TOP SPEED:”Back to future”

“BACK TO FUTURE”

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di A. Roca e V. Zona

 

Icona della generazione dei nostri genitori, la Ducati Scrambler torna per far innamorare i riders del terzo millennio. Abbiamo provato per voi la Scrambler Sixty2, la versione 400cc di cilindrata per neopatentati A2.

Pausa: per una volta ci distacchiamo da bestie sputafuoco e ci rilassiamo per un week-end nella Land of Joy. Ad accompagnarci c’è la Ducati Scrambler Sixty2, versione entry level di una delle moto più azzeccate della casa di Borgo Panigale.

Abbiamo provato la Ducati Scrambler in occasione del lancio, ma ci incuriosiva la versione 400cc con il motore derivato dalla vecchia Monster 400 e rivisto per essere omologato come Euro 4. Obiettivo: godersi un week-end di curve nei pressi di Rieti senza pensare a nient’altro.

Okay, la moto è scelta e siamo pronti per il ritiro presso il Ducati Roma. È il tardo pomeriggio di un venerdì, siamo sulla tangenziale di Roma e la gente ha completamente perso il lume della ragione. L’ultima cosa che un tester vuole provare sono i dispositivi di sicurezza. La prima cosa che noi siamo costretti a provare è l’ABS: giusto il tempo di varcare la soglia del concessionario che una simpaticissima signora tenta di farci diventare parte integrante del cofano della sua Mini Cooper color panna. Se ora possiamo scrivere l’articolo è perché il sistema di anti-bloccaggio funziona…

DESIGN

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La Scrambler, ovviamente, richiama la sua antenata con la dovuta dose di modernità: faro tondo con guidaluce a led e specchietti in acciaio, anch’essi tondi, posti su un manubrio alto che richiama il suo spirito da sterrato. Le linee morbide in puro stile vintage continuano con il serbatoio a goccia in acciaio da 14 L, più piccolo della sorella maggiore 800cc, e si concludono con una sella alta 790 mm da terra che consente di poggiare bene i piedi anche a chi è meno alto. Il faro posteriore a led è incastonato tra il portatarga e la sella, soluzione discreta che va tanto di moda tra le moto customizzate.

CICLISTICA

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Come detto, il test si è svolto tra Roccasinibalda, il Lago del Turano e zone limitrofe. La Scrambler mostra subito il fianco scoperto: l’esposizione all’aria. Attenzione, non è un difetto, ma semplicemente un uso improprio di una moto che è fatta per percorsi misti. È come utilizzare un portaombrelli come cestino: si può fare, ma non è progettato per quello per cui non lamentatevi. L’esposizione all’aria e la posizione del manubrio piuttosto alta stancano su questi tratti di strada, obbligando gli addominali a un lavoro extra per mantenere la posizione. Le fidanzate apprezzeranno…

La ciclistica, composta da telaio in tubi, forcella Showa da 41 mm e mono Kayaba regolabile nel precarico è il giusto mezzo: morbido per assorbire le asperità dell’asfalto, ma non così morbido da risultare instabile. Il manubrio alto accoppiato a ruote di diverse dimensioni (18” all’anteriore e 17” al posteriore) completano un assetto perfetto per la città e per le passeggiate di montagna. Essendo abituati all’impostazione da sportiva ci abbiamo messo un po’ a capirla bene, ma la realtà è che è più facile da guidare di quanto pensassimo: si frena fino all’ingresso della curva e la si lascia scorrere senza dover muovere busto e gambe, basta avere un bacino un minimo sciolto per piegare parecchio.

Come detto, ahinoi, abbiamo testato fin troppo bene la frenata: l’ABS è sacrosanto e può davvero salvarvi da situazioni spiacevoli. Nell’uso comune la leva del freno ha una corsa progressiva e ben modulabile, forse anche un po’ troppo “vuota” all’inizio, ma per chi è alle prime armi va bene così.

MOTORE

Il motore segue i dettami classici della casa di Borgo Panigale: bicilindrico a “L” raffreddato ad aria da 399 cc con distribuzione desmodromica. Grazie ai suoi 41 cavalli la Sixty2 può essere guidata a diciott’anni con la patente A2. Il bicilindrico “borbotta” sotto i 4.000 giri/min, ma sopra questa soglia è fluido e ben modulabile: consigliata una marcia più bassa con motore “in tiro” piuttosto che una più alta a bassi regimi. Il motore spinge bene fino al picco massimo di coppia a 8.750 giri/min, facendo registrare il massimo della potenza già a 8.000 giri/min. Il cambio è l’unica cosa che non ci ha convinto: troppo duro per una entry level moderna.

Land Of Joy è il motto della Scrambler è non una mera trovata di marketing. È un modo di vivere il motociclismo: più rilassato e godereccio. E se c’è qualche buca per strada, pazienza. Se c’è qualche percorso sterrato, meglio. Ci si gode la strada, i paesaggi e si stacca completamente il cervello. La Sixty2 è dedicata a neopatentati con l’A2 e riders alle prime armi, la 800cc la consiglierei a chi vuole un po’ più di brio con lo stesso spirito godereccio. Approvata.

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