Endelea: LA FUSION PERFETTA TRA EUROPA ED AFRICA. UN’ESPLOSIONE DI COLORI E BELLEZZA SUL CORPO DELLE DONNE.
ENDELEA È PROFUMI, COLORI E VIAGGIO. NATO DA UN’INTUIZIONE FELICE DI FRANCESCA DE GOTTARDO, IL BRAND SI È FATTO SPAZIO NEL MERCATO DEL FASHION GRAZIE ALL’ORIGINALITÀ DEI TESSUTI, ALLA MATERIA PRIMA ARTIGIANALE E DI QUALITÀ, ALL’ETICITÀ DEL PROGETTO CHE SUPPORTA E FINANZIA LE ASPIRAZIONI IMPRENDITORIALI DEI GIOVANI AFRICANI. UN MODO NUOVO ED INCLUSIVO DI CREARE E PRODURRE MODA. CI RACCONTA TUTTO LA STESSA FRANCESCA.
Francesca, lei è la founder di Endelea. Ci racconta come e quando nasce il progetto?
Endelea è nata da un’esigenza forte di creare una moda che avesse un impatto positivo sulla mia vita, e su quella delle persone coinvolte. Nel 2018 Endelea parte come progetto pilota, e viene registrata come S.r.l. a fine 2019. Ricordo ancora il momento in cui mi sono detta: “ok, lo faccio”. Dopo mesi passati a fare ricerche online, ad agosto 2017 sono partita da sola per la Tanzania con un power point che presentava l’idea alla base di Endelea e che non aveva ancora nemmeno un nome. A Dar es Salaam, ho fatto ricerche sui tessuti e ho parlato del progetto a chiunque ho incontrato, dall’Ambasciata Italiana ai sarti, dagli studenti dell’Università, ai genitori dei ragazzi. Ho capito che il progetto piaceva, serviva e poteva funzionare, ma soprattutto ho fatto un pieno di energie positive. Dopo tre settimane di viaggio, sono arrivata in ufficio a Milano il lunedì mattina e ho dato le dimissioni senza pensarci due volte. Lo scopo del progetto fin da subito è stato quello di connettere due mondi all’apparenza molto lontani – Italia e Tanzania, Europa e Africa – e di trasformare questa connessione in uno scambio di competenze che potesse creare valore.
Valore in Europa, perché i nostri capi di abbigliamento e gli accessori per la casa sono disegnati in Italia e realizzati con cura e passione in Tanzania, utilizzando tessuti selezionati con attenzione a Dar es Salaam che abbiano storie interessanti da raccontare. E valore in Africa, perché Endelea è una B Corp e società benefit che non solo lavora in modo trasparente, inclusivo ed etico, ma investe anche una parte dei ricavi in progetti per supportare la formazione delle giovani aspiranti imprenditrici nel territorio.
Quali sono i tratti distintivi ed unici delle collezioni Endelea?
Le collezioni Endelea si caratterizzano e si riconoscono per l’uso di tessuti africani, noti per i loro colori vivaci e i motivi audaci, uniti ad un design tipicamente Made-in-Italy.
Ogni pezzo è quindi il risultato di una collaborazione stretta tra artigiani locali, che apportano il loro sapere tradizionale, ed esperti di moda a Milano. Ogni Capsule racconta storie di persone, di tradizioni e culture. Un esempio di ciò sono le nostre collezioni Maasai: caratterizzate dall’utilizzo dei tessuti Maasai check e Maasai shuka, queste capsule hanno il patrocinio della Maasai Intellectual Property Initiative (MIPI), associazione dedicata alla protezione dei diritti della cultura Maasai nel mondo. Oltre a ciò, Endelea riconosce una percentuale sulle vendite all’associazione, per lo svolgimento di attività educative con la comunità. Ciò che ci rende unici, è il fatto che il nostro approccio sostenibile non si riflette solo nella scelta dei materiali, ma anche e soprattutto nella scelta dei partner, nei processi, nella produzione, con grande attenzione ai diversi passaggi all’interno della filiera.
L’aver ottenuto la certificazione B corp ci ha aiutato a capire come misurare in maniera efficace il nostro impatto e, soprattutto, come mantenerlo e migliorarlo nel tempo. Endelea vuole dimostrare che fare una moda realmente etica sia possibile: lo facciamo mettendo al centro le persone.
Quanto ha lavorato per arrivare al successo di oggi di Endelea?
Il successo di Endelea è il frutto di anni di duro lavoro, passione e dedizione. Dall’inizio, ho investito tempo ed energie non solo nello sviluppo delle collezioni, ma anche e forse soprattutto nella costruzione di una rete di collaborazioni e partnership significative.
Ci sono stati momenti difficili, ce ne saranno altri, ma ogni sfida ha il potere di rafforzare la nostra missione avvicinandoci ai nostri obiettivi. Il percorso è ancora lungo, ma vedere l’apprezzamento per il nostro lavoro da parte dei clienti, degli addetti ai lavori e delle comunità coinvolte dai nostri progetti non profit ci ripaga di ogni sforzo.
Vuole condividere l’aneddoto o l’episodio che è stato più significativo nella sua carriera e che ricorda con piacere?
Uno degli episodi più significativi è stato sicuramente il nostro primo fashion show in Tanzania. Ricordo l’emozione di vedere le nostre creazioni sfilare per la prima volta in Tanzania, indossate da modelle locali, davanti a un pubblico entusiasta. Quella serata ha confermato il potere della moda come mezzo di inclusione e scambio culturale. È stato un momento di grande orgoglio e una motivazione a continuare su questa strada.
Quali consigli darebbe a chi si approccia al settore dell’imprenditoria e dell’alta moda?
Il mio consiglio principale è di essere appassionati e perseveranti. L’imprenditoria, specialmente nel settore dell’alta moda, richiede un impegno costante e la capacità di affrontare e superare numerose sfide. È fondamentale credere fermamente nella propria visione e non avere paura di innovare e sperimentare. Inoltre, consiglio di costruire una rete solida di collaboratori motivati e mentori che possano offrire supporto e consiglio. Infine, mai sottovalutare l’importanza della sostenibilità: creare un impatto positivo con il proprio lavoro può fare la differenza e distinguervi in un mercato così competitivo.