” Catrinel Marlon “
Volto delle principali campagne pubblicitarie delle più note case di moda, nonché modella per Giorgio Armani, Catrinel Menghia, in arte Catrinel Marlon, ha alle spalle una carriera costellata da successi. Conosciuta dal pubblico italiano per la sua partecipazione al “Chiambretti Sunday Show”, oggi affianca al lavoro di modella quello di attrice. Dal 24 febbraio, infatti, sarà sul piccolo schermo con la fiction “La porta rossa”, ma il 2017 ha in serbo per lei tanti altri progetti.
di Beatrice Gentili
Sono trascorsi quindici anni dal suo debutto nel mondo della moda. Volendo tirare le somme, che bilancio fa della sua carriera?
Questi anni mi hanno regalato delle grandissime soddisfazioni. Il mondo della moda fa parte ormai della mia vita. Mi ha richiesto tanti sacrifici, sottraendomi parte della mia adolescenza, periodo in cui ho iniziato a muovere i primi passi in questo settore, ma ha saputo regalarmi molto di più. L’unico rimpianto che ho è di aver lasciato l’università.
Prima di diventare una modella era la campionessa giovanile nella corsa a ostacoli. Ha mai pensato a come sarebbe stata la sua vita se non avesse lasciato quella strada?
Sì, ci penso spesso. Credo che se non ci fosse stata la moda avrei sicuramente continuato con la carriera sportiva. E soprattutto, come dicevo prima, avrei proseguito l’università. Ma come si dice, mai dire mai: sono certa che un giorno tornerò sui libri.
Il suo lavoro l’ha portata a dividersi tra l’Italia, la Romania e gli Usa. In questo continuo viaggiare, quale città sente davvero come casa sua?
Provo un grande amore per gli Stati Uniti, ma la mia casa è l’Italia. Parte della mia famiglia vive qui e ormai è da tanti anni che questo Paese mi ha adottato. Amo tutto dell’Italia.
In questi anni ha dato dimostrazione di non aver paura di reinventarsi. Dal 2011, infatti, ha intrapreso da zero la carriera di attrice. Trascorsi questi sei anni, oggi cosa sceglie tra il cinema e la passerella?
La moda resterà ancora per un po’ il mio primo lavoro, mentre il cinema, almeno per adesso, è una passione, anche se piano piano la sto trasformando in una professione. Come tale, però, necessita di studio e di preparazione, perciò sto cercando di procedere passo per passo e di selezionare con attenzione i progetti da portare avanti.
Al momento quali sono i progetti in cantiere?
Innanzitutto, dal 24 febbraio sarò in prima serata con un serie tv molto bella, “La porta rossa”, che andrà in onda sulla Rai. Si tratta di un progetto a cui tengo molto e che ho trovato particolarmente interessante sotto tanti aspetti, soprattutto quello della sceneggiatura. Attualmente, invece, sono impegnata con “L’Ispettore Coliandro”: stiamo ancora girando gli episodi e sono molto felice di poter lavorare con due grandi registi come i fratelli Mainetti. E poi, a settembre prossimo, prenderò parte alle riprese di un film girato tra la Romania e la Spagna, che vedrà alla regia un noto regista rumeno, ma è tutto ancora top secret.
Come lei saprà la bellezza, oltre a essere un grande valore, porta con sé il peso della responsabilità di poter rappresentare per qualcuno un modello da imitare. Si è mai soffermata a riflettere sul potere della sua immagine?
Non penso molto alla mia immagine, anche se sono d’accordo che la bellezza sia un grande valore. Ammetto di essere una bella ragazza, ma questo non sempre è stato un punto a mio favore. Se nella moda mi ha valorizzata, nel cinema non è stato necessariamente così. Molte volte mi sono sentita dire da alcuni registi: “Peccato che tu sia troppo bella”.
In molti si saranno innamorati di lei e chissà quanti “no” sarà stata costretta a pronunciare. Ha mai avuto timore che un suo rifiuto potesse generare una reazione indesiderata nell’altro?
Ho pronunciato tanti “no”, soprattutto nel mondo del lavoro. Non ho mai avuto paura, però, della reazione di chi avevo di fronte. E poi, le confido di aver ricevuto anche io alcuni “no” importanti!
Le statistiche parlano di circa 115 donne uccise solo nel 2016. Lei cosa farebbe, se ne avesse il potere, per contrastare la cosiddetta violenza di genere?
Cercherei di aumentare l’informazione. I media devono parlare di più: c’è molta ignoranza ma anche tanta omertà da parte delle donne che subiscono violenza. Non possiamo pensare che nel 2017 questo fenomeno continui ad aumentare. Non è possibile! Per questo sono felice e orgogliosa di partecipare a questa importante iniziativa proposta dal vostro magazine. Credo che voi siate una rivista che fa realmente cultura. Tutti i media dovrebbero seguire questa scia, promuovendo campagne analoghe e sensibilizzando i lettori rispetto a questo fenomeno.
Un augurio che rivolge a lei e a tutte le donne per il 2017.
Di essere sempre felici e di avere tanta salute. Tutto il resto è secondario.