“Intervista a Guglielmo Bianchi “
Con la saggezza di un adulto e l’entusiasmo di un bambino, Guglielmo, classe 1998, ha già progettato il suo futuro all’estero, dove intende proseguire gli studi. “Tre aggettivi con cui descrivermi? Determinato, estroverso e sensibile”, ci svela. L’obiettivo finale? “Avere successo nella vita, che non significa avere tanti soldi, ma essere felici per quello che si fa”.
Ciao, presentati.
Mi chiamo Guglielmo Bianchi, ho 18 anni e sono nato e cresciuto a Roma, dove frequento il quinto liceo scientifico. Sono da poco tornato nella Capitale, lo scorso anno ho frequentato il quarto liceo in Cina. Sono uno sportivo, vado in palestra, seguo corsi di prepugilistica, amo il calcio e il paddle.
Come mai quest’esperienza in Cina?
Volevo confrontarmi con una delle lingue più parlate al mondo e, sapendo già l’inglese, lo spagnolo e il francese, avendo frequentato fin da piccolo la scuola americana, la mia scelta è ricaduta sull’Asia.
Hai in mente di proseguire gli studi all’estero?
Sì, quello sarebbe il mio piano. Devo riuscire a prendere un buon voto alla maturità, così da poter fare richiesta in alcune università a Londra, in America o in Cina. Vorrei iscrivermi a Economia e Finanza.
Pensi che l’Italia non possa offrirti le giuste opportunità?
Con la crisi economica il lavoro, si sa, scarseggia e gli stipendi sono bassi. Credo che l’estero possa essere, almeno per il momento, l’unica soluzione. Sicuramente andando via non si risolve la situazione italiana, però, magari, una volta fatta carriera si può tornare qui per investire sul nostro Paese.
La tua famiglia che ne pensa di questa decisione?
È d’accordo. I miei vogliono che io mi dia da fare. E poi, dopo la mia esperienza in Cina e mio fratello che già sta studiando a Londra, ormai si sono abituati.
Se fossi una città quale saresti?
Non vorrei essere banale ma dico New York: Wall Street, Times Square… È una città che non dorme mai, come me, anche se amo anche luoghi più tranquilli come le Maldive. Ho viaggiato molto ma questa è sicuramente una delle città che più mi hanno colpito.
Com’è nata la tua passione per i viaggi?
Diciamo che la vita romana mi annoia facilmente. L’idea di conoscere nuovi luoghi e culture è sicuramente più stimolante. Dopo un anno a Shanghai avevo voglia di tornare a Roma, ma adesso non vedo l’ora di ripartire.
Sta squillando il telefono, potrebbe essere chiunque. Chi vorresti che ci fosse dall’altra parte?
Mark Zuckerberg, l’uomo che ha connesso tutto il mondo e ha avuto l’idea del secolo. Gli chiederei di dedicarmi un’ora del suo tempo, per domandargli come ha fatto a inventare il futuro delle comunicazioni e qualche consiglio su come avere successo.
Quello per la copertina di “Be Different” è stato il tuo primo shooting fotografico?
Sì, era la prima volta! In realtà mi era già stato chiesto di entrare a far parte di un’agenzia e di partecipare ad alcuni provini per dei servizi fotografici, ma avevo sempre rifiutato. E infatti sul set, all’inizio, ero un po’ nervoso ma il fotografo, Vincenzo Valente, mi ha guidato e ho preso confidenza con la macchina fotografica. Sicuramente è stata un’esperienza divertente, ma per il futuro ho altri progetti: cerco un lavoro più solido.
Mi sembra che tu abbia già le idee molto chiare sul futuro. Qual è il tuo obiettivo finale?
Avere successo nella vita, che non significa avere tanti soldi, ma essere felici per quello che si fa.
Qual è il tuo motto?
È importante aggiungere più vita agli anni, non più anni alla vita.