PASSIONE ED EMPATIA: IL SEGRETO PER UN SORRISO PERFETTO
Ama la sua professione, che gli permette con entusiasmo di stare sempre a contatto con le persone e instaurare un rapporto professionale e soprattutto umano con loro. Per il dottor Filippo Tomarelli il rapporto di fiducia tra odontoiatra e paziente è un obiettivo fondamentale e stimolante.
Dottore, ci racconti un po’ di Lei: come è nata la passione per il suo mestiere?
Diciamo che la mia passione per questo mestiere è nata per caso. Da adolescente ho passato tanto tempo dal dentista, e ci andavo in maniera molto tranquilla e serena tanto da rimanere incuriosito da questo mondo. Dopo essermi diplomato al liceo scientifico, per curiosità ho provato a sostenere il concorso a numero chiuso di odontoiatria, superandolo. E da quel momento è iniziata la vera passione per lo studio, seguita poi da quella per la messa in pratica nel lavoro che svolgo ormai da 27 anni.
Un mestiere che mi piace a 360 gradi, che mi soddisfa sotto tanti punti di vista perché è in continua evoluzione. Quando ho iniziato la mia carriera era tutto molto diverso da ora; bisogna sempre stare al passo con i tempi, tenersi aggiornarti e saper essere in grado di uscire dalla zona di comfort per relazionarsi con nuove attività e soluzioni terapeutiche al fine di offrire dei servizi sempre più aggiornati. È molto divertente e stimolante, ed è un modo per mettersi sempre in discussione e non rimanere ancorati al quotidiano.
Un’altra cosa che mi piace del mio lavoro è il rapporto che si instaura con le persone, il fatto che comunque entri tutti i giorni a contatto con gente diversa, a partire dai collaboratori fino ad arrivare ai tanti pazienti nuovi con i quali si crea un rapporto molto stretto di fiducia, non solo sul piano professionale ma anche su quello umano. Insomma, si creano dei bei rapporti. È il bello della professione. Ogni giorno è diverso rispetto al precedente.
Inoltre, parallelamente all’attività clinica, ho piacere da tanti anni a divulgare quella che è l’attività scientifica, in congressi nazionali ed internazionali, insegnando in vari master universitari in Italia, corsi privati a dentisti a Roma nel mio studio o in giro per l’Italia.
Da una parte trasmettere quello che conosco ad altri colleghi, e dall’altra entrare in contatto con tanti discenti da cui comunque c’è sempre da imparare è molto stimolante.
Quale pensa sia il suo punto di forza?
Sicuramente, oltre ad essere sempre in aggiornamento a livello professionale, ritengo di avere la capacità essere empatico e comunicatore, di riuscire ad entrare in contatto e in sintonia con i pazienti.
È una cosa a cui tengo molto. Il mood del nostro studio è proprio quello di creare un ambiente nel quale i pazienti vengono volentieri, un rapporto tale che a volte è capitato di avere persone che finiscono le terapie dispiaciute di non venire più a salutarci oppure che vengono a trovarci per prendere un caffè.
Un altro aspetto importante è che la nostra è una terapia da personalizzare, un lavoro che cambia nel tempo, che però va individualizzato e personalizzato su una singola persona; non esiste una terapia uguale per tutti, vanno inquadrate in base alle esigenze, alla situazione, all’aspetto estetico. Insomma, tanti fattori che fanno sì che sia ancora di più un valore aggiunto, che permettono di considerare la persona nella sua unicità.
La sua più grande soddisfazione professionale in questi anni?
Aver creato uno studio con un gruppo di lavoro con cui collaboro da tanti anni, in continuo ampliamento. E poi dal punto di vista scientifico far parte in maniera attiva della società scientifica di implantologia più importante d’Italia è molto soddisfacente.
Progetti futuri?
Sarebbe bello riuscire a conciliare sempre di più la vita professionale con la vita privata. Il mio obiettivo è lavorare sempre meglio, offrire servizi sempre più aggiornati, però dedicare del tempo anche a sé stessi, alla famiglia: ricordarsi che la vita va avanti. Non perdere mai l’entusiasmo senza rimanere schiacciato nella tua professione.
Abbiamo parlato del futuro, però se avessimo una macchina del tempo e potessimo ritornare indietro, rifarebbe tutto quello che ha fatto finora?
Rifarei tutto. Ogni tanto ci penso e mi piacerebbe anche tornare indietro per rivivere il passato, ma ripeterei ogni singola scelta.