«Da piccolo volevo fare il cuoco, poi sono diventato Biondo»
Di Beatrice Gentili
Si scrive Simone Baldasseroni, ma si legge Biondo. È la giovane promessa dell’R&B italiana che con il suo“Dejavu”, dopo aver partecipato al talent “Amici” di Maria De Filippi, ha totalizzato 11 milioni di visualizzazioni su Youtube e oltre 4,5 milioni di stream su Spotify, conquistando il disco d’oro con l’album omonimo. Numeri da capogiro per un ventenne che, fino a non molto tempo fa, sognava di fare lo chef.
«Sono felice di essere uno dei primi a portare questo genere musicale in Italia. È ciò che rappresenta la nostra generazione e non dobbiamo coprirci gli occhi. La mia missione era di cambiare le regole e abbattere la barriera tra web e tv; in parte ci sono riuscito» – racconta l’esuberante artista dai capelli color platino, pronto più che mai a macinare successi e a pagare anche a caro prezzo il peso della popolarità.
Settecentoventiquattromila follower, un album di successo alle spalle. Simone, come si gestisce tutto questo a vent’anni?
Io la vivo in modo molto trasparente e genuino. A Roma ero già abituato al fatto di essere riconosciuto: avevo fatto uscire alcune canzoni diventate virali. Poi c’è stato Amici ed è arrivata la crescita esponenziale. Ad oggi non mi sento cambiato, ma solo cresciuto. C’è una grande voglia di lanciare dei messaggi e influenzare le persone. È un mestiere bello ma che porta con sé tante responsabilità. Ogni tanto mi scordo di essere sotto i riflettori ed esprimo senza pensarci dei pensieri che avrebbero bisogno di essere formulati con più attenzione per non essere fraintesi. Mi dimentico che i miei profili social sono seguiti e ripresi da migliaia di persone. È l’altro lato della medaglia.
E pensare che nella vita voleva fare il cuoco…
(Ride, NdR) È un sogno nato ai tempi in cui facevo il boyscout, alle scuole medie. Quando ci ritrovavamo ai campi regionali mancava sempre il cuoco della squadra, finché mi cimentai io in quelle vesti e mi accorsi che ero piuttosto bravo. Così, al momento di scegliere il liceo, ho comunicato ai miei genitori di voler fare l’alberghiero. Ho creato un mio blog, ho iniziato a sperimentare tantissime ricette e – devo dire la verità – ero uno dei migliori della scuola. Qualche anno dopo l’amore ha rimischiato tutte le carte in tavola: mi sono innamorato di una ragazza e per lei ho scritto il brano “Quattro Mura”, il primo pezzo che mi ha fatto conoscere agli ascoltatori. E così dal mestolo sono passato al microfono.
Il canto e la cucina non si sono più incrociati?
Non ancora, ma non ho perso la mano ai fornelli. Il mio piatto forte è il risotto con funghi porcini e tartufo. Una volta magari ve lo farò provare! (sorride, NdR).
Ad Amici si presentò con un’identità ben precisa. In un mercato così frenetico, oggi cos’è davvero importante per farsi riconoscere ma soprattutto ricordare?
Avere qualcosa da dire. Non solo nelle canzoni, ma tutte le volte che si è a contatto con il pubblico. Banalmente anche in un concerto, durante le pause tra un brano e l’altro, è importante mettersi in gioco attraverso i propri pensieri. È ciò che ti dà un’identità. Purtroppo o per fortuna non è qualcosa che si costruisce a tavolino: o ce l’hai o non sarai mai credibile.
E il suo messaggio qual è?
Non abbiate paura di esprimervi. Le persone se sbagli se lo scordano, ma se resti nel buio passi semplicemente inosservato. Non bisogna indossare maschere. Mai.
Dopo il talent e la grande popolarità, oggi si sente lo stesso Simone che era seduto tra quei banchi?
Credo di essere sempre rimasto fedele a me stesso. Mi piace pensare che il carattere di una persona sia un po’ come il suo viso: puoi invecchiare, avere più rughe, ma i lineamenti restano sempre gli stessi. Non posso negare, però, di aver acquisito più consapevolezza.
Non ha mai avuto paura che tutto questo successo così in fretta potesse arrivare presto a stancarla?
Nel mio caso il divertimento e la voglia di fare non si sono spenti neanche per un secondo. L’importante è restare ancorati alle proprie radici.
Attualmente il talent è davvero l’unico modo per emergere?
Assolutamente no e non voglio che passi questo messaggio; il talent ti dà tanto ma può anche ucciderti. Ti salvano solo la personalità e la possibilità di poter entrare in contatto con i fan. Io rifarei tutto da capo: è una palestra di vita che ti mette di fronte ai tuoi limiti ma ti dà anche gli strumenti per superarli.
Oggi è tornato con un nuovo progetto, Ego…
Questo album è nato la scorsa estate. Mi sono ritrovato in una camera d’albergo, galvanizzato da tutta l’energia trasmessa dai miei fan, ma anche totalmente solo. Ho iniziato a riflettere su quanto la mia vita fosse cambiata, alle persone che vanno e che vengono, alla mia nuova storia d’amore. Da lì è venuto fuori il concetto di Ego e di come, da un lato, ci si confronti costantemente con quell’immagine che gli altri ti dipingono addosso e, dall’altro, con la sfera più introspettiva e di solitudine che ti accompagna intimamente. È un progetto in cui ci ho messo molto di mio e in cui credo si ritrovi una crescita nei contenuti. Mi sono ritrovato a conoscere e a raccontare dei lati di me che neppure immaginavo di avere.
C’è una traccia di questo nuovo album che attualmente la rispecchia di più?
Sarebbe come chiedere ad un genitore di dire qual è il figlio a cui è più legato. Sono tutti pezzi di me. Alcune canzoni sono nate da storie costruite nella mia mente, altre da racconti che ho ascoltato. È stato un bel mix di ingredienti, proprio come in una ricetta, alcuni più dolci, altri più amari.
Da come parla non sembra aver passato un periodo del tutto sereno…
Quando incontri il successo le persone che hai intorno iniziano a mostrare un’altra faccia. Ho imparato a contare più sulle mie forze che su quelle dei molti che si professavano miei amici. Per fortuna ho una famiglia meravigliosa che mi ha sempre supportato e una ragazza genuina al mio fianco.
La sua ragazza è la cantante Emma Muscat, con cui ha condiviso il percorso nel talent di Canale 5…
Non ci siamo più separati. Sono davvero felice di stare con lei e appena possiamo ci alterniamo tra Roma e Malta.
Dentro di lei vince più la follia o la genialità?
C’è una bella lotta tra le due. Solitamente vado molto di pancia ma anche nella non consapevolezza c’è tanta coscienza. Mi piace entrare a gamba tesa.
Qual è il prossimo sogno di Simone Baldassaroni?
Fare un disco di platino e iniziare una collaborazione internazionale. Il mio punto di riferimento è Chris Brown con cui ci seguiamo sui social: è il re dell’R&B. Ma se da un lato spero che tante cose progrediscano, dall’altro resto affezionato al vecchio modo di fare musica: sceglierò i club agli stadi per tutta la vita.