Conosciamo noi stessi: avremo delle grandi sorprese
La professoressa Fiorilli insegna psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione alla Lumsa. Una prof pazzamente innamorata. Niente gossip, per carità: il cuore le palpita per la sua materia perché – ci dice – con la psicologia ci possiamo guardare dentro, conoscerci, imparare ad amarci, a capirci. Gli esami non finiscono mai? È una gran fortuna.
La professoressa Fiorilli lavora con passione. Le succede ogni giorno, ogni volta che entra in aula; le succede perché “sente” la passione degli studenti. “Specialmente quelli del primo anno – rivela – sprizzano entusiasmo, curiosità. Un ottimo clima per lavorare, per imparare a guardarsi dentro”.
Già, l’entusiasmo. Quello dei vent’anni; o diciannove, o giù di lì. Ci si sente pronti a tutto, a quell’età. Girare il mondo, esplorarne gli angoli più nascosti, aprirlo, “scoperchiarlo” senza tanti complimenti. Il futuro? È ancora lontano, si vedrà: pensiamo a oggi, diamoci da fare. Il mondo è tutto nostro; forse.
“Vero, al futuro non ci pensano troppo. Lo temono? Preferiscono “evadere”? In parte è così, è probabile. Ma è anche giusto così. Forse io, noi alla loro età ci attardavamo di più a progettare, a immaginare il domani. Facevamo i nostri programmi, quanto meno ci provavamo. Oggi si vive più “alla giornata” ma non è solo questione di paura; paura di non farcela, paura di non “collocarsi” dignitosamente. Il fatto è che di questi tempi a vent’anni si è bombardati da ogni dove; bombardati di stimoli, di notizie buone, cattive e… taroccate. Si naviga a vista, ci si barcamena in un mare perennemente in tempesta e resta poco tempo per occuparsi pure del domani. Però… Però c’è chi a vent’anni sceglie Psicologia, nel 2019. Lo fanno per la… carriera? No, la scelgono per imparare a guardare l’uomo e la donna che “abita” il mondo e – soprattutto – quello e quella che abita dentro di loro. Insomma desiderano conoscere, conoscersi. Anche questa è una notizia; un’ottima notizia”.
Abbiamo – ho – altre domande. Una su tutte: cos’è la Psicologia dello Sviluppo? L’intervista è quasi finita, mi sono svegliato adesso…
“È quella che una volta si chiamava Psicologia dell’Età Evolutiva. Sono i temi che riguardano le problematiche della crescita e della maturazione della persona. Le modificazioni, i cambiamenti a livello fisico, emotivo, relazionale e affettivo che si verificano nelle varie stagioni della nostra vita”
Come si fa a restare impassibili? Come non essere curiosi, appassionati? È una disciplina che parla di noi, racconta di noi. Ora sussurra, ora “grida”. Noi prestiamo il nostro orecchio e sosteniamo i nostri esami. Ogni giorno.
Professoressa, come sono gli studenti del 2019? Sognano? Si informano? Si occupano dell’attualità? Più o meno ingenui di chi li ha preceduti?
“Più “svegli” di noi, questo è sicuro. Però si annoiano, cosa che a noi capitava meno. Nonostante gli stimoli, nonostante la Rete; nonostante i “social”. L’informazione? Anche quella, per loro, è un affare “social”: attingono le notizie da lì e spesso e volentieri – con le doverose eccezioni – non sanno discernere tra la news e la “fake”. Ma questo, puntualizzo, non succede solo a vent’anni…!”.
L’Italia che studia; l’Italia e la scuola, l’università. Cosa ha fatto e cosa non ha fatto, il “Palazzo” negli ultimi trent’anni per il pianeta formazione?
“Sarà banale, ma le problematiche sono sempre le solite: poche risorse, pochi finanziamenti, pochi docenti. Ogni Stato deve investire sul futuro. E il futuro, da che mondo è mondo, si “scrive” nelle aule di studio; si scrive a vent’anni e anche prima”.