“La creatività? è senza tempo”
“Le donne cha hanno cambiato il mondo non hanno mai avuto bisogno di mostrare nulla se non la loro intelligenza”. Sono parole di Rita Levi Montalcini che oggi, nell’epoca dei selfie, dei ritocchi e dell’immagine al di sopra di tutto sembrano cadere nel vuoto. Fortunatamente non è per tutte così: in ogni numero vi presenteremo alcune donne che hanno idee, progetti, passioni. Più che apparire fanno; più fanno e più sono donne. Oggi è il turno di Anna Fendi.
Cinque sorelle che hanno fatto la moda. Cinque ragazze “come tante altre; non mi sentivo diversa, più in alto”. Così esordisce Anna con la sua voce pacatissima, simile a quella di chi sta per confidarci qualcosa nell’orecchio.
La storia di Anna, in effetti, è una segreta magia. Una magia da film con il colpo di scena sempre in agguato.
Da Roma a New York, da via del Plebiscito a Palazzo Pitti, dall’Italia al mondo intero che, da oltre mezzo secolo, si specchia e si veste nelle vetrine con la “Effe”.
Ma Anna insiste con la sua voce poco più che bisbigliata: “Il successo? Ancora oggi mi stupisce”.
In questa nostra rubrica, citando la Levi Montalcini, diciamo che “le donne che hanno cambiato il mondo hanno dovuto mostrare solo e soltanto la propria intelligenza”. Cosa ne pensa Anna Fendi, rappresentante di una Casa immersa volente o nolente nell’Immagine con la I maiuscola?
“L’immagine non va inseguita con stratagemmi artificiosi. Chi ha vent’anni oggi mi affascina ma – talvolta – mi fa rabbia. Vedo passione, determinazione, ma vedo anche apatia, arrendevolezza. Viviamo in un’epoca difficile? Ogni epoca lo è: gli Anni 70 erano di “piombo” e sembravano senza uscita. Lavorare nella moda, nel lusso ai tempi delle BR non è stato facile… Bisogna insistere senza piagnucolare che “lo Stato non ci aiuta”. Farcela da soli senza aspettarsi dalla politica leggi “su misura”. Insistere e restare in Italia: andare via per vivere un po’ meglio? Non lo farò mai”.
Le ragazze, immerse nei social, oggi vivono in un mondo dove tutto è estremizzato. Mostrano, tra l’altro, una gelosia smisurata che le spinge a distruggere anche i rapporti più solidi. Ma la gelosia non è, in parte, derivante dalla scarsa autostima? Chi crede in sé non dovrebbe temere la… concorrenza, non le pare?
“Più che di gelosia parlerei di invidia che, per me, è uno dei sentimenti più bassi che ci siano. Dipende anche da noi adulti, che dobbiamo insegnare che la sostanza conta e l’apparenza è ridicola. Lo dico in una parola: libertà”.
Amare sé stessi significa concedersi tutto; lei invece ha condotto una vita di sacrifici e rinunce. Perché?
“Vengo da una famiglia ben “inquadrata”. La disciplina, il senso del dovere hanno scandito la mia infanzia e la mia adolescenza. Un’educazione che mi ha dato tanto. Famiglia benestante, senza dubbio, ma siamo di nuovo all’apparenza: ho vissuto l’occupazione tedesca, ho visto Roma percorsa dalla paura, dalla violenza. Quando morì mio padre mamma volle che abbandonassimo le scuole per seguire le boutique. Non fu facile; tra l’altro quel lavoro, allora, neanche mi piaceva…!”
Nel mondo, nella storia, c’è chi riesce a creare qualcosa di unico e irripetibile, da Michelangelo a Enzo Ferrari. Lei, voi eravate consapevoli della vostra “marcia in più”?
“Ci sentivamo normalissime e ogni manifestazione di entusiasmo, i flash dei fotografi, ci riempivano, ci riempiono – mi riempiono – ancora di stupore. Lo stupore di una donna chiamata da Avedon che la vuole fotografare. L’incredulità di una donna che, raggiunte le vetrine della Fifth Avenue, si ritrova a percorrerla tra due ali di folla acclamante”.
Il galateo prescrive di non informarsi sull’età di una signora, specie se si tratta di un personaggio pubblico; soprattutto, aggiungiamo noi, al cospetto di Anna Fendi che appare più sveglia e più giovane di qualunque ventenne… Bisogna temere gli anni che passano o sono, anche questi, una risorsa?
“La creatività non ha età. Oggi mi vengono idee che prima non avrei avuto. Gli anni aggiungono esperienza, forza. Ho imparato, negli anni, a passare notti in bianco per discutere di un colore, di una forma…”.
Un colore e una forma; di un vestito o di una borsa. Oppure di una casa, perché Anna Fendi è appassionata di arredamento e design. E se una casa non basta si può sempre “arredare” un borgo. Anna ha fatto anche questo con Greppolischieto, Umbria.
Colore, forma e sapore: da cinque ani con AFV (Anna Fendi Vini) lei, con la sua solita determinazione, è passata dalle vetrine alle cantine. Lo stile si indossa e si beve.
Stile, moda, passione, entusiasmo di una donna che non alza mai la voce e che, sottovoce, ha affascinato il mondo intero.