COPERTINA LEI: Diletta Puecher

Diletta Puecher “Vi racconto l’incontro che mi ha cambiato la vita”

Capelli lunghi mori, profondi occhi scuri e labbra carnose. La tipica bellezza mediterranea? Assolutamente sì, ma con il sangue per metà ungherese. Classe 1993, è considerata uno dei volti più promettenti nel campo della moda. A poco più di venticinque anni ha già tantissimo da raccontare Modella per GQ, ospite a “Mai Dire Europei” con la Gialappa’s, protagonista del video musicale “Super Martina” – l’ultimo successo di Lorenzo Fragola e Gazzelle – Diletta è un fiume in piena. Ma non lasciatevi ingannare dall’apparenza: lei si definisce la ragazza della porta accanto.

 

Puecher. Partiamo dal tuo cognome… nasconde origini straniere?

Affermativo (ride, NdR); sono per metà ungherese e per metà italiana. In realtà nel sangue ho un mix di origini anche da parte dei miei nonni.

Il tuo nome, da qualche anno, è sempre più conosciuto nel campo della moda. C’è chi ti considera come una delle più promettenti bellezze emergenti…

Fa sempre piacere sapere che il proprio lavoro venga apprezzato. È una scommessa che ho fatto con me stessa quasi per caso, ma che mi sta regalando delle belle soddisfazioni.

Come hai iniziato a muovere i primi passi in questo settore?

Per pura casualità: è quello che dicono un po’ tutti ma per me è stato davvero così. Non sono mai stata una ragazza attenta al suo abbigliamento o al suo aspetto; fino a qualche tempo fa ero l’antifemminilità (ride, NdR). Un giorno una mia amica chiese di fare da modella per un’accademia di trucco nella quale studiava ed io accettai. In quell’occasione ho conosciuto un fotografo che, rimasto molto stupito dal fatto che non facessi la modella per mestiere, mi consigliò di rifletterci. Io, però, studiavo Design degli interni e l’idea di cambiare strada non mi era mai passata per la mente. Dopo quello shooting però hanno iniziato a chiamarmi diversi marchi per pubblicizzare costumi e vestiti, finché è arrivata una proposta, tramite Instagram, da parte di un’agenzia.

La stessa agenzia che ha avuto in scuderia anche Belen Rodriguez…

Sì, una grande occasione. E così le carte in tavola sono cambiate e con loro ho iniziato le prime collaborazioni importanti, finché ho deciso di dedicarmi completamente alla moda e lasciare l’università. Questo lavoro mi ha dato modo di aprirmi, di superare la mia timidezza e soprattutto mi ha insegnato ad amarmi. Mi faceva e mi fa stare bene.

La tua storia è l’esempio di come, attualmente, il mondo dei social sia anche un generatore di lavoro…

Assolutamente sì ed è una sfera che oggi si chiede di curare con molta attenzione, anche se io faccio ancora un po’ di fatica a concepire i social come una piattaforma di lavoro, piuttosto che come uno spazio in cui condividere la propria quotidianità. Ultimamente, invece, brand e agenzie chiedono di presentare gli insight del proprio profilo, per vedere le interazioni. Insomma, le cose si stanno complicando e bisogna stare al passo con l’evoluzione.

Nel tuo curriculum vanti importanti collaborazioni, come quella per GQ Italia. Cosa significa per una modella posare per riviste di questo calibro?

È stato il primo grande trampolino di lancio del mio percorso. Ho avuto l’onore di essere fotografa da Emanuele Ferrari. Era alla ricerca di ragazze acqua e sapone da scattare senza neppure un filo di trucco in piena estate: per lui non esiste Photoshop. Senza pensarci un attimo ho fatto la valigia e sono salita a Milano. Dopo quel servizio ho ricevuto tantissime proposte, come la collaborazione per lo spot della Tim: un’enorme cassa di risonanza.

Ti sei mai posta la fatidica domanda: “Perché proprio io”?

Mi dicono che la mia semplicità sia il mio punto di forza. Ho sempre difeso il mio viso acqua e sapone: è raro vedermi truccata. E poi sono una che sul set cerca di presentarsi sempre con la massima umiltà: provo ad assorbire tutta l’esperienza dei professionisti con cui collaboro e portare a termine il lavoro nel miglior modo possibile.

Nel 2016 il tuo nome è rimbalzato su tutti i giornali e siti web perché ti era stato attribuito un flirt con il ballerino Stefano De Martino. Tu non hai mai rilasciato dichiarazioni a riguardo…

Non ci fu una relazione vera e propria tra di noi e quando uscì la notizia non parlai con nessuno. Mi ricordo che nel giorno in cui comparse il mio nome sul web, mi ritrovai per una settimana con il telefono bloccato per via delle centinaia di messaggi che mi erano arrivati. Fu un trauma perché, in maniera del tutto inaspettata, ero finita al centro del gossip senza nessuna ragione apparente. Lì ho capito la potenza ma anche la pericolosità del web. Su Instagram, insieme ai complimenti, avevo ricevuto tantissimi insulti ingiustificati. Per quasi tre mesi non pubblicai più nulla. Devo ammettere che non è una situazione che ricordo con piacere.

Oggi quali sono le tue ambizioni?

Mi piacerebbe ampliare i miei orizzonti. Purtroppo, però, i tempi sono cambiati e se si vuole invertire la propria rotta bisogna passare necessariamente per un reality. Sarei curiosa di fare un’esperienza televisiva, ma non in queste trasmissioni. Mi è già capitato di rifiutare alcune opportunità. Da due anni sto frequentando una scuola di recitazione e a novembre ho partecipato ad alcuni casting. In queste situazioni spero sempre di non passare come la “modellina” che ha solo il bel viso: miro a trasmettere qualcosa di più.

Hai mai avuto paura che la tua esteriorità potesse oscurare tutto il resto?

Il mio è un lavoro principalmente di immagine. Si tratta di scatti fotografici e se si resta in silenzio tutto il tempo, in fondo, non è un problema per nessuno. Ma io ho sempre parlato e interagito con il team di lavoro. Non mi spaventa che mi si etichetti, perché sono convinta che poi basti poco alle persone per cambiare idea sul mio conto.

Cosa ti spinge verso il mondo della recitazione?

Dopo aver avuto un piccolo ruolo nel primo film dei “The Pills” mi sono innamorata del set cinematografico. Facevo le sei del mattino per finire le riprese, ma tornavo a casa con il sorriso. Così ho pensato di iscrivermi in un’accademia e si è rivelato un percorso introspettivo al pari di una psicoterapia. Mi è servito umanamente e mi ha aperto un mondo: si piange, si ride, si impara a parlare. Non ho iniziato per diventare attrice, ma semplicemente per fare una cosa che mi piaceva. Di piani ormai non ne faccio più: avevo iniziato l’università e poi ho intrapreso una strada totalmente diversa. Il futuro, oggi, lo lascio al caso.

Facciamo una scommessa: dove ti porterà il caso tra cinque anni?

Ancora a Roma e, perché no, magari su un set cinematografico. Oppure potrei semplicemente essere a casa con mia figlia (sorride, NdR). Chissà cosa avrà deciso il destino.

 

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