“PREGIUDIZI E IGNORANZA OSSIGENO DEL BULLISMO”
Matteo Valentini, attore giovanissimo e testimonial di Bulli Stop, ci parla del suo impegno nella campagna contro il bullismo e ci rivela come la fortuna abbia avuto un ruolo basilare nella sua carriera.
Cosa spinge un ragazzo di quindici anni ad ergersi testimonial della campagna contro il bullismo? Cosa spinge un giovane lanciato nel mondo dello spettacolo a dedicare una parte del proprio tempo a farsi portavoce verso i suoi coetanei di una fondamentale battaglia di civiltà e crescita? Lo abbiamo chiesto a Matteo Valentini, quindici anni con già alle spalle una brillante carriera di attore. Al primo provino viene scelto per un ruolo in “Un medico in famiglia”. Da allora, compatibilmente con gli impegni scolastici e sportivi, porta avanti la sua passione e partecipa a diversi lavori. È il protagonista di famosi spot pubblicitari come Uliveto-Rocchetta e Samsung. È nella fiction Baciamo le mani, riveste ruoli in diversi film per il cinema (Banana, Scusate se esisto, Storie sospese, Gli ultimi saranno ultimi) e viene chiamato a partecipare al monologo sul bullismo nel programma televisivo “Laura e Paola” in prima serata su Rai1. È il protagonista del video “Guerriero” di Marco Mengoni – che ha collezionato più di 80 milioni di visualizzazioni – e che lo ha voluto come ospite anche a X Factor 8. Proprio per questa sua interpretazione, nel 2015, ha vinto il premio Charlot come bambino dell’anno. Il 2018 lo ha visto impegnato in TV con il ruolo di Nick, protagonista di New School, sit-com per ragazzi in onda su “Deakids” e “Super!”, poi ha interpretato Stefano Belli nella fiction Rai “Non dirlo al mio capo 2”. L’amore per la recitazione e la musica lo ha portato ad avvicinarsi al musical e, viste le notevoli doti canore e coreutiche, si appassiona alle diverse discipline tanto da presentarsi, nel 2016, ai provini per “Billy Elliot” ed essere scelto per il ruolo di Michael nella prima stagione e di Billy nella seconda. È un appassionato di cinema, soprattutto quello americano e, dopo uno stage a New York, spera di tornare presto in America per frequentare la NYFA. Sogna di lavorare per la Disney e doppiare un personaggio d’animazione.
Quanto ha giocato la fortuna nella tua esperienza d’attore?
Tanto! La fortuna ha un ruolo non marginale nella vita di ciascuno di noi, ma bisogna saperla agguantare e non farsela sfuggire. La mia “carriera” è iniziata per puro caso, così quasi per gioco nel segno del più classico “perché non provare”?
Come mai sei diventato testimonial di Bulli Stop?
È stato un altro colpo di fortuna: sono arrivato a Bulli Stop solo grazie alla scuola che ci portava agli spettacoli organizzati del Centro, non ne avevo mai sentito parlare prima, non sapevo esistesse. Me ne sono innamorato dal primo momento e poi l’incontro con la presidentessa del Centro, Giovanna Pini, ha fatto il resto. Ovviamente ho partecipato agli spettacoli che si tenevano e si tengono spesso al teatro Olimpico e vista la mia passione (e le notevoli capacità recitative, NdR) Giovanna Pini ha capito subito che avrei potuto giocare un ruolo basilare in questi spettacoli.
Il bullismo è qualcosa che mi colpisce molto anche se, per fortuna, non ho mai avuto esperienze dirette o avuto modo di essere testimone di qualcosa di simile. Per cercare di arginare il problema i primi che devono entrare in gioco sono i giovani, gli unici in grado di capirsi gli uni con gli altri. Per parlare con un ragazzo o una ragazza della mia età è necessaria una controparte della stessa età. Certo, tra giovani e meno giovani la battuta anche pesante può venire fuori, a volte anche cattiva e forse voluta, ma l’importante è bloccare sul nascere possibili ripetizioni e la scuola è fondamentale!
Cosa ti ha spinto a sposare la campagna contro il bullismo?
Conoscerlo anche se solo attraverso i racconti di altri mi ha convinto a metterci la faccia; vale la pena combattere questo fenomeno. Cambiare una persona è un compito quasi impossibile, ma portarla a “capire” l’errore è cosa fondamentale.
Tu hai recitato in Billy Elliot; c’è del bullismo in quella splendida storia?
È uno spettacolo che affronta molte tematiche: dall’omosessualità al bullismo, tutte cose che non nascono sui banchi di scuola ma nel tessuto stesso della società e della famiglia “La danza – frase del film e della riduzione teatrale – non è uno sport da uomini”. Il bullismo è qualcosa che nasce dai pregiudizi e dall’ignoranza.
Ci salutiamo in attesa di incontrare di nuovo questo giovanissimo testimonial di una campagna importante e basilare come quella di Bulli Stop per una Società più aperta e consapevole.