“Bolivia: colore, emozione e natura esuberante”
A cura di Beatrice Gentili – Raccontato da Giulia Leuzzi
L’idea di visitare la Bolivia è certamente allettante; se poi si decide di partire zaino in spalla e con un budget inferiore ai 10 euro al giorno, l’avventura si fa ancora più intrigante.
Questi i presupposti del mio viaggio in Sud America, durato poco più di dieci giorni, in compagnia di sei amici – tre uomini e tre donne – conosciuti in occasione di uno scambio culturale effettuato con una università brasiliana.
Prima tappa del nostro viaggio è stata Santa Cruz de la Sierra, direzione Parque Regional Lomas de Arena: una lunga distesa di dune di sabbia di 12 metri che si alternano con foreste tropicali dove si riscopre una natura selvaggia che va al di là di qualunque aspettativa. Immersi in un silenzio assordante interrotto raramente dal rumore prodotto dagli animali selvatici, si attraversa un fitto bosco per giungere dinanzi a un arco di pietra che incornicia uno scenario surreale.
Galvanizzati dal panorama e dall’atmosfera abbiamo iniziato a rotolarci nell’immensa distesa di sabbia perdendo l’orientamento e la capacità di “leggere” la bussola. Giunta la sera, un taxi, che aveva anche una capra trai passeggeri, ci ha riportati in ostello.
La caratteristica che contraddistingue gran parte degli edifici boliviani è una sorta di stile incompiuto: pareti costruite a metà, mani di vernice date senza linearità e una logica architettonica che sembra ispirarsi al caso. Scegliere di alloggiare in case di fortuna, tuttavia, è stato uno dei modi migliori per conoscere questo Paese e “viverlo” a 360 gradi.
Rifatti i bagagli siamo partiti alla volta di una delle città più alte del mondo, Potosì, per visitare il Salar de Uyuni, uno tra i più grandi deserti di sale nel mondo. Gli effetti dell’altitudine sono stati travolgenti e masticare le foglie di coca si è rivelata essere l’unica soluzione per resistere alla fame d’aria. A spasso per Potosì siamo andati a caccia del miglior offerente per il giro turistico nel deserto di sale e alla cifra di 200 euro abbiamo acquistato un tour di tre giorni comprensivo di trasporti, pasti e pernottamento nei suggestivi alberghi che, dai tavoli ai letti, son fatti tutti di sale.
A bordo di una Jeep imponente, sostando qua e là per rifocillarci con un piatto di carne di lama, abbiamo attraversato le suggestive distese bianche dove lo spazio e il tempo si dilatano senza logica, fino ad arrivare a la Isla del Pescado, un’isola a forma di pesce ricoperta da enormi cactus. Proseguendo attraverso i deserti ad alta quota abbiamo scoperto il cimitero dei treni nonché i mille colori della Bolivia offerti dalle lagune salmastre note per le loro intense tonalità che spaziano dal rosso al verde.
La laguna rossa, in particolar modo, noto sito riproduttivo dei fenicotteri, ci ha sorpresi soprattutto quando si è fatta teatro di un indimenticabile pic-nic a base di carne di alpaca, in compagnia dei trampolieri rosa.
Lungo il percorso siamo rimasti affascinati dalle piscine d’acqua calda e dal deserto Dalì, così chiamato perché la sua conformazione ricorda le opere dell’artista catalano.
Terminato il tour del Salar de Uyuni, è stata poi la volta delle ultime tre tappe del nostro viaggio: La Paz, Copacabana e l’Isla del Sol.
A La Paz, sede del governo nonché metropoli più alta del mondo, abbiamo conosciuto il lato più dinamico di questo Paese, con i suoi mercati sovraffollati e l’alto tasso di criminalità, dove non si può evitare di camminare senza guardare in tutte le direzioni. A Copacabana, invece, siamo andati alla scoperta del Titicaca, il lago navigabile più alto del mondo, che una volta attraversato ci ha condotto all’Isla del Sol, una delle isole più selvagge della Terra dove, accolti da maiali, asini, cavalli e mucche, abbiamo toccato con mano come in certe zone del pianeta il tempo pare essersi fermato all’Età della Pietra.
Visitare la Bolivia – lo abbiam capito al termine della vacanza – significa prima di tutto compiere un viaggio dentro sé stessi per riscoprire il proprio lato più avventuroso, consapevoli che saranno le scelte che si faranno e il modo in cui si affronterà ogni singolo percorso a determinare l’esito del viaggio. Perché la Bolivia oltre ad essere il Paese dei mille colori della natura è anche la terra dove riscoprire le infinite sfumature delle nostre emozioni più intime.