeresti?

Gli chiederei le cose che ritengo più importanti: la serenità, un lavoro stabile e la sicurezza di potermi costruire una famiglia.

Chi sarà Federico Manelli tra dieci anni?

Spero un professionista accreditato e un buon padre. Mi immagino lontano dall’Italia, in una città più funzionale rispetto a Roma. Usando molto i mezzi pubblici ritengo che il problema del malfunzionamento dei trasporti è uno degli aspetti che più penali

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