MUSICA: “Astroworld”

Astroworld

 

Già lanciato sulla scena da diversi anni, con questo suo terzo album Travis Scott si conferma l’astro nascente del billionaire club dei rapper.

 

Una macchina da soldi: questo, oggi, è Travis Scott. Ha fatto investimenti (squadre di calcio, ristoranti, linee di moda…) e gode di un’immensa l’attenzione mediatica, in gran parte dovuta alla sua relazione con la influencer/imprenditrice Kylie Jenner, dalla quale ha avuto una figlia.

Tutta questa risonanza ci porta quasi quasi a dimenticare ciò che ha reso il ventisettenne di Houston così ricco e influente: la musica hip-hop.

La musica è ciò su cui Jacques Webster (questo il suo vero nome) ha puntato più di tutto. Nato in una famiglia di musicisti, ha investito quasi tutti i soldi che sua madre aveva risparmiato per farlo studiare in registrazioni, sperando che un giorno avrebbe sfondato.

C’è riuscito facendo ascoltare le sue produzioni all’ingegnere del suono di Kanye West, che poi lo prese sotto la sua ala producendogli i primi dischi, che si sono rivelati una miniera d’oro.

Birds in the Trap Sing McKnight è considerato uno degli album più rappresentativi della musica trap, con Goosebumps che rimarrà una pietra miliare del genere.

È questo disco però ad essere degno di una star interplanetaria, soprattutto perché è assemblato bene: è un progetto musicale ben pensato ed eseguito dall’inizio alla fine.

Obbligatorio soffermarsi sui suoni. Se i precedenti lavori di Scott erano già piuttosto psichedelici, con Astroworld si è utilizzata la stessa formula ma con il budget di quest’album sono stati assoldati i migliori produttori e le migliori guest-star. Stop trying to be God è un brano eccezionale dove però, va detto, la differenza la fanno gli ospiti Kevin Parker, James Blake e Stevie Wonder.

La nota negativa, in effetti, è che forse il più sottotono è proprio Scott, che sicuramente poteva sfruttare meglio l’occasione ghiotta per dimostrare che gli è rimasta ancora quella passione per la musica. Invece risulta un po’ moscio rispetto al passato e rispetto ad altri artisti del panorama trap. Peccato, perché lui rimane uno dei più influenti e, qui da noi, uno dei più imitati.

 

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