Rigirarsi
Girarsi e rigirarsi; nel letto, o per strada di mattina presto, quando tutti vogliono dar l’impressione che non è presto, è tardissimo. Girando e rigirando per Roma: la vedi e non la vedi, la ammiri e la deridi. I sogni – e gli incubi – di una città che da duemila anni ci fa venir sonno e ci sveglia di soprassalto.
Tre pensieri alla volta, brevi, secchi. Pensieri capitali.
Di Baronerozzo
Pensiero 1 – La saliva di Roma
Roma è bella per le rovine. L’Impero andò in rovina lasciando tonnellate di rovine: colonne, anfiteatri, archi, strade, acquedotti… Tutto questo, archeologi permettendo, è spazzatura: la spazzatura della storia. Spazzatura con la S maiuscola, che si è guadagnata il “primo piano” nelle cartoline, nel cinema, nelle biblioteche.
Abbiamo rovine anche nel XXI secolo: frigoriferi sdraiati sui marciapiedi, divani stravaccati in strada, lavatrici ripulite di tutto… La sindaca (che non è ancora imperatrice) sospetta che i frigoriferi siano lì per farla “cadere”. I romani, giustamente, se la ridono; e si giustificano: “La raccolta domiciliare degli ingombranti non si fa più”. Ma così ragionando, se le banche scioperassero ci si potrebbe arrangiare con gli scippi: “Il bancomat non funzionava, ho incontrato una vecchietta…”.
Si può fare o no? Vietato o no? Quand’ero piccolo sugli autobus c’era un cartello che recitava “vietato sputare”. Ci voleva il cartello? Salivi, non leggevi e lasciavi la… saliva.
Consoliamoci: tra mille anni gli archeologi catalogheranno i frigoriferi dismessi, quelli di una Roma in discesa; quella Roma che scendeva e che… saliva.
Pensiero 2 – Roma limitata
C’era una volta il catalizzatore; o marmitta catalitica, che dir si voglia. All’inizio degli Anni 90 in pochi l’avevano: la macchina “cat” costava di più e non si sentiva ancora parlare di Ztl. Oggi siamo tutti catalizzati, la benzina è tutta verde (l’altra, quella rossa di vergogna ci ha lasciati da 15 anni), e Roma respira. Si respira meglio, ma con affanno; affannarsi a guardare il “libretto”: sono “Euro 3” o “Euro 4”? Un occhio al libretto e l’altro sul Sito del Comune: “A Trastevere si entra con Euro 4, o ci vuole Euro 6?”. E ancora: “L’Anello Ferroviario dove comincia? E la Fascia Verde?”.
Verde la fascia, verde la benzina, tutto verde a parte qualche semaforo cocciuto. E dal 1° gennaio Euro 3 fuori dalle Mura Aureliane; come dire fuori Roma. Il respiro si fa soffocante, in tanti dovranno staccare assegni dal concessionario (verdi di bile, talvolta).
Animo ragazzi, il mercato dell’auto respira, in Europa e in Italia. E costano pochissimo, le macchine: sul lunotto vedo spesso foglietti con la scritta “Euro 4”, “Euro 6”… Ma dove le comprano?
Roma limitata.
Pensiero 3 – Roma allo stadio
Si fa o non si fa il nuovo stadio? Quello della Roma, quello della Lazio, quello che volete basta che un giorno i romani possano passeggiare di domenica senza inciampare tra le auto in sesta o settima fila, senza ricevere in faccia un sampietrino da parte di un tifoso incazzato. La domenica e poi il mercoledì, il martedì, insomma tutti i giorni in cui il “dio Pallone” scende all’Olimpico per dettare e ridettare le sue leggi.
Si farà o non si farà? La palla è rotonda, ergo imprevedibile. Anche Roma è chiusa in un anello (il Gra); anche Roma, dunque, è rotonda e imprevedibile. La palla è rotonda, Roma è rotonda, il calcio è uno spettacolo a tutto tondo. Uno spettacolo che, oltre l’anello, diventerebbe ancor più prezioso, per i tifosi e soprattutto per i romani. Pensateci, pensiamoci. E’ l’ultima occasione. L’ultimo stadio.
Girarsi e rigirarsi: si attendono suggerimenti dei lettori per le prossime… rigirate.